La rinascita dei Monti Sibillini nelle Marche

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Sono i “monti azzurri” evocati da Giacomo Leopardi ne Le Ricordanze. Memorie poetiche a parte, fino al 2016, l’anno dei terremoti in Centro Italia, pochi conoscevano i Sibillini, massiccio formato da una ventina di cime che superano i 2.000 metri, nel cuore dell’Appennino, fra Marche e Umbria. Un luogo selvaggio, incontaminato e protetto: il parco nazionale omonimo di oltre 70 mila ettari racchiude boschi e praterie, foreste e vallate, laghi e torrenti che hanno scavato gole e alimentano cascate.

“I monti più misteriosi del Centro Italia”, li definì Guido Piovene (Viaggio in Italia, 1957), pensando forse alla vetta del Sibilla, che dà nome all’intera catena e nelle cui viscere, secondo la leggenda, abitava la Sibilla Appenninica, profetessa popolare un po’ strega e un po’ fata.

Questo mondo incantato, che dopo il terremoto ha rischiato l’abbandono, sta tornando a nuova vita grazie alla tenacia degli abitanti che hanno deciso di ristrutturare, recuperare, ricostruire. E riaprire il territorio ai visitatori. Sono stati inaugurati ristoranti e agriturismi, trasformati palazzi storici in b&b, create opportunità per gli appassionati di sport e vita all’aria aperta. Ecco perché è il momento di tornare sui Sibillini.

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Claudio Menichelli, a sinistra, e Luca Ballesi hanno riaperto il rifugio Casali

Rifugio Casali, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Fino al 2016 il rifugio Casali, a pochi chilometri dal borgo di Ussita, era un riferimento per gli escursionisti che si avventuravano a piedi o in mountain bike lungo i sentieri del parco. La frazione di Casali è incastonata a 1.100 metri di quota ai margini della Val di Panico, di fronte a uno dei massicci più spettacolari dei Sibillini, il monte Bove Nord, con imponenti pareti rocciose che ricordano le Dolomiti.

“Avevo in gestione il rifugio da quattro mesi quando è arrivato il terremoto. Ma non mi sono perso d’animo e appena è stato possibile sono tornato con l’obiettivo di riaprirlo”, racconta Luca Ballesi, giovane maceratese innamorato di queste montagne dove ha scelto di vivere. Ha coinvolto nel progetto l’amico Claudio Menichelli e insieme hanno ricostruito la struttura. Non quella storica, irrecuperabile, ma in un prefabbricato fornito dalla Protezione Civile. “All’interno abbiamo fatto tutto noi: allestimento, bancone, mensole”.

Grazie all’uso massiccio del legno, il locale ha ritrovato le atmosfere calde e ospitali dei rifugi tradizionali ed è tornato ad accogliere gli escursionisti ai quali offre piatti del territorio e, per chi volesse pernottare, una camerata con nove posti letto. Attorno, una fitta rete di sentieri permette di esplorare a piedi questi monti.

Fra i più frequentati, anche se impegnativo, c’è il percorso ad anello che da Casali si inoltra in Val di Panico, si arrampica fino agli oltre 1.800 metri del rifugio Fargno e ritorna alla base. Al rifugio si arriva anche in auto, la vista è magnifica e può capitare di assistere ai volteggi delle aquile reali. Spiega Luca Ballesi: “È il loro regno e qui c’è il nido più vecchio dei Sibillini, usato dai rapaci da almeno un quarto di secolo”.

“Ripristinare le condizioni per tornare a vivere la natura è essenziale per la rinascita dei territori”, sottolinea Carla Carloni, che ha fondato l’Associazione Conero4Seasons per far conoscere le località meno note dell’entroterra marchigiano. “Ma sono importanti anche le manifestazioni culturali come il festival Riverberi, che, da dicembre a maggio, richiama visitatori con spettacoli, mostre e concerti nei borghi e nei teatri riaperti dopo il sisma”.

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Percorso Kneipp nel torrente, a Pieve Torina

Camminare nel torrente a Pieve Torina

Se dal rifugio Casali si segue la strada che porta a Ussita e a Visso, si arriva a Pieve Torina in un’area attraversata da corsi d’acqua che formano cascatelle e piscine naturali. La loro presenza ha ispirato il progetto con cui il paese ha scelto di rilanciarsi: offrire ai turisti un’esperienza di benessere con un percorso Kneipp direttamente nel torrente Sant’Angelo. “Si cammina a piedi nudi su ciottoli, basi di tronchi d’albero, ghiaia, cortecce, in un ambiente naturale di grande bellezza”, spiega il sindaco Alessandro Gentilucci. “Dopo il sisma, con parte del patrimonio storico inagibile, avevamo bisogno di trovare nuove ragioni per attirare i visitatori nel nostro paese. L’iniziativa ha avuto successo. Alle persone piace concedersi momenti di relax nella natura. E qui è tutto completamente gratuito”.

