Omelia di Mons. Sabino Iannuzzi durante la Santa Messa con il conferimento del ministero del Lettorato al Sig. Antonio Di Tinco

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Cari fratelli e sorelle,

è sempre una gioia salutarvi e ritrovarci insieme in questa Comunità di San Lorenzo di Laterza. Un saluto particolare al caro don Giuseppe Bernalda, Parroco di questa comunità, ai presbiteri presenti, ai diaconi, al Signor Sindaco (oggi nelle vesti di animatore liturgico), ad Antonio Di Tinco e ai suoi familiari.

Prima di tutto, uniamoci in preghiera per il Santo Padre Francesco, chiedendo al Signore di sostenerlo e donargli serenità e salute mentre si trova ricoverato all’Ospedale Gemelli di Roma.

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Le letture che abbiamo appena ascoltato ci presentano un percorso affascinante ma impegnativo: il cammino della misericordia e del perdono. Sono due parole chiave della nostra fede, eppure spesso fanno paura perché ci invitano a uscire dalle nostre zone di comfort.

Se pensiamo, però, all’amore di Dio, ci accorgiamo che lui non ci chiede nulla che non abbia già vissuto in prima persona: infatti, non ci ama perché siamo perfetti, ma proprio perché lui è buono e desidera solo il nostro bene. E ci ama perché, sovrabbondando il suo amore in noi, possa giungere anche ad altri attraverso di noi.

Nella prima lettura, dal Primo Libro di Samuele, troviamo la storia di Davide che, pur avendo la possibilità di uccidere il re Saul, suo persecutore, sceglie di risparmiarlo.

Pensiamo per un attimo: Davide avrebbe potuto vendicarsi, ma non lo fa.

Perché?

Perché riconosce che la vita appartiene a Dio e che non sta a noi decidere di toglierla. È un gesto di grandezza e di fiducia in Dio, un gesto che ci insegna a non cedere alla vendetta o al rancore.

Questo episodio ci porta a un insegnamento fondamentale di Gesù, trasmesso attraverso quattro imperativi: «“amate” i vostri nemici», «“fate del bene” a quelli che vi odiano», «“benedite” coloro che vi maledicono» e «“pregate” per coloro che vi trattano male» (Lc 6,27-28).

Nel Vangelo di Luca, il Signore ci chiede di andare oltre il sistema del taglione «occhio per occhio, dente per dente» (Lv 24,20), per entrare nella logica di Dio, che è misericordia. E aggiunge: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36).

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Questa frase è il cuore del messaggio cristiano: Dio ci ama sempre e per primo, non in base ai nostri meriti. Infatti è Lui che fa sorgere il sole sui giusti e sugli ingiusti (cfr. Mt 5,45), e perdona anche prima che noi ci rendiamo conto di aver sbagliato.

Ed è proprio da questo amore che siamo chiamati a prendere esempio, lasciandoci trasformare dallo Spirito di Dio.

San Paolo, nella prima Lettera ai Corinzi (15,45-49), ci ricorda proprio questo: non possiamo accontentarci di un’esistenza limitata al mondo materiale. In Cristo, il “nuovo Adamo”, c’è la forza dello Spirito che rinnova tutto. Perciò, giorno dopo giorno, siamo invitati a un cammino di cambiamento, che si nutre della Parola, della preghiera e dei sacramenti. Non è qualcosa che si fa da un momento all’altro, ma un processo costante, in cui ci lasciamo illuminare e plasmare da Dio.

La misericordia, allora, non è un lusso o un optional: è ciò che distingue colui che sceglie (davvero) di seguire Gesù.

Ricordiamoci la “regola d’oro” che Gesù ci consegna: «Come volete che gli altri facciano a voi, così anche voi fate a loro» (Lc 6,31). Se vogliamo rispetto, doniamo rispetto; se desideriamo perdono, concediamo perdono.

Ecco il modo per avvicinarci al cuore di Dio.

Perdonare non vuol dire dimenticare, ma spezzare la catena dell’odio e aprirsi alla speranza di un futuro diverso, dove il bene può davvero cambiare le cose.

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Un segno molto bello di questo “fare spazio a Dio” è quanto questa sera viviamo nella nostra comunità: Antonio Di Tinco, che nei prossimi mesi (a Dio piacendo) riceverà l’ordine sacro nel grado del diaconato (nella forma permanente), dopo già aver ricevuto il ministero dell’accolitato, viene istituito lettore. Questo non è solo un ministero legato alla liturgia, ma un impegno a proclamare la Parola di Dio, vale a dire diventare “voce” di ciò che il Signore vuole dire a tutti noi. In altre parole, essere lettori ci ricorda che prima di servire, dobbiamo ascoltare. E Antonio, con il suo “sì”, ci testimonia proprio questo: un servizio che comincia dall’ascolto e dalla Parola di Dio, per poi metterla in pratica nella vita di ogni giorno.

Fratelli e sorelle, oggi riceviamo una missione grande: vivere la misericordia nel concreto.

Nei nostri rapporti familiari, sul lavoro, con gli amici e persino con chi ci fa del male, siamo chiamati a costruire ponti di perdono e di pace, anziché muri di odio e vendetta.

È questa la testimonianza concreta che rende il Vangelo credibile agli occhi del mondo.

Se ci limitiamo a parole belle ma vuote, gli altri non avvertiranno la bellezza dell’amore di Dio. Ma se ci vedranno perdonare, accogliere, amare, allora sì, riconosceranno in noi il volto di Cristo.

Affidiamo tutto questo alla Vergine Maria, Madre della Speranza, perché ci aiuti a essere coraggiosi nel bene.

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Lei, più di tutti, ha sperimentato la vicinanza di Dio e continua ad indicarci la via del suo Figlio.

Preghiamo, dunque, perché la Parola che oggi abbiamo ascoltato metta radici nel nostro cuore e porti frutto in abbondanza.

Amen!

+ Sabino Iannuzzi



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