Le novità del dl bollette allo studio di Mase e Mef. La norma fa nascere tensioni tra energivori e produttori per le concessioni idroelettriche. Flop dell’asta anticipata per riempire gli stoccaggi di gas. La rassegna Energia
I ministri Pichetto Fratin e Giorgetti sono al lavoro per trovare 1 miliardo in più e rendere il dl bollette più incisivo, come richiesto da Meloni. Le opzioni sul tavolo sono: l’estensione del periodo degli aiuti per un anno, invece che 6 mesi, innalzamento della soglia Isee per il bonus sociale, la riduzione o eliminazione dei costi dei diritti a emettere CO2 (Ets) da parte delle centrali a gas per far scendere il prezzo dell’energia sul mercato e un intervento per coprire la differenza tra il prezzo del gas sul Ttf di Amsterdam, il mercato europeo di riferimento, e il prezzo sul mercato italiano all’ingrosso Gme. I fondi per l’ampliamento delle risorse potrebbero arrivare dalla proroga per 20 delle concessioni elettriche prevista dalla legge di Bilancio, secondo Il Corriere della Sera. Il dl bollette crea tensioni nel sistema produttivo. In particolare, il nodo della proroga delle concessioni idroelettriche ha alimentato le tensioni tra produttori e aziende energivore, che chiedono al Mase di essere destinatari di una quota dell’energia prodotta dalle dighe. L’asta anticipata per riempire gli stoccaggi di gas in vista del prossimo anno termico è andata deserta, complicando i piani del Governo per contrastare il caro energia. Del miliardo di metri cubi di capacità a disposizione solo 12 milioni sono stati assegnati, con prezzo medio di 0,527 euro a metro cubo. Se il mercato non si normalizza la stessa situazione si ripeterà anche nei prossimi giorni e il Governo dovrà pensare anche a forme di sussidio agli stoccatori privati, secondo La Repubblica. La rassegna Energia.
DL BOLLETTE: LE MISURE SUL TAVOLO
“Mentre il decreto sulle Bollette è atteso per venerdì mattina in Consiglio dei ministri dopo il rinvio deciso da Giorgia Meloni, è partita la gara a proporre la ricetta per abbassare le Bollette degli italiani, forse senza fare i conti con l’oste e con le reali possibilità in un settore complesso come quelli dei mercati energetici, che hanno dimensioni e regole non soltanto nazionali, ma anche europee e, per il Gnl, globali. L’auspicio della premier è arrivare a un provvedimento più corposo. Sul tavolo finora c’erano tre miliardi. Un’ipotesi è quella di estendere il periodo degli aiuti per un anno, non solo per i prossimi sei mesi come trapelato. I fondi per l’ampliamento delle risorse potrebbero arrivare dalla proroga per 20 delle concessioni elettriche prevista dalla legge di Bilancio. (…) Nella bozza a cui hanno lavorato il ministero dell’Economia e delle Finanze e quello dell’Ambiente e della Sicurezza energetica c’era l’innalzamento della soglia Isee per il bonus sociale. Si tratta di uno sconto per le famiglie in condizioni di disagio economico. Il Mase vorrebbe portare il tetto dell’Isee a 15 mila euro e alzare la soglia per le famiglie numerose (da 20 mila a 30 mila euro). Si sono ipotizzate anche la riduzione o eliminazione dei costi dei diritti a emettere CO2 (Ets) da parte delle centrali a gas per far scendere il prezzo dell’energia sul mercato e un intervento per coprire la differenza tra il prezzo del gas sul Ttf di Amsterdam, il mercato europeo di riferimento, e il prezzo sul mercato italiano all’ingrosso Gme, che comprende anche il trasporto ed è più alto di qualche euro. Ieri il Ttf è sceso di quasi il 7% poco sotto i 44 euro al megawattora, l’Italian Gas Index è a 46,3 euro”, si legge su Il Corriere della Sera.
“Le associazioni dei consumatori ricordano che con Mario Draghi al governo (in un periodo — va ricordato — in cui il gas era arrivato a 350 euro al megawattora ad agosto del 2022) le misure messe in campo erano ben altre. Per esempio l’abbassamento dell’Iva al 5% per il metano. L’Unc chiede di ridurre gli oneri di sistema (con Draghi erano stati azzerati) e di abbassare l’Iva, uniformandola tutta al 10%. (…) «Il decreto — commenta Simona Benedettini, economista dell’energia — presenta l’ulteriore complessità di limitare il più possibile misure che potrebbero configurarsi come aiuti di Stato. Queste dovrebbero essere notificate alla Commissione Ue per l’ok avviando un iter di mesi che non necessariamente si potrebbe concludere con un esito positivo»”, continua il giornale.
