Rd Congo-Rwanda: lo scontro finisce sui campi di calcio

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


Il governo di Kinshasa chiede alle squadre di Arsenal, Paris Saint-Germain e Bayern Monaco di interrompere la partnership commerciale con “Visit Rwanda”, la campagna di promozione turistica lanciata da Kigali

25 Febbraio 2025

Articolo di Rocco Bellantone

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Tempo di lettura 6 minuti

L’avanzata nelle ultime settimane del gruppo M23 nell’est della Repubblica democratica del Congo ha scatenato una pioggia di accuse nei confronti del Rwanda, additato dal governo di Kinshasa, dalle Nazioni Unite e dall’Occidente di sostenere militarmente i ribelli.

Da inizio febbraio queste accuse hanno colpito direttamente anche “Visit Rwanda”, la campagna di promozione del turismo in Rwanda gestita dal dipartimento governativo Rwanda Development Board e che da anni campeggia sulle maniche delle casacche di tre dei più blasonati club calcistici d’Europa: gli inglesi dell’Arsenal, i francesi del Paris Saint-Germain e i tedeschi del Bayern Monaco.

La prima a trascinare sul rettangolo verde la questione è stata a inizio febbraio la ministra degli Esteri della Rd Congo Thérèse Kayikwamba Wagner la quale ha scritto al presidente del PSG, il qatariota Nasser Al-Khelaifi, invitandolo a interrompere l’accordo commerciale “macchiato di sangue” con “Visit Rwanda” sottoscritto nel 2019.

La ministra ha poi lanciato lo stesso appello anche alle proprietà di Arsenal e Bayern Monaco. L’11 febbraio in un’intervista rilasciata a Sky News Kayikwamba Wagner ha accusato le tre squadre di essere sponsorizzate da “un Paese guerrafondaio” che “sta scatenando il caos”.

“Come fanno questi club a essere certi che il denaro usato dal Rwanda non arrivi dalla vendita di minerali estratti nella Rd Congo attraverso orribili violazioni dei diritti umani?” ha chiesto. “Nella RDC migliaia di persone sono state uccise, compresi bambini che sicuramente tifano anche per il Paris Saint-Germain, il Bayern Monaco o l’Arsenal”.

Il 12 febbraio ad alzare la voce è stato l’ex capitano della Repubblica democratica del Congo Youssouf Mulumbu. Trentotto anni, doppia cittadinanza congolese e francese, oggi svincolato, all’inizio della sua carriera tra il 2004 e il 2009 Mulumbu è stato in forza al Paris Saint Germain B con una breve parentesi anche in prima squadra.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Anche lui ha firmato una petizione lanciata dai tifosi del PSG per chiedere al club parigino di disdire l’accordo commerciale con “Visit Rwanda” e che ad oggi ha superato le 70mila sottoscrizioni.

Sentito dalla BBC Mulumbu, che era stato a Goma un mese fa prima dell’ennesima escalation di violenza nell’est della Rd Congo, ha chiesto al suo ex club di interrompere la partnership commerciale che lo lega a “Visit Rwanda”.

“Questa non è una guerra religiosa o territoriale. È una guerra finanziaria e la gente deve saperlo” ha detto. “Ho ricevuto molti messaggi da amici che vivono a Goma. Mi dicono che vivono nella paura. Ci sono bambini che vivono senza i genitori, donne che vengono violentate e bruciate in prigione. La situazione è incredibile”. E ancora: “Il Congo vive in questa situazione da 30 anni e tutto ciò che vogliamo è la pace”.

Al momento, l’unico club che ha fatto qualcosa di concreto di fronte a queste richieste è stato il Bayern Monaco che attraverso il suo direttore generale, Jan-Christian Dreesen, ha comunicato di aver inviato due suoi dipendenti in Rwanda per monitorare la situazione e di essere in contatto con il ministero degli Esteri tedesco per avere aggiornamenti costanti.

Il 15 febbraio il quotidiano britannico The Guardian in un’esclusiva ha svelato che la proprietà dell’Arsenal, club del nord di Londra con milioni di supporter in tutta l’Africa, si è rifiutata di incontrare la ministra della Rd Congo Kayikwamba Wagner.

Il primo accordo triennale tra il club londinese e “Visit Rwanda” risale al maggio del 2018. Nel 2021 è stato rinnovato e un terzo accordo scadrà nel 2026. Il suo valore è di 10 milioni di sterline all’anno.

Oltre che prevedere la presenza del logo “Visit Rwanda” sulle maniche delle maglie delle squadre maschili, femminili e giovanili dell’Arsenal, nonché sui cartelloni pubblicitari dell’Emirates Stadium, negli anni la partnership ha previsto anche la visita nel Paese africano di vecchie glorie del club inglese, come quelle nell’agosto del 2022 di Ray Parlour e Robert Pires.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Strategia di sportswashing

Nei giorni scorsi il governo della Rd Congo ha chiesto anche agli organizzatori della Formula 1 di interrompere i colloqui con il Rwanda che punta a ospitare un Gran premio a oltre trent’anni dall’ultimo tenutosi nel continente, in Sudafrica nel 1993.

Il network internazionale di “Visit Rwanda” non si limita d’altronde solo al calcio. Da quattro anni i play off della Basketball Africa League, nata nel 2020 con importanti investimenti da parte dell’americana NBA, si tengono a Kigali. Sempre Kigali ospiterà nel 2026 il campionato mondiale di ciclismo su strada.

Questi investimenti imponenti nello sport ricordano, con i dovuti distinguo rispetto alla capacità economica di base, quelli che vengono fatti da anni da potenze del Golfo come Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi.

Una strategia di sportswashing attraverso cui anche Kigali sta provando a migliorare la sua immagine agli occhi della comunità internazionale, allontanando dai riflettori la vera realtà di un Paese in cui, come denunciato da Human Rights Watch e da altre organizzazioni internazionali per i diritti umani, è da decenni in atto una sistematica repressione di ogni forma di dissenso nei confronti del governo del presidente Paul Kagame, presidente dal 2000.

Senza dimenticare le decennali ingerenze del governo rwandese in tutta la regione dei Grandi Laghi, riemerse ora con l’avanzata del gruppo M23 nell’est della Rd Congo che solo da gennaio ad oggi ha provocato già più di 7.000 morti con centinaia di migliaia di sfollati.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Il governo di Kigali non intende curarsi delle critiche e continua a propagandare i benefici economici diretti prodotti da partnership commerciali come quelle che vedono protagonista la campagna “Visit Rwanda” che avrebbe generato oltre 150 milioni di dollari di valore mediatico (EMV, Earned media value), nuovi posti di lavoro, la costruzione di infrastrutture, sostenendo in parallelo un processo di diversificazione economica orientato anche verso lo sviluppo di nuove tecnologie.

El País si è chiesto però quanto possa reggere questo tipo di strategia, evidenziando le differenze strutturali tra quello che può realisticamente permettersi il Rwanda, un Paese con meno di 1.000 dollari di PIL pro-capite, e ciò che insiste invece a fare il Qatar, grande quanto l’Abruzzo ma con una capacità di investimento enorme basata sulle esportazioni di gas e che gli ha permesso di ottenere l’organizzazione dei Mondiali di Calcio nel 2022.

La palla passa alla comunità internazionale, dove Kigali nonostante le atroci evidenze di questa guerra e nonostante le prime sanzioni (da parte statunitense) e minacce congelamento degli aiuti economici continua a godere di importanti appoggi.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Source link