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Oggi 24 febbraio la Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie è arrivata a Venezia con una delegazione guidata dal presidente Alessandro Battilocchio. I parlamentari, in prefettura, hanno incontrato il sindaco Luigi Brugnaro e diversi assessori, il prefetto Darco Pellos, il questore Gaetano Bonaccorso, i comandanti provinciali di carabinieri e guardia di finanza, il presidente di Ater Fabio Nordio. 

Presenti parlamentari di maggioranza e d’opposizione, che in un breve scambi con i cronisti hanno dato la loro lettura dell’incontro: Venezia è apparsa una città con problematiche in linea con altre grandi città metropolitane, e anzi in molti casi inferiori (la commissione ha già visitato Torino, Bari, Palermo, Napoli, Catania, Firenze, Genova e Roma). «Siamo arrivati qui senza bacchetta magica, per approfondire – ha chiarito il presidente Alessandro Battilocchio, di Forza Italia – La volontà è quella di raccogliere dati, approfondire, proporre e offrire una presenza sul territorio».

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Il parere della commissione e la voce della giunta

Venezia è stata descritta come una città in movimento, in cui la polizia locale, con la smart control room, si è dotata di una struttura che può diventare un modello. Riguardo le occupazioni abusive di alloggi pubblici Erp, Battilocchio ha riconosciuto che si tratta di numeri contenuti rispetto ad altre realtà (119 alloggi Erp in tutto). Molto spazio è stato dato alla questione degli esercizi commerciali e dei minimarket che tengono aperto anche in orario notturno, che rischiano di diventare luoghi di aggregazione di persone disagiate. Un tema sui cui il Comune chiede al Parlamento una legge che permetta una migliore regolamentazione: «A Mestre non possiamo intervenire. Tante cose non possiamo farle. Il commercio in città come queste è legato alla sicurezza» ha detto a margine dell’incontro l’assessore Sebastiano Costalonga.

La giunta ha presentato alla commissione quello che viene definito «un lungo percorso di efficientamento che prosegue ora con progetti come la nuova stazione e la questura a Marghera, e che passa anche per l’attività dei servizi sociali, per rispondere anche ai bisogni emergenti. Abbiamo portato anche esempi concreti di interventi messi in atto dall’amministrazione dal 2015 sui temi dei giovani, dell’ambiente, del lavoro, dello sviluppo economico, di riduzione delle dipendenze, dello sport come volano culturale e sociale, sempre con l’attenzione al tema del bilancio e della sostenibilità finanziaria».

Occupazioni, spaccio e minimarket: «Niente bacchetta magica»

Naturalmente la lettura dei dati presentati varia in parte in base alle visioni politiche. Roberto Morassut, del Partito Democratico, ha ritenuto «insoddisfacente e poco concreta» la lunga relazione del sindaco, in particolare per quanto riguarda le misure per sfavorire le locazioni turistiche e il disagio sociale. Giorgia Andreuzza, della Lega, ha insistito sulla necessità di nuove misure come quelle contenute nel ddl sicurezza in discussione al Senato, che permetterebbe ad esempio di alzare le pene per le occupazioni abusive o di mettere in carcere anche donne incinta o con neonati. Antonio Iaria, del Movimento 5 Stelle, ha calcato sulla parte produttiva di Venezia, in particolare l’area di Marghera, che potrebbe essere danneggiata dalle attivazioni sempre più frequenti del Mose: un’area (non visitata dalla commissione odierna) che tra le altre cose sta conoscendo una massiccia immigrazione. «Un tema tipico delle grandi città, va evitato il rischio di paura e rigetto, anche attraverso una politica degli alloggi lungimirante» secondo Massimo Milani, di Fratelli d’Italia.

Il tema dello spaccio di droga con le conseguenti problematiche sociali, posto con forza dal prefetto Pellos, anche per questione di tempo, non è stato più di tanto approfondito. Poi nel pomeriggio la commissione si è spostata in terraferma, con dei sopralluoghi al condominio “Nave1” nel quartiere di Altobello, nella zona di via Piave e al parco Albanese/Bissuola, alcuni dei luoghi simbolo dei disagi, e delle conseguenti condizioni di insicurezza, che vive la città.



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