Il sangallese che conosce la Berna federale come le sue tasche

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


Sono le 9 di lunedì 24 febbraio e Markus Ritter è in piedi già da quattro ore. La sveglia è suonata alle “cinque e zero zero”, dice al telefono a ‘laRegione’ il 57enne sangallese (con madre di origine vicentina). L’agricoltore bio, presidente dell’Unione svizzera dei contadini (Usc), consigliere nazionale e ormai candidato ufficiale del Centro al Consiglio federale ha ceduto nel 2023 la sua azienda agricola di Altstätten, nella Valle del Reno, ai due figli maggiori. Ma è sempre pronto a dare una mano. Come questa mattina: “Uno dei miei figli ha una gastroenterite, per cui sono dovuto andare in stalla ad aiutare per la mungitura delle mucche”. Dalla stalla a Palazzo federale, il passo è breve. Intervista.

Manca poco più di una settimana alle prime audizioni davanti ai gruppi parlamentari, il 12 marzo si avvicina a grandi passi, la pressione aumenta. Come si sente?

Mi sento bene! Venerdì siamo stati nominati [dal gruppo parlamentare del Centro, ndr], un passo importante. E sabato l’assemblea dei delegati con Martin Pfister [il consigliere di Stato di Zugo è l’altro candidato ufficiale, ndr] è andata bene. Mi rallegro per i prossimi incontri con i media e con le altre ‘frazioni’ parlamentari. Sarà molto avvincente, perché verremo confrontati con temi e interessi diversi.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Adesso qual è la cosa più difficile?

L’ampio spettro dei temi. Da 13 anni sono membro della Commissione dell’economia e dei tributi del Nazionale, dove ho lavorato anche con Fabio Regazzi e persino con [l’ex consigliere nazionale e già presidente del Plr] Fulvio Pelli. Perciò conosco bene – anche con un ‘bon vocabulaire en français’ [lo dice in francese, ndr] – tutte le questioni economiche: industria, piccole e medie imprese, agricoltura, imposte e via dicendo. Ora però arrivano tutti gli altri temi – la sanità e la difesa, per esempio – e su ognuno di essi devi essere in grado di esprimerti.

Molti la considerano un politico monotematico: agricoltura e poco altro.

Non è affatto vero. Mi sono sempre occupato di tutti i temi di competenza della commissione di cui faccio parte. Di recente, ad esempio, sono stato relatore per la nuova e complessa legge sulle dogane; e ho fatto da portavoce del gruppo del Centro sul Preventivo 2024. Ma lei lo sa meglio di me: in ogni frazione, i media prendono una sola persona come specialista di un determinato tema. Se non sei presidente del gruppo o del partito, finisci quindi con l’essere identificato con questo tema, anche se ti occupi di altro. Ma non è un problema, perché i parlamentari sanno che non sono solo il collega presidente dell’Usc, ma un politico che s’impegna a fondo, pronto al dialogo con tutti, che conosce bene i dossier e la meccanica parlamentare. Questi sono i miei punti di forza.

Persino l’ex presidente dell’Udc, il sangallese Toni Brunner, compagno di una futura, probabile candidata al Consiglio federale proveniente dal suo cantone (la ‘senatrice’ democentrista Esther Friedli), caldeggia l’elezione di Markus Ritter. La strada per lei sembra davvero tutta in discesa.

Ci sono ancora parecchi ostacoli da superare. La situazione di partenza è buona, questo sì. Ma la corsa rimane aperta: entrambi i candidati hanno buone possibilità di essere eletti, per cui resta del lavoro da fare per convincere almeno 124 parlamentari [la maggioranza assoluta dell’Assemblea federale, ndr].

Tre settimane fa ha detto di voler andare a Flüeli-Ranft [il luogo in cui nacque il patrono nazionale Nicolao della Flüe, ndr] prima del 12 marzo. Troverà il tempo di farlo?

