Forte del successo alle elezioni federali di domenica (23 febbraio), il candidato cancelliere della CDU/CSU, Friedrich Merz punta, a una coalizione con i socialdemocratici (SPD) per formare un nuovo governo entro Pasqua.
In un’elezione che ha visto un record di affluenza superiore all’83%, la CDU ha ottenuto il 28,5% dei consensi, ma non abbastanza per poter governare da sola. Per mantenere il cosiddetto Brandmauer, ovvero il muro di protezione contro l’estrema destra di Alternativa per la Germania (AfD), secondo partito con oltre il 20% dei consensi, il passo più naturale per la CDU è un’alleanza con la SPD che alle elezioni di domenica ha fatto segnare il suo peggior risultato ottenendo il 16,4%.
In una conferenza stampa, Merz ha affermato che l’Unione e i socialdemocratici hanno abbastanza seggi nel nuovo Bundestag per formare una coalizione nero-rossa, ha affermato Merz. “È esattamente ciò che vogliamo”, ha continuato Merz, annunciando che oggi terrà dei colloqui sulla questione con il leader della SPD Lars Klingbeil e con il cancelliere Olaf Scholz.
Merz ha ribadito che, secondo lui, il risultato elettorale del 28,6% per l’Unione darebbe un chiaro mandato al governo. L’obiettivo ora è preparare una “fase di transizione sensata”.
“La Germania ha bisogno di un governo capace di agire e che abbia una maggioranza parlamentare a sostenerlo”, ha aggiunto. Ha affermato di essere “molto fiducioso” che sarà possibile formare un governo.
Come sottolineato da Merz, i colloqui con la SPD affronteranno principalmente tre temi: politica estera, migrazione, economia e industria.
Il leader della CDU ha però chiarito la volontà di voler cambiare la legge elettorale, visto che quella con cui si sono tenute le elezioni di domenica era passata durante il governo della cosiddetta coalizione del semaforo formata da SPD, Verdi e liberali, e considerata contro i cristiano democratici.
Come sottolineano i media tedeschi, infatti, 15 vincitori di circoscrizione della CDU e tre della CSU non sono riusciti a entrare nel Bundestag a causa della nuova legge elettorale. “Un simile diritto di voto danneggia la nostra democrazia”, ha affermato Merz.
Le trattative tra CDU e SPD per la formazione di un nuovo governo saranno però tutt’altro che in discesa. Tuttavia, come sottolinea il sito del programma di notizie Tagesschau diversi politici della CDU ritengono che la SPD formerà sicuramente un governo con l’Unione.
Il responsabile del gruppo parlamentare della CDU, Thorsten Frei, ha chiesto alla SPD di assumersi le proprie responsabilità di governo. “La SPD è un partito storico che in passato si è assunto grandi responsabilità per il nostro Paese”, ha affermato il responsabile parlamentare del gruppo parlamentare dell’Unione al Bundestag prima delle deliberazioni delle commissioni parlamentari della CDU a Berlino. “Ora si tratta di assumersi la responsabilità del nostro Paese. E questo significa mettere gli interessi del Paese ben al di sopra degli interessi politici dei singoli partiti”.
Il fatto che sia possibile una coalizione bipartitica tra CDU/CSU e SPD “rappresenta un prerequisito importante per poter risolvere il ritardo delle riforme interne e affrontare le sfide sempre più grandi della politica estera”, ha affermato Frei. I prossimi giorni mostreranno “quanto velocemente riusciremo a formare un governo forte per il Paese”.
Per la SPD un risultato disastroso
I risultati elettorali hanno certificato il crollo dei socialdemocratici che hanno fatto segnare il loro peggior risultato di sempre perdendo circa il 9% dei consensi rispetto alle elezioni del 2021. Per la prima volta, un cancelliere della SPD, Olaf Scholz, è stato estromesso dall’incarico dopo un solo mandato. Già domenica sera Scholz aveva annunciato di voler restare in carica fino all’elezione di un nuovo cancelliere. Tuttavia, non vuole prendere parte ai negoziati per la formazione di un nuovo governo.
Secondo i media tedeschi sarà il co-leader della SPD Lars Klingbeil a prendere la guida del partito.
Il segretario generale della SPD Matthias Miersch ha sottolineato ai media tedeschi che i negoziati con la CDU saranno in salita. “Non esiste alcun automatismo, ma il centro democratico deve naturalmente cercare di lavorare insieme in questi tempi”, ha affermato Miersch. La SPD esaminerà come si comporterà nei colloqui il candidato cancelliere della CDU, Merz. “Allora faremo in modo che dipenda dal fatto che funzioni effettivamente, sì o no. Alla fine, questo è certo, sarà una decisione dei membri della SPD”, ha aggiunto.
Anche il primo ministro della SPD della Bassa Sassonia, Stephan Weil, ha affermato che un governo di coalizione nero-rosso non sarebbe un successo garantito per lui. “Dovrebbe trattarsi di una coalizione di cui si possa dire in tutta coscienza: sì, potrebbe essere qualcosa”, ha dichiarato al quotidiano Die Welt. Un’alleanza del genere dovrebbe affrontare molte questioni “che devono essere assolutamente affrontate ora nell’interesse dei cittadini”.
L’estrema destra non vuole essere ignorata
Come da pronostico, il partito di estrema destra AfD ha assistito ad un’ascesa dei suoi consensi, migliorando il risultato di circa il 10% rispetto alle elezioni del 2021, piazzandosi al secondo posto dopo la CDU, ma è isolata dallo spettro politico tedesco.
Nella sua conferenza stampa postelettorale la leader dell’AfD Alice Weidel ha nuovamente rivendicato posizioni di leadership importanti in parlamento. Deve esserci “normalità nel Bundestag” e l’AfD deve ottenere “ciò che meritiamo con i nostri voti”, ha affermato Weidel a Berlino. In particolare, ha chiesto, ad esempio, “che il vicepresidente del Bundestag non ci venga negato”.
L’AfD, con 152 dei 630 seggi del futuro Bundestag, “non dovrebbe più essere ignorata”, ha proseguito Weidel. “Posso solo sperare che le altre fazioni non continuino con il loro approccio nei confronti dell’AfD, ma passino a un dibattito democratico”. Weidel ha inoltre definito “assoluta impudenza” il fatto che all’AfD non venