L’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza di Siena hanno eseguito a Rapolano Terme una ordinanza di applicazione di misura cautelare personale della custodia in carcere nonché reale di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siena nei confronti di un un cittadino di origini pakistane sottoposto alle indagini per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, previsto dall’art.603 bis del codice penale, detenzione di una carabina non denunciata, previsto dall’art.2 e 7 della legge n.895/1967, impiego di lavoratori stranieri privi di permesso di soggiorno, previsto dall’art.22 del D.Lgs. n.286/1998 (Testo unico immigrazione) e concorso in sostituzione di persona e falsa attestazione ad un pubblico ufficiale sull’identità, di cui agli artt.110, 81, 494 e 495 c.p.. L’operazione ha preso avvio da una attività investigativa portata avanti dal luglio 2024,dai Carabinieri del Nucleo dell’Ispettorato del Lavoro di Siena congiuntamente ai Carabinieri del Nucleo Forestale di Rapolano. In particolare dopo una ispezione eseguita dagli stessi militari presso un cantiere per l’installazione di un impianto fotovoltaico, a Rapolano Terme, nel corso della quale erano state contestate alcune violazioni della normativa in materia di salute e sicurezza dei luoghi di lavoro anche nei confronti dell’impresa dell’indagato. L’attività investigativa successiva, eseguita sotto la direzione della Procura della Repubblica di Siena, ha consentito di compendiare un quadro indiziario (attraverso dichiarazioni testimoniali, servizi di osservazione e pedinamento, telecamere, ecc…) nei confronti dell’indagato, un cittadino di origini pakistane residente a Rapolano Terme e titolare di una impresa individuale per servizi in agricoltura e di una società a responsabilità limitata, che ha portato poi alla proposta di emissione della misura cautelare personale e reale. L’ipotesi di reato più grave che viene contestata all’indagato è l’impiego di manodopera (almeno 8 cittadini stranieri sono stati identificati nel corso delle ispezioni) a condizioni di sfruttamento ( corresponsione di un salario inferiore a quello previsto dalla contrattazione collettiva),a turni lavorativi estenuanti (da 12 a 14 ore al giorno e senza giorno di riposo settimanale), a violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro (mancanza di dispositivi di protezione individuale, formazione di corsi sulla sicurezza, sorveglianza sanitaria, piano operativo di sicurezza sul cantiere), a situazioni alloggiative degradanti, a metodi di controllo e sorveglianza dei lavoratori degradanti (come il trasporto presso i luoghi di lavoro nel cofano dei veicoli aziendali per eludere i controlli). Inoltre, all’indagato viene contestato anche il reato di impiego di lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno e concorso in sostituzione di persona e falsa attestazione ad un pubblico ufficiale sull’identità, poiché in qualità di datore di lavoro avrebbe occupato alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno e avrebbe indotto gli stessi a dichiarare false generalità nel corso dei controlli dei Carabinieri presso i luoghi di lavoro e a mostrare fotografie digitali di documenti di identità di altri cittadini extracomunitari regolarmente soggiornanti sul territorio dello Stato. La Guardia di Finanza ha svolto accertamenti economico-patrimoniali nei confronti dell’indagato e delle sue imprese individuando i beni a lui riconducibili, ivi comprese le disponibilità finanziarie, da sottoporre a misura ablativa così privandolo delle ricchezze illecitamente accumulate. In base agli elementi di prova raccolti, il Pubblico ministero ha richiesto l’adozione di misure cautelari idonee, applicate dal Giudice per le indagini preliminari che, condividendo l’ipotesi formulata dalla Procura della Repubblica, ha disposto la misura cautelare personale della custodia in carcere in ordine al reato di cui all’art.603 bis c.p.; l sequestro preventivo, finalizzato alla futura eventuale confisca, della somma complessiva di oltre 27.000 euro o, in alternativa, dei beni mobili, mobili registrati o immobili per equivalente; il sequestro preventivo della ditta individuale e della società a responsabilità limitata riconducibili all’indagato.
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