Un vicolo di Sarnano

Il borgo di Sarnano

Arroccato su un colle che sorge ai piedi dei Sibillini, Sarnano è un delizioso borgo medioevale. Il centro storico a forma di fortezza si espande a spirale sui fianchi del colle a partire dalla piazza Alta, il nucleo più antico, sulla quale si affacciano la chiesa di Santa Maria, il Palazzo dei Priori e del Podestà. Intorno ci si perde tra i vicoli dove il terremoto del 2016 ha lesionato, ma non devastato, i vecchi edifici, in parte visitabili, anche se, per precauzione, le opere d’arte che custodivano sono state trasferite nella Pinacoteca Civica, dove la sosta è d’obbligo se non altro per ammirare la Madonna adorante il Bambino di Vittore Crivelli.

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“Lo spopolamento qui era realtà già prima che la terra tremasse. Una tendenza difficile da contrastare, ma ho deciso di provarci”, racconta Brunella Trisciani, imprenditrice che nel centro storico ha recuperato un palazzo cinquecentesco trasformandolo in hotel di charme, Antico Palazzo Sulpizi dal Pero. Dichiarato Residenza d’epoca, l’albergo ha tre camere matrimoniali, arredate con gusto e cura dei dettagli, sale affrescate e un salone per la colazione. Dall’altana che si affaccia sui vicoli del borgo e, sul lato opposto, dal terrazzino che guarda i Sibillini si godono panorami strepitosi.

Trisciani ha rilevato anche il ristorante Picassera, ricavato nelle cantine, e gli ha ridato slancio facendone una vetrina per i prodotti locali. “Con ingredienti acquistati da produttori dei dintorni realizziamo un’autentica cucina del territorio, che accompagniamo con vini delle nostre vigne”, spiega l’imprenditrice. “Non si tratta solo di far conoscere le eccellenze del luogo, ma anche di sostenerne l’economia”.

Nella bella stagione si cena nel giardino con vista sui monti, nei mesi freddi davanti al camino scoppiettante. “Con la mia impresa spero di contribuire a creare opportunità per i giovani che non vogliono andarsene”, conclude Trisciani.

Enrico Mazzaroni, chef del ristorante Il Tiglio

Il ristorante Il tiglio, a Isola San Biagio

Si incontrano tante storie di resilienza, da queste parti. Come quella di Enrico Mazzaroni, chef-patron del ristorante Il tiglio, a Isola San Biagio, frazione di Montemonaco distesa su un pianoro a mille metri d’altezza, fra l’Alta Valle dell’Aso e il monte Sibilla ricoperto di boschi e foreste. Dopo la laurea in legge, Mazzaroni ha scelto di tornare ai suoi monti per dedicarsi alla trattoria di famiglia e portarla all’eccellenza.

“Avevamo ristrutturato il ristorante da sei mesi quando è arrivato il terremoto”, ricorda lo chef. “Sono stato a Porto Recanati per due anni. Poi la nostalgia è diventata troppo forte e ho ripreso la via di casa. Ricominciare non è stato facile, ma alla fine il locale è rinato e nel 2022 abbiamo conquistato la stella Michelin, che mi ha ripagato di tutte le amarezze”.

Accanto al ristorante lo chef ha aperto un agriturismo con la stessa insegna: sei appartamenti, sauna e bagno turco, piscina all’aperto per l’estate. Si arriva qui per godersi la quiete del luogo e per le passeggiate nel verde. Come l’escursione alla gola dell’Infernaccio: si cammina fra pareti di roccia alte fino a 200 metri, uno dei più suggestivi canyon dei Sibillini, scavato dal fiume Tenna.

“La mia cucina riflette il legame con il territorio, da cui traggo ispirazione, oltre che la materia prima”, dice Mazzaroni. “Mi piace rielaborare i piatti della tradizione povera, in particolare quelli a base di frattaglie, perché sono modelli di sostenibilità”. In menu si trovano la frittata di fagiolini e coratella di agnello, cocco, pancetta, pomodori e cipolla, o il bottone di peperoni, l’agnello arrosto “a metro zero”, allevato nell’azienda agricola dello chef.

Conto e carta

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Gola dell infernaccio. Sentiero San Biagio

Trekking, ciaspolate, escursioni in e-bike

Dai sentieri per camminate, ai tracciati per i biker, dai laghi sui quali pagaiare fino alle piste da sci, i Sibillini sono un eden per le attività all’aria aperta. “La pandemia ha portato la voglia di immergersi nella natura”, fa notare Alessandro Ambrosi, guida del parco, un altro resiliente di queste terre. “Dopo la laurea in Valorizzazione e tutela dell’ambiente e del territorio montano ho scelto di tornare”, racconta. “Ho creato Sibillini Experiences per far conoscere il patrimonio naturale e culturale della mia terra offrendo attività e servizi”.

Uscite in kayak al lago di Gerosa, a 649 metri di altitudine, escursioni in e-bike all’altopiano di monte Fraitunno, percorsi di trekking al monte Vettore, il più alto del parco (2.478 metri), e sull’altopiano di Ragnolo, dove in primavera fioriscono le orchidee selvatiche, in inverno. Ambrosi organizza anche ciaspolate sull’altopiano di Santa Maria in Pantano.

“Sui Sibillini si arriva a quote che regalano panorami vastissimi: nelle mattine invernali più limpide lo sguardo può spaziare dal Terminillo ai Balcani.” Ambriosi vive a Montemonaco, borgo fondato nell’anno Mille dai monaci benedettini. Delle origini restano parti delle mura medioevali e alcune chiese, fra cui quella di San Benedetto, il patrono, dove sono state trasferite tutte le campane dei templi resi inagibili dal sisma. Chiunque, passando, può suonarle e, nove anni dopo il terremoto, ci sono finalmente buone ragioni per farlo.

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Il lago di Gerosa, formato da una diga

Monti Sibillini: come arrivare

In auto: autostrada A14 Adriatica, uscita Civitanova Marche. Da qui si prosegue sulla superstrada SS77 var della val di Chienti, direzione Macerata, uscita Macerata ovest, quindi sulla strada provinciale 78 in direzione Sarnano.

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Dove dormire

Antico Palazzo Sulpizi dal Pero

Nel centro storico di Sarnano,  in un palazzo del Cinquecento ristrutturato e decorato a metà dell’Ottocento, divenuto Residenza d’epoca nel 2014. Tre camere matrimoniali arredate con grande gusto e cura dei dettagli. Ha sale affrescate, un’altana affacciata sui vicoli del borgo e un terrazzino panoramico che guarda i Sibillini. La prima colazione viene servita nel salone del palazzo.

Indirizzo: via Guglielmo Oberdan 197, Sarnano (Mc)  Tel. 349.49.36.286 Prezzi: doppia b&b da 140 a 200 €

Palazzo Rossi

Nella piazza più movimentata di Sarnano, in un palazzo nobiliare accuratamente restaurato è a disposizione degli ospiti un ampio appartamento con camera matrimoniale (letto king size), soggiorno con camino, cucina attrezzata, terrazzo. Soffitti con travi d’epoca e pavimenti in cotto. La prima colazione si fa allo storico Gran Caffè Italia, accanto al palazzo.

Indirizzo: piazza della Libertà 77, Sarnano (Mc) Tel.  339.25.71.351 Web: palazzo-rossi.it Prezzi: appartamento da 150 a 160 € a notte

Agriturismo Il Tiglio

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Nei pressi del ristorante “Il Tiglio”, un piacevole agriturismo della stessa proprietà, perfetto per chi non vuole guidare dopo cena. Immersi in un bellissimo paesaggio ci sono sei appartamenti, sauna e bagno turco, piscina all’aperto per l’estate. Tra le numerose passeggiate nei dintorni, suggerita l’escursione alla Gola dell’Infernaccio, uno dei più suggestivi canyon dei Monti Sibillini.

Indirizzo: isola di S. Biagio 34, Montemonaco (AP) Tel. 0736.85.64.41 Prezzi: bilocale (due-quattro posti)  b&b da 80 a 120 €

Agriturismo Le Casette

Immerso nella natura, con camere, appartamenti e un ristorante che propone cucina del territorio con prodotti dell’azienda agricola: pappardelle alla lepre, polenta con funghi e salsiccia, agnello alla cacciatora, pecora alle verdure, salmì di cinghiale, formaggi di pecora.

