Vingegaard sta usando pedivelle da 150 mm?
Utilizziamo il punto interrogativo perché non lo abbiamo ancora visto dal vivo, ma un video realizzato da iBike Studio alla partenza della Volta ao Algarve (vinta proprio da Vingegaard) sembra non lasciare spazio a dubbi:
La tendenza a utilizzare pedivelle sempre più corte è stata lanciata da Tadej Pogačar, che già da inizio 2024 è passato alle 165 mm, suscitando la curiosità di tanti appassionati (e probabilmente anche dei colleghi…).
Quest’anno anche la Visma | Lease a Bike sembra aver puntato forte su questa scelta tecnica. Da inizio stagione Van Aert, alto 190 cm, utilizza pedivelle da 165 mm. Una misura che viene adottata anche da molti altri corridori della Visma. In base a quanto dichiarato dal Team Manager Richard Plugge a Het Laatste Nieuws, addirittura 27 dei 29 corridori della squadra nel 2025 sarebbero passati a pedivelle più corte.
Vingegaard, però, sembra essere andato oltre, scegliendo addirittura pedivelle da 150 mm, che tra l’altro non sono presenti di serie nel catalogo Sram, almeno tra i gruppi destinati alla strada, e che quindi dovrebbero essere state realizzate ad hoc.
Siamo a inizio stagione e bisognerà vedere se si è trattato di un esperimento o di una scelta definitiva. Questo probabilmente lo scopriremo nelle prossime settimane. Abbiamo provato a interpellare Sram e Cervélo sulla questione, ma la risposta di entrambe è stata “no comment”, il che ci fa immaginare che sia tutto vero.
Nel ciclismo moderno nulla viene lasciato al caso, soprattutto a livello World Tour, dunque non possiamo catalogare questa scelta come una semplice volontà di emulazione.
Sembra che la scelta della Visma | Lease a Bike sia frutto dei risultati di un’approfondita analisi sull’efficienza della pedalata realizzata nei mesi scorsi, anche se, siamo sicuri, se non fosse stato Pogacar a utilizzare pedivelle così corte non ci sarebbe stata così tanta attenzione su questo aspetto da parte di altri team e altri corridori.
Vingegaard e le pedivelle da 150 mm: i vantaggi delle aste corte
Le pedivelle da 150 mm sono davvero estreme nel ciclismo su strada e sulla scelta avranno influito anche le sensazioni personali di Vingegaard.
In un approfondimento di qualche tempo fa, infatti, Niklas Quetri (Laureato in Scienza delle Attività Motorie e Sportive e specializzato in biomeccanica applicata al ciclismo) ci aveva detto che “I vantaggi e gli svantaggi, soprattutto in termini di spinta, sono minimi e dunque le sensazioni dell’atleta rimangono un fattore chiave nella scelta della lunghezza della pedivella”.
E questo spiega anche perché alcuni Pro’, come Pidcock, in passato hanno provato a usare pedivelle corte, ma poi sono tornati a quelle standard.
In generale, al di là delle sensazioni dell’atleta, gli studi biomeccanici più recenti tendono a incoraggiare l’uso di pedivelle più corte rispetto al passato.
I vantaggi principali sono legati a:
- • Minore carico articolare e dunque minore rischio di infortuni, un aspetto fondamentale per un professionista che pedala oltre 30.000 km l’anno.
- • Maggiore facilità nel mantenere cadenze di pedalata elevate, tipiche del ciclismo moderno di alto livello.
- • Angolo femore/busto più ampio quando la pedivella si trova sul punto morto superiore, che genera un miglioramento della respirazione e un maggiore afflusso di sangue alle gambe dovuto ad minore schiacciamento dell’arteria femorale.
- • Possibilità di mantenere una posizione aerodinamica più efficiente, piegando di più il busto, sempre grazie all’angolo femore/busto più ampio.
- • Miglioramenti aerodinamici (minimi), legati alla riduzione delle turbolenze durante la pedalata.
Se volete emulare i Pro’ e provare a pedalare con pedivelle più corte, sicuramente troverete più vantaggi che svantaggi, tuttavia il nostro consiglio è di farvi “guidare” nel passaggio da un bravo biomeccanico, poiché il cambio richiede alcuni aggiustamenti. Se siete interessati all’argomento, ne avevamo parlato in modo approfondito nell’articolo che trovate qui sotto:
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