Il ritardo del venture capital italiano sull’AI

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Il venture capital in Italia è cresciuto, ma non abbastanza da superare il suo ruolo marginale in Europa. Anche se in dieci anni abbiamo raddoppiato la capacità di raccolta fondi, rappresentiamo ancora una frazione del totale europeo (4%). I numeri sono contenuti nel report State of Italian VC di P101, un gestore di fondi di venture capital che ha approfondito l’evoluzione del settore. Secondo Andrea Di Camillo, Founder e Managing Partner di P101, il venture capital italiano è diventato “un’industria. Siamo passati da circa 30 a 150 operatori di VC, abbiamo decuplicato la capacità di investimento e contribuito allo sviluppo di imprese innovative in cui sono stati investiti quasi 9 miliardi di euro”.

Nonostante questo “resta ancora molto da fare per colmare il gap con altri Paesi europei”, dice Di Camillo. Tra i numeri in ritardo da segnalare, ci sono anche quelli sull’AI, il settore in cui aumentare gli investimenti sembra più urgente, considerando il ritardo competitivo rispetto ad altre regioni mondiali.

Calano gli investimenti in AI

Ad essere in ritardo sull’intelligenza artificiale è tutta l’Europa: non è un caso se Ursula von der LEyen ha presentato un piano da 200 mld, di cui 150 da privati, per recuperare terreno sull’intelligenza artificiale rispetto a Usa e Cina.

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Ma c’è chi in Europa già investe cifre considerevoli. A Parigi, nel summit teatro dell’annuncio europeo, proprio il presidente Emmanuel Macron aveva anticipato von der Leyen annunciando un investimento tutto francese da 100 mld di euro sull’AI. Ma la Francia, grazie a player come Mistral, era già ai vertici continentali.

Andando a guardare i trend d’investimento europei, il settore dell’intelligenza artificiale e Machine Learning (AI e ML) è al primo posto in Francia (2,97 miliardi di euro, +66%) e Germania (1,77 miliardi di euro, +19% anno su anno).

L’AI è solo il sesto trend d’investimento del venture capital in Italia, ed è addirittura in calo, con 155 milioni, dai 193 milioni del 2023.

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Quali città sono più attive nell’AI

Secondo il report mentre Milano è la capitale italiana del Fintech, Roma è la città più attiva sull’AI. “Tra il 2020 e il 2024, il Nord-Ovest ha dominato il panorama italiano del VC, attirando investimenti per 5,3 miliardi di euro (76% del capitale totale) attraverso 1.900 operazioni, investiti in larga parte a Milano (4,1 miliardi di euro) che continua a guidare gli investimenti nel FinTech”, si legge nel report.

Il Nord-Est si è assicurato 459 milioni di euro (in SaaS, Life Sciences e CleanTech) con Bologna come hub principale (89 milioni di euro). Il Centro ha attirato investimenti per 796 milioni di euro, trainati da Roma (295 milioni di euro), particolarmente attiva nell’AI, EdTech e Robotica, e Pisa (201 milioni di euro). Il Sud conta investimenti per 304 milioni di euro trainati da Napoli, (95 milioni di euro), che ha mostrato una crescita promettente nella Sanità digitale e nel SaaS.

I numeri del venture capital italiano

In 5 anni in Italia ha investito in startup circa 7 miliardi di euro (1,1 mld nel 24), mentre le startup del paese hanno generato un fatturato da 8,6 mld dando lavoro a 60.000 persone. Il Paese è salito al decimo posto in Europa per investimenti realizzati negli ultimi cinque anni, ma scivola al quart’ultimo posto per quelli pro-capite.

“Investimenti pro-capite in fondo alla classifica europea generano ovvie conseguenze”, dice Di Camillo. “Meno aziende, operatori sottodimensionati, meno storie di successo, maggiore difficoltà ad espandersi internazionalmente e quindi un processo di rinnovamento imprenditoriale con cicli più lunghi. Il mercato deve diventare più dinamico e il VC deve continuare a crescere con il supporto di capitali pazienti, perché l’orizzonte temporale dell’innovazione non può essere di breve termine”.

