Il mondo dei rifiuti è oggetto di aggiornamenti ed evoluzioni normative, finalizzate a migliorare la gestione dei processi, favorire la sensibilizzazione degli operatori economici coinvolti e a aumentare il controllo.
La legislazione si è fatta sempre più stringente e, l’ultima novità introdotta, è il RENTRI, ossia il Registro Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti, che nasce con l’idea di dare una svolta significativa alla gestione dei rifiuti in Italia, puntando tutto sulla digitalizzazione delle registrazioni. Un cambiamento che tocca da vicino moltissime imprese italiane, inclusi i produttori di rifiuti, anche generati in attività di cantiere.
Verso una gestione sempre più sostenibile dei rifiuti
In passato, l’approccio alla gestione dei rifiuti, rispetto a quanto accade ora, era molto diverso. La discarica era la destinazione della maggior parte dei rifiuti e la sensibilità al tema del recupero e del riciclo era indubbiamente meno diffusa. Nel tempo, anche per un’attenzione sempre maggiore a livello europeo sul tema ambientale, si è gradualmente andati verso sistemi sempre più rigidi e sostenibili e, in Italia, è il Decreto Ronchi 1997 (D.Lgs 22/1997) a porre le basi, con l’attuazione delle direttive europee sui rifiuti, sui rifiuti pericolosi e sui rifiuti da imballaggio.
Nel caso specifico dei rifiuti da cantiere, si parla di diverse tipologie di scarti, che vanno dai materiali inerti, fino a rifiuti pericolosi come vernici e solventi. Ognuno segue quanto previsto dalla normativa vigente e, nel caso degli inerti, vi sono anche riferimenti specifici. L’ultimo aggiornamento è di giugno 2024, con il DM 127/2024 che tratta il tema della cessazione delle attività di recupero e della cessazione della qualifica di rifiuto, dando una possibile nuova vita a prodotti come cemento, ceramiche, mattoni, rocce e pietre, ghiaia e così via.
In ogni caso, qualsiasi sia il rifiuto in questione, sono definite responsabilità e modalità per raccolta, spostamenti e operazioni di smaltimento, recupero o riciclo. I cambiamenti hanno gradualmente incentivato la tracciabilità, riducendo quanto possibile le possibilità di gestire in modo inadeguato i rifiuti. Il RENTRI si muove proprio in questa direzione.
Che cos’è il RENTRI
Il Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti, noto come RENTRI, è stato introdotto nel 2024, con un obbligo di applicazione graduale per le aziende.
È uno strumento utile alla digitalizzazione e al monitoraggio dei processi connessi alla gestione dei rifiuti, voluto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per migliorare le modalità operative attuali, principalmente basate sull’uso di strumenti cartacei.
Vengono digitalizzati tutti i documenti connessi alla movimentazione dei rifiuti, come il registro di carico e scarico e i formulari. La vidimazione, che prima avveniva fisicamente presso le Camere di Commercio di riferimento, ora avviene da remoto. Così facendo tutti i documenti sono dematerializzati e ogni cosa è accessibile online, in qualsiasi momento.
Le imprese edili sono obbligate a iscriversi al RENTRI?
Il regolamento che disciplina l’intero sistema è stato pubblicato con il Decreto Direttoriale del 21 settembre 2023, con indicazioni anche in merito alle tempistiche e agli obblighi per l’iscrizione al RENTRI.
I soggetti tenuti all’iscrizione sono:
- le imprese che trattano rifiuti;
- i produttori di rifiuti pericolosi;
- le imprese che trasportano a titolo professionale o in qualità di commercianti e intermediari di rifiuti pericolosi;
- i consorzi per il recupero e il riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti;
- i trasportatori di rifiuti non pericolosi, gli intermediari di rifiuti non pericolosi e tutti i produttori di rifiuti non pericolosi con più di 10 dipendenti.
Vi sono, però, alcune esenzioni per specifici settori, tra cui anche le imprese impegnate in attività di scavo, costruzione e demolizione, solo nel caso in cui si producano esclusivamente rifiuti non pericolosi. Al di fuori di ciò, l’obbligo deriva dal ruolo rivestito nei processi di gestione del rifiuto, dalla tipologia di rifiuto in questione e dalle dimensioni dell’azienda.
Di conseguenza, le imprese edili che lavorano presso cantieri in cui si producono rifiuti pericolosi sono tenute ad iscriversi. Non verrà inserito il cantiere come unità locale, ma l’impresa è in ogni caso il produttore del rifiuto e di conseguenza risponde a tutti gli obblighi normativi del caso.
Cosa cambia per le imprese edili
Per quanto riguarda gli obblighi non vi sono modifiche a chi è tenuto a tenere il registro di carico e scarico o a gestire i formulari, ma solo le modalità. Le imprese edili sottoposte a obbligo di iscrizione, dovranno registrarsi sul portale ufficiale, eventualmente consultando le guide e i manuali a disposizione. Le novità introdotte, inoltre, richiedono di organizzare delle attività di formazione specifica per il personale, sia amministrativo che impegnato operativamente in cantiere per la gestione dei rifiuti. Tutte i cambiamenti devono essere spiegati ed è fondamentale prevenire errori nell’esecuzione delle nuove procedure digitali, adeguando anche tutte le procedure interne.
Infine, al di là dell’obbligo o meno di iscrizione, tutte le imprese edili devono fare i conti con il fatto che dal 13 febbraio 2025 cambia il FIR per tutti gli operatori e la vidimazione potrà essere fatta esclusivamente in chiave digitale. Questa operazione richiede comunque la registrazione sul portale.
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