È previsto. Ma la data è segreta. È una cosa privata, non voglio che i media lo sappiano. Per me è importante trovare il tempo per stare solo con me stesso.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Quale relazione ha con il silenzio?

È molto importante. Viviamo in tempi molto rumorosi. Siamo circondati dai media, ovunque siamo raggiungibili via Sms, Whatsapp, e-mail e molti altri sistemi. I social media sono onnipresenti. Riceviamo informazioni durante tutto il giorno. Per ritrovare sé stessi, per ascoltarsi, è importante riuscire a trovare dei momenti di tranquillità, di silenzio.

Ogni settimana gruppi evangelici pregano per lei, affinché possa difendere al meglio gli interessi dei contadini. Quale relazione ha con loro e con la religione in generale?

Sono di religione cattolica, mia moglie è protestante. Per me è importante intrattenere buoni rapporti con comunità di credenti di tutte le religioni, evangelici compresi. Sono persone che fanno qualcosa per gli altri, per chi ha bisogno, per la collettività. Come politico, ritengo importante essere all’ascolto di chiunque cerchi il dialogo con me, indipendentemente dalla religione.

Il silenzio conta molto per lei, ha detto. La politica però è spesso rumorosa, a volte urlata. Nelle scorse settimane si sono potuti leggere commenti denigratori su di lei (“Tornatene al tuo letame”, ad esempio). Le ha fatto male, oppure ci ha fatto il callo?

Sono commenti che feriscono, certo. Di solito non li leggo. Mi danno da pensare, comunque: mi chiedo chi si nasconde dietro tali dichiarazioni anonime.

Lei difende a gran voce gli interessi dei contadini. Per questo viene considerato un politico che polarizza. Il suo rivale Martin Pfister ha dichiarato che in Consiglio federale “servono personalità che integrano”. Se eletto, sarà in grado di cambiare ruolo?

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Non solo l’Usc difende a gran voce gli interessi della categoria che rappresenta. Lo fanno anche – e molto bene – un Pierre-Yves Maillard [presidente dell’Unione sindacale svizzera, ndr], oppure le organizzazioni ambientaliste: è il loro compito. Un consigliere federale ha un altro ruolo. Sono stato per vent’anni in un esecutivo, in un comune [Altstätten, ndr] di circa 12mila abitanti. Ho sempre cercato di costruire maggioranze, così come ho fatto in seno all’Usc, che riunisce 85 tra sezioni cantonali e organizzazioni assai diverse. Trovare una linea comune fra opinioni spesso divergenti – un compito che ci si aspetta da un consigliere federale – è qualcosa che mi piace e mi riesce molto bene.

Dalla campagna di votazione sulle iniziative anti-pesticidi, nel 2021, lei praticamente non parla più con le organizzazioni ambientaliste. Questo non dimostra forse che lei non è quel politico capace di integrare, orientato al consenso, attento alle istanze delle minoranze che sostiene di essere?

Sono abituato a parlare con tutti. Ma a quel tempo l’Usc e i suoi dirigenti, me compreso, hanno subito una campagna negativa durata 10 mesi e costata più di un milione di franchi. Ho sempre detto di essere disposto a metterci una pietra sopra, se avessimo ricevuto delle scuse. Lo sono tuttora, e naturalmente da consigliere federale tornerei a parlare con chiunque. Simili campagne o attacchi personali sono tipici degli Stati Uniti, non hanno nulla a che vedere con la cultura politica del nostro Paese.

La ‘Neue Zürcher Zeitung’ ha ricordato di recente la sua “fama” di “lobbista senza scrupoli”, i suoi “molti nemici” e la sua “enorme consapevolezza di sé”. Le malelingue dicono che il più grande vantaggio di Martin Pfister è quello di non essere… Markus Ritter.

