Gli “appalti a piramide”, il piano Industria 4.0 e aziende fantasma. Sequestrati 46,8 milioni a Dhl Express Italy

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Dhl di nuovo nel mirino della procura di Milano che ha disposto il sequestro preventivo d’urgenza di oltre 46,8 milioni di euro. Questa volta si tratta di Dhl Express Italy per una presunta frode fiscale Iva – tra il 2019 e il 2023 – che sarebbe stata realizzata con fatture inesistenti sugli appalti di somministrazione di manodopera. Il decreto è stato eseguito dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano. Luca Bassini, firmatario delle dichiarazioni Iva contestate, è indagato con l’ipotesi di dichiarazione fraudolenta mentre la società risponde per la legge 231 sulla responsabilità amministrativa degli enti. Si tratta dell’ultima inchiesta della procura milanese sulla logistica. Nel novembre del 2022, dopo l’inchiesta su Dhl Supply Chain Italy quasi 1500 lavoratori erano stati assunti era stata chiesta l’archiviazione.

Secondo gli inquirenti anche Industria 4.0, il maxi piano governativo che dal 2016 incentiva le aziende che investono in software, sistemi IT, trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi, viene usato nella logistica per frodare il fisco. Un particolare che emerge dal decreto del sequestro preventivo d’urgenza firmato dai pm di Milano Paolo Storari e Valentina Mondovì.

Appalti a piramide – Dall’inchiesta della Guardia di finanza emerge come negli appalti a ‘piramide’ della multinazionale tedesca, le aziende della filiera utilizzino di frequente il codice tributo ‘6897’ del “credito d’imposta per le spese di formazione del personale dipendente nel settore delle tecnologie previste dal Piano Nazionale Industria 4.0” per effettuare indebite “compensazioni” Iva, e quindi non pagarla. È il caso per esempio della Evo srl di Napoli, per gli inquirenti società “serbatoio di secondo livello” e fornitrice per 19 milioni di euro fra 2020 e 2023 della A.Ba.Co. srl di San Giuseppe Vesuviano, a sua volta appaltatrice di “primo livello” per 61 milioni di euro nei confronti di Dhl nel periodo considerato.

Aziende fantasma – I sopralluoghi dei finanzieri nelle sedi ufficiali delle due aziende hanno dato “esito negativo”, trovando capannoni in stato di abbandono e nessun citofono o cassetta postale riferibile alle aziende. Solo fra 2020 e 2022 Evo srl avrebbe compensato i pagamenti dell’Iva con quasi 850mila euro di crediti fiscali per l’innovazione. Strumenti di “dubbia genuinità”, scrivono i pm, considerata l’attività di “trasporto merci della società” e che sono ammissibili al credito d’imposta solo le “attività formative” per “acquisire o consolidare le conoscenze delle tecnologie” nel campo dei “big data e analisi dei dati, cloud e fog computing, cyber security, sistemi cyber-fisici, prototipazione rapida, sistemi di visualizzazione e realtà aumentata, robotica avanzata e collaborativa, interfaccia uomo macchina, manifattura additiva, Internet delle cose e delle macchine e integrazione digitale dei processi aziendali”.

Caporalato – La Procura di Milano ha aperto un filone parallelo di indagine per caporalato e i carabinieri dei Nuclei Ispettorato del Lavoro hanno effettuato controlli in tutta Italia sui vari hub e sulle diverse aziende in rapporti con Dhl Express e sulle posizioni di 918 lavoratori, 538 mezzi e 51 società appaltatrici del servizio.
Quindici società sono risultate “irregolari” e sono state contestate violazioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, omessa o irregolare formazione e informazione dei lavoratori e omessa sorveglianza sanitaria.

Nella provincia di Milano, poi, sono stati individuati sette lavoratori in condizioni di “sfruttamento”, di cui tre lavoravano in nero ed è stata disposta la sospensione dell’attività di un’impresa. E sono state denunciate undici persone titolari o legali rappresentanti delle ditte obiettivo delle ispezioni. Gli autisti delle consegne, stando alle indagini, lavoravano formalmente per le aziende ‘satellite’, ma in realtà svolgevano i servizi per Dhl. E la gestione delle consegne era regolata da una app in grado di geolocalizzare costantemente gli autisti durante la prestazione di lavoro, registrando tragitti, pause, soste, tempi e modalità di consegna.



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