Indirizzo: via Campobonomo 26, Fiastra (Mc) Tel. 0737.52.571 Web: lecasetteagriturismo.com Prezzi: doppia 70 €, monolocali 150 € Prezzo medio ristorante: 35 €

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Antico Palazzo Sulpizi Dal Pero, a Sarnano

Dove mangiare

Ristorante Il Tiglio

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Lo chef Enrico Mazzaroni propone due menu degustazione rispettivamente da 13 e sette portate: “La Transumanza”, con il meglio della sua cucina concentrata su verdure, pesce e frattaglie, e “Il Ritorno”, più leggero e meno di confine. Il locale, una stella Michelin, cambia il menu ogni sei mesi e garantisce un eccellente rapporto qualità-prezzo.

Indirizzo: isola di San Biagio 34, Montemonaco (AP) Tel. 0736.85.64.41 Prezzi: menu degustazione rispettivamente a 65 (Il Ritorno) e 110 € (La Transumanza)

Ristorante Picassera

Le travi e i mattoni a vista, con il camino, sono la cornice per una cucina del territorio a base di ingredienti (per lo più) di agricoltori e produttori locali e vini scelti. Taglieri di formaggi e salumi tra i quali il ciauscolo, salame spalmabile originario dei Sibillini, vellutata di ceci, cappellacci di ricotta al profumo di tartufo, cannelloni, gnocchi ai funghi, coniglio in porchetta, crema della tradizione. Nella bella stagione, servizio nel giardino antistante con panorama sui Sibillini.

Indirizzo: vicolo Brunforte, Sarnano (Mc) Tel. 375.69.88.982  Prezzo medio: 40 €

Ristorante Le Clarisse

In un ex convento quattrocentesco, cucina tradizionale a base di funghi porcini e tartufo e carne cotta sulla pietra. Tra le proposte, pasta ripiena di ricotta al tartufo, tagliolini al tartufo, zuppa di porcini, grigliata di carne, agnello. Buona carta dei vini. Indirizzo: via G. Mazzini 240, Sarnano (Mc)

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Tel. 345.49.59.389 Web: osterialeclarisse.it Prezzo medio: 40 €

Il Nido dell’aquila

Allestito in una struttura prefabbricata dell’emergenza, è un locale semplice, a conduzione familiare, ma tanto frequentato da richiedere la prenotazione. Tra i piatti caserecci, selezione di salumi e formaggi dei Sibillini, coratella di agnello, fagioli con le cotiche, lumache, zampetti di maiale, trippa alla romana, tagliatelle al tartufo, pappardelle verdi alla lepre, agnello fritto, castrato alla brace.

Indirizzo: via Roma 17, Monte Cavallo (Mc) Tel: 0737.51.96.24 Prezzo medio: 30 €

Pranzo all’aperto al ristorante Picassera a Sarnano

Cosa comprare

Il paese di cioccolata

Daniela Bertel realizza artigianalmente con tessuti pregiati bambole, decorazioni e complementi d’arredo, poi orecchini, bracciali e collane dal design essenziale con lastre di alluminio. Ogni creazione è un pezzo unico.

Indirizzo: borgo G. Garibaldi 88b, Sarnano (Mc) Tel. 328.01.90.314 Web: danielabertel.it

Paul Meccanico

Eclettico artista nato a Boston, ma originario delle Marche, realizza borse, zaini, shopper e accessori di qualità artigianale in telone camion e pelle sintetica. Il brand ha ottenuto la certificazione Animal Free Fashion come azienda di moda impegnata nella tutela degli animali e in un modello produttivo etico e sostenibile.

Indirizzo: borgo Garibaldi n. 88, Sarnano (Mc) Tel. 0733.19.98.104 Web: paulmeccanico.it

Il dolce angolo

Mieli classici (millefiori, castagno, melata, acacia), composti energetici a base di miele, polline e pappa reale, confetture, visciole sciroppate, vino cotto tipico dei Sibillini maceratesi e vino di visciole, entrambi da fine pasto.

Indirizzo: piazza Perfetti 4, Sarnano (Mc) Cell. 333.67.19.566 Tel. 0733.657603 Web: ildolceangolo.it

Fattoria La Rocca

Giulia Alberti e il marito Alessandro Vittori filano il pelo di animali domestici e lo trasformano in gomitoli e matasse anche con materia prima dei clienti.

Indirizzo: contrada Rocca 12, Montefortino (FM) Tel. 0736.09.16.90 Web: fattorialarocca.it

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