DL BOLLETTE, SCONTRO TRA AZIENDE E PRODUTTORI SULL’IDROELETTRICO
“Le tensioni all’interno del sistema produttivo nei confronti di chi produce e distribuisce energia, oltre che le pressioni sul governo e il ministro Gilberto dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, complicano l’elaborazione del decreto sulle bollette atteso in consiglio dei Ministri alla fine della settimana (…) Confindustria che tra gli associati conta sia i produttori e i distributori di energia, sia le imprese che ne consumano molta, conosce bene le dinamiche di questo scontro. (…) L’elemento di novità del conflitto all’interno del tessuto economico italiano questa volta non è legato al prezzo dell’energia (in questi giorni si aggira poco sopra i 140 euro a megawattora, ben più basso rispetto ai 380 euro del febbraio 2022 o al picco di 580 euro dell’estate di tre anni fa), bensì allo «spread» con i prezzi pagati nel resto d’Europa. In Spagna, Francia e Germania il prezzo dell’elettricità è più basso rispettivamente del 32%, 29% e 20%. Un divario che impiomba la competitività delle imprese energivore e alimenta, appunto, contrasti nel sistema imprenditoriale e appelli al governo. La priorità dell’esecutivo è dare un taglio alle bollette delle famiglie, ma Pichetto conta di inserire nel decreto di venerdì prossimo qualche misura per le imprese. I grandi consumatori di energia beneficiano già di alcune agevolazioni (una remunerazione a fronte della disponibilità al distacco della fornitura, interconnessioni per approvvigionarsi da altri Paesi d’Europa e prezzi calmierati per le aziende impegnate nella transizione green), ritenendole però non più sufficienti”, si legge su Il Corriere della Sera.
“La priorità dell’esecutivo è dare un taglio alle bollette delle famiglie, ma Pichetto conta di inserire nel decreto di venerdì prossimo qualche misura per le imprese. I grandi consumatori di energia beneficiano già di alcune agevolazioni (…) ritenendole però non più sufficienti. Una delle partite aperte riguarda il rinnovo delle concessioni idroelettriche, che consentono di produrre energia con un costo tra 10 e 20 euro a megawattora. Pichetto anziché riassegnare le concessioni tramite gara(così come da impegni con Bruxelles)punta su una norma per stabilire che Regioni e Province autonome concordino con i concessionari uscenti una proposta economica e finanziaria, corredata dai canoni di concessione e da un adeguato piano di investimenti. Ma la proroga delle concessioni alimenta anche la richiesta degli energivori di essere destinatari di una quota dell’energia prodotta dalle dighe”, continua il giornale.
GAS, FLOP ASTA ANTICIPATA RISERVE
“Riempire gli stoccaggi in vista del prossimo anno termico, che inizia il 1° ottobre, è per ora impossibile, date le quotazioni. Non solo perché elevate: anche se ieri il Ttf spot è sceso a 43,99 MWh (-6,7%), proseguendo il calo iniziato da due settimane dopo che gli Usa e la Russia hanno iniziato a negoziare la pace a Kiev che potrà riportare in l’Europa il gas russo. Il guaio è che la curva dei prezzi, sulle diverse scadenze al Ttf, è invertita, come in altri momenti di tensione e volatilità. Ancora ieri sera tutte le consegne per l’anno 2025 quotava sopra ai prezzi del Ttf spot. Di solito le scadenze future costano circa 5 euro meno rispetto all’attuale: anche per consentire agli operatori di comprare la consegna aprile-settembre e lucrare riempendo gli stoccaggi per l’inverno. Ieri sera il primo prezzo Ttf inferiore allo spot era la consegna gennaio 2026, 43,82 euro”, si legge su La Repubblica.
“In asta era offerto un miliardo di metri cubi di capacità, ma solo 12 milioni sono stati assegnati, con prezzo medio di 0,527 euro a metro cubo. Anche le aste pluriennali giorni fa erano andate deserte, su simili premesse. Oggi, domani e martedì le aste proseguono: ma se il mercato non si normalizza, e la curva non si “rigira”, gli operatori trascureranno il riempimento dei serbatoi. A quel punto il governo dovrebbe studiare, oltre ai sussidi per le bollette, anche forme di sussidio agli stoccatori privati”, continua il giornale.
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