Un fondo comune per la difesa, Unione europea e Regno Unito si riavvicinano

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


Il Regno Unito accelera sul tema della difesa. Il premier britannico laburista Keir Starmer ha infatti annunciato un incremento nelle risorse per la difesa al 2,5% dall’aprile 2027, e aumenti successivi nel corso dei prossimi anni. Dopo un incontro a Varsavia con il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, il premier polacco Donald Tusk ha fatto sapere che domenica ci sarà una riunione a Londra tra i leader europei e il premier britannico per definire piani comuni sul tema della difesa.

L’idea circolata nelle ultime ore è di un fondo comune per la difesa tra Unione europea e Regno Unito, in nome del sostegno condiviso all’Ucraina aggredita dalla Russia. «Credo che la proposta debba esser accolta con favore e concretizzata il prima possibile», è il commento dell’onorevole Salvatore De Meo, eurodeputato del Partito popolare europeo in rappresentanza di Forza Italia: «Dobbiamo investire di più e trovare gli strumenti per garantire una vera difesa comune, che sia un fondo comune, la partecipazione dei singoli Stati o un debito comune». Dopo la Brexit il Regno Unito si riavvicina così all’Unione europea, vogliosa di giocare un ruolo nel processo di pace in Ucraina, e non essere esclusa dai tavoli che contano, schiacciata tra la Russia e gli Stati Uniti del Trump bis. Ricordando l’importanza della flessibilità e il no al rigore e all’iper-regolamentazione, l’europarlamentare applaude la decisione della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen di detrarre le spese militari dal Patto di stabilità, e richiama alla responsabilità i Paesi europei «per governare il processo di difesa almeno in questa parte del mondo e dare all’Europa una dimensione più reattiva e innovativa».

La seconda presidenza di Donald Trump è una sfida per la tenuta delle relazioni euro-atlantiche, ma per l’esponente dei popolari – nonostante le minacce del tycoon – l’alleanza euroatlantica non è in discussione: «La provocazione fatta da Trump è un monito affinché tutti gli Stati si impegnino per garantire ognuno la sua parte in quell’ordine a cui tutti stiamo cercando di lavorare, che passa anche attraverso la difesa». A prendere in mano l’asse Parigi-Berlino-Varsavia è stato l’inquilino dell’Eliseo Emmanuel Macron che, nel giorno del terzo anniversario dell’aggressione russa dell’Ucraina, si è confrontato per tre ore con Trump alla Casa Bianca. Per Macron, che da anni invoca la necessità europea di raggiungere un’autonomia strategica da Washington, la pace non significa una resa dell’Ucraina e deve contemplare garanzie di sicurezza. Proprio il presidente francese ha presentato a Trump un ambizioso piano per il dispiegamento di 30mila peacekeeper europei in città, porti e infrastrutture critiche dell’Ucraina. 

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Pur ammettendo che non accetta compromessi nel suo progetto per la conclusione del conflitto,  “The Donald” ha riconosciuto l’importanza dell’incontro “verso la pace” e annunciato che a breve vedrà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Allo stesso tempo, Trump si è però rifiutato di definire il presidente russo Vladimir Putin un “dittatore”. In questi giorni, il voto degli Stati Uniti alle Nazioni Unite (Onu) contro l’integrità territoriale dell’Ucraina ha avvicinato Washington al Cremlino e creato una frattura tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, leader indiscussi dell’Alleanza Atlantica (Nato). Per De Meo, la nuova amministrazione Trump «deve essere un’opportunità per crescere dinanzi a scenari e sfide nuove, esprimere le nostre potenzialità e superare quella fase di assistenzialismo che abbiamo vissuto nell’Alleanza Atlantica».

Secondo fonti italiane, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dato la sua disponibilità a partecipare al summit proposto da Tusk per domenica, ma l’invio dei militari in Ucraina paventato da Macron porta malumori nell’esecutivo. Fonti del governo fanno sapere che “non è all’ordine del giorno”: mentre la Lega si oppone con forza all’ipotesi, Fratelli d’Italia non si sbilancia. Interpellato sulla questione, l’eurodeputato richiama alla prudenza e all’unità di intenti: «Su alcune tematiche non c’è bisogno di fare fughe in avanti ma serve la più ampia condivisione tra gli Stati membri, l’Europa è forte. Dobbiamo condividere e metabolizzare qualsiasi decisione per poterla rendere più credibile e recuperare lo spirito di coesione che è l’unico elemento di forza che abbiamo».





Source link

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link