[sospira] Non è l’opinione della ‘Nzz’, ma citazioni indirette e anonime di parlamentari che non la pensano come me. Persone che forse provano una certa frustrazione per non aver potuto vincere alcune votazioni, alle urne o in Parlamento. Negli ultimi anni, l’Usc ha dimostrato in più votazioni popolari di saper convincere un’ampia maggioranza della popolazione e persino quasi tutti i cantoni. Questa per me è la prova che abbiamo fatto molte cose giuste. Nemmeno io vinco sempre. E quando perdo cerco di capire come potrò fare meglio la prossima volta.

Martin Pfister sottolinea spesso ciò che vi distingue. “Io sono un politico di esecutivo, Markus Ritter è un politico di legislativo”. Questo è il suo handicap principale, è d’accordo?

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Non la vedo così. Sono da 13 anni al Consiglio nazionale. Conosco ormai tutte le dinamiche parlamentari, le basi formali del lavoro in un Parlamento bicamerale, so come questo collabora con il Consiglio federale e l’amministrazione federale, conosco le persone. Tutto questo sapere mi permette di capire come si possono trovare delle maggioranze attorno a un determinato tema. E questo lo considero un gran vantaggio per chi aspira a diventare consigliere federale.

Lei è il candidato della Svizzera rurale. Cos’ha da offrire all’‘altra Svizzera’, quella urbana e accademica che il suo rivale rappresenta?

Come consigliere federale bisogna rappresentare l’intero Paese: tutti i cantoni, tutte le fasce della popolazione, le zone rurali come le agglomerazioni e le città. Provengo dalla Valle del Reno, che è sì una regione rurale, ma anche una regione ad alta densità insediativa, da una parte e dall’altra della frontiera con l’Austria. Sono presidente dell’Unione svizzera dei contadini, ma vivo in una regione fortemente industrializzata e con numerose infrastrutture (un’autostrada a quattro corsie da una parte del Reno e una a quattro corsie dall’altra, ad esempio).

Viola Amherd ha lasciato la sua impronta sul Dipartimento della difesa (Ddps), in particolare per quanto riguarda il ruolo delle donne nell’esercito. Quale impronta intende lasciare Markus Ritter?

Viola Amherd ha fatto un ottimo lavoro. Se verrò eletto, il 1o aprile comincerò esattamente da dove lei avrà smesso il 31 marzo. Al Ddps sono stati affidati dei compiti che andranno portati a compimento. Penso in particolare alla strategia in materia di politica d’armamento, richiesta dal Consiglio federale. Ma anche alla strategia in materia di politica di sicurezza, che dovrà essere pronta entro la fine dell’anno. Poi c’è la mozione 24.3605 di Josef Dittli [‘senatore’ urano del Plr, ndr], adottata definitivamente in dicembre dal Parlamento, che chiede di definire “obiettivi e orientamento strategico di un esercito capace di difendere”. Senza dimenticare i rapporti, molto importanti, di vari organi di vigilanza e delle commissioni parlamentari, che chiedono chiarimenti in merito a diversi progetti d’acquisto dell’esercito. C’è molto da fare, prima di cominciare a porre accenti propri.

La ‘SonntagsZeitung’ ha scritto che “nelle questioni riguardanti l’asilo, Markus Ritter vota quasi come un politico Udc della linea dura”. E la sinistra la considera già il terzo consigliere federale Udc.

Lo stesso giornale ha anche scritto che nel 93% dei casi voto esattamente come il gruppo del Centro. Sono un convinto rappresentante del mio partito, come si può ben vedere tra l’altro nel mio profilo Smartvote. Su alcune questioni a volte mi smarco, votando più a destra della media del gruppo, come peraltro fa spesso [il ‘senatore’ ticinese] Fabio Regazzi.

Microcredito

per le aziende

 

Martin Pfister ha citato un sangallese, Kurt Furgler [dell’allora Ppd, ora Centro, ndr], quale esempio di consigliere federale. Il suo, di esempio?

Anche per me è Kurt Furgler! Un brillante oratore, che conosceva i dossier alla perfezione: un grande consigliere federale.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link