Anche il cappellano di bordo della ong Mediterranea Saving Humans, don Mattia Ferrari, è stato oggetto di spionaggio da parte del programma Graphite, progettato dall’agenzia israeliana Paragon Solution. Non solo il fondatore e capomissione Luca Casarini e il direttore di Fanpage Francesco Cancellato, anche il prete è stato “avvisato da Meta di essere l’obbiettivo di un sofisticato attacco sostenuto da entità governative non meglio identificate nel febbraio 2024”, ha rivelato la stessa ong. La notifica di minaccia ricevuta “è simile a quella pervenuta a Casarini” ed è stata comunicata dalla società Meta “lo stesso giorno in cui è stata riferita a Casarini”.
Anche don Ferrari preso di mira – Le intercettazioni sono soggette ad uno studio che sta conducendo il laboratorio di The Citizen Lab dell’Università di Toronto. “Essere avvisati di essere presi di mira da un attacco sostenuto da un qualche governo”, ha dichiarato John Scott Railton, ricercatore senior di The Citizen Lab dell’Università di Toronto, “indica che la persona è stata probabilmente selezionata per il monitoraggio utilizzando capacità avanzate. In base alla nostra esperienza, ciò solleva la possibilità che anche altri individui della sua rete di contatti possano essere stati presi di mira a loro volta. Questo avviso di Meta è molto utile per suggerire che potrebbe esserci un problema più grande, più tecnologie in gioco e più casi che ora devono essere indagati”.
Stando a quanto riferito da Mediterranea, “Meta ha riferito di varie tecnologie tra cui un malware in grado di effettuare operazioni per raccogliere e accedere alle informazioni del dispositivo, alla posizione, alle foto e ai contenuti multimediali, ai contatti, al calendario, alle e-mail, agli sms, a Telegram, Skype, Viber, Facebook, Instagram, LinkedIn, Signal, WhatsApp, e operazioni per attivare le funzionalità di microfono, fotocamera e screenshot”. E la ong ha concluso: “Ricordiamo che don Mattia non lavora a titolo puramente individuale, ma svolge un servizio in piena comunione e sintonia con le autorità ecclesiastiche che hanno giurisdizione su queste questioni, come i pastori della Chiesa hanno ripetutamente affermato”.
Casarini sentito a Palermo – Intanto oggi Casarini ha fatto sapere di essere stato sentito dal centro operativo per la cybersicurezza della Polizia a Palermo nell’ambito dell’indagine sul caso dello spyware della società Paragon. E’ stato sentito, ha fatto sapere, su delega della procura di Palermo, dove lui stesso ha presentato un’esposto, e di quella di Napoli. La deposizione, durata più di 2 ore, è servita agli inquirenti per “acquisire informazioni sui tempi, sui modi e su come ho appreso il fatto di essere sottoposto all’attacco spyware” spiega Casarini. “Ho fornito indicazioni importanti – prosegue il fondatore di Mediterranea – sul contesto nel quale questo caso si è palesato: dal caso Almasri e quindi dal ruolo e dalla posizione assunta da me e da Mediterranea nel denunciare la mancata consegna alla corte penale internazionale del torturatore libico, fino alla pubblicazione delle intercettazioni secretate della procura di Ragusa e che riguardano una accusa rivolta a me e ad altri di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, che sono finite sulle prime pagine di un giornale”.
Casarini nel corso della deposizione ha parlato anche di “un account X, vicino ai servizi segreti libici, che si chiama Migrant Rescue Watch – spiega – sul quale sta già indagando la procura di Modena per minacce ricevute da don Mattia Ferrari”, lo stesso cappellano di Mediterranea Saving Humans, oggetto anche lui di intercettazioni da parte del software Graphite. Casarini ha riscontrato inoltre che, nel periodo in cui il suo telefono è stato oggetto di intercettazioni, la batteria del dispositivo “si scaricava con estrema velocità, pur essendo un prodotto nuovo”. I prossimi passaggi adesso riguarderanno le analisi che la procura condurrà sul telefono di Casarini oggetto di spionaggio. “Il dispositivo è già in possesso della procura. Le analisi verranno condotte alla presenza dei miei avvocati, insieme ai periti di parte e ai tecnici nominati dalla procura stessa”, ha concluso Casarini.
Schlein: “Il governo si impegni a chiarire” – La notizia ha sollevato le proteste del Partito democratico. “La vicenda di attivisti e giornalisti spiati sta assumendo tratti sempre più inquietanti”, ha detto la segretaria dem Elly Schlein. “È urgente e necessario che il governo, e in particolare Giorgia Meloni, smetta di scappare e si impegni a chiarire al Paese chi sta spiando attivisti e giornalisti, perché qui sono a rischio le fondamenta dello stato di diritto”. E ha aggiunto: “Abbiamo chiesto al governo di dirci quali entità statali hanno autorizzato l’installazione dei software di Paragon sui cellulari spiati e il governo non sta dando queste risposte. Che cosa sta coprendo? Perché la presidente del Consiglio trova il tempo di partecipare a ogni convention sovranista, ma non lo trova per fare chiarezza su questi fatti gravissimi e renderne conto al Parlamento? Le italiane e gli italiani meritano risposte ed è suo dovere fornirle. Da parte mia e di tutto il Partito democratico piena solidarietà e sostegno a Don Mattia Ferrari”.
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