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Italia decima in Europa

Il report di P101 ricorda quali siano i numeri dell’ecosistema dell’innovazione in Italia:

  • Nel nostro Paese ci sono 14.000 imprese innovative: l’84% è rappresentato da Startup (12.054) cui si sommano circa 2.000 PMI innovative.
  • Le 14.000 imprese innovative italiane hanno generato nel 2024 un valore della produzione complessivamente pari a 8,6 miliardi di euro – con le startup che hanno contribuito per 2,4 miliardi di euro (28%) – occupando oltre 60.000 persone, un terzo delle quali impiegate in Startup (20.000).
  • In dieci anni, il VC italiano ha complessivamente investito in startup circa 8,6 miliardi di euro (+ 467% dai 194,3 milioni del 2015) circa 7 dei quali investiti negli ultimi 5 anni. Solo tra il 2020 e il 2024, i fondi europei hanno raccolto 164,5 miliardi di euro, trainati da tre Paesi: Regno Unito (47,4 miliardi di euro), Germania (18,9 miliardi di euro) e Francia (15,3 miliardi di euro).
  • Dal 2020 al 2024, l’Italia ha guadagnato terreno, classificandosi decima in Europa per investimenti: ha superato l’Austria (6 miliardi) e il Portogallo (5 miliardi), ma resta lontana dalla Spagna (13,1 miliardi di euro) e dai tre Paesi che continuano a dominare il mercato: Regno Unito (114,2 miliardi di euro), Francia (50,6 miliardi di euro) e Germania (48,8 miliardi di euro).
  • Nonostante sia la quarta economia d’Europa, gli investimenti di venture capital in Italia rimangono sproporzionatamente bassi: gli investimenti pro-capite nel 2024 ammontano a 114 euro, valore che fa scivolare l’Italia al 24° posto, quart’ultima tra i Paesi dell’Unione Europea.

Il calo italiano ed europeo

Guardando al 2024, dice il report, “gli investimenti europei sono arrivati a sfiorare i 60 miliardi di euro attraverso 13.451 operazioni (-22%), con l’Italia che ha investito 1,1 miliardi (-9,5% sul 23) attraverso 628 deal (-28%) realizzati da un numero crescente di operatori di VC che nel decennio sono passati da circa 30 a 150”.

In quali fasi della vita delle startup investiamo?

Secondo il report di P101 nel 2024 il mercato italiano è rimasto fortemente concentrato sulle operazioni Pre-Seed. “L’Italia continua ad essere il Paese con il maggior numero di questi round (56% del totale) che tuttavia hanno attratto solo il 5% del capitale totale. D’altra parte, le operazioni Late Stage hanno rappresentato solo il 16% del numero di operazioni, ma hanno assorbito il 69% degli 1,1 miliardi di euro investiti (dal 25% del 2015). La Spagna ha mostrato uno schema simile, per contro, Francia e Germania hanno mostrato un’allocazione più equilibrata così come l’Europa nel suo complesso”.

Cresce la presenza di investitori esteri in Italia che nel 2024 sono arrivati a rappresentare il 45% dei 498 investitori in startup, in deciso aumento rispetto al 29% del 2020.

La fotografia degli investitori in fondi di VC (“Limited Partner” o “LP”) fa emergere alcune peculiarità italiane. Sono per il 68,5% nazionali, a fronte del 43,8% in Germania, e sono prevalentemente istituti bancari (20,3%), mentre “è scarsa la partecipazione delle compagnie di assicurazione: in Italia rappresentano solo il 3,5% degli impegni nei fondi, rispetto, per esempio, al 15,9% della Francia. Quest’ultima vede un elevato coinvolgimento anche degli high-net-worth individuals (7,9%) che in Italia contribuiscono ai commitment solo al 2,8%”, si legge nel report.

La riscossa del deeptech

Secondo il report l’anno scorso il capitale si è riorientato verso sostenibilità, automazione e aerospaziale, rispetto all’economia digitale precedentemente dominante. FinTech, E-Commerce e SaaS in cinque anni hanno attratto rispettivamente 1,77 miliardi, 1,46 miliardi di euro e 1,46 miliardi di euro, ma nel 2024 “l’Italia ha accelerato sul deeptech su cui ha investito 693 milioni di euro (+14% sul 23, ma in crescita di 7,5 volte rispetto agli 84 milioni di euro del 2015) candidandosi potenzialmente ad hub per le tecnologie di frontiera”, dice il report.

Tra i settori più finanziati c’è il CleanTech, (306 milioni di euro, +71% anno sul 23 e +1.327% dal 2020), seguito da Space Technology (161 milioni di euro, +233% sul 23 e +1.508% dal 2020) e Robotics & Drones (161 milioni di euro, +443% sul 23 e +1.230% dal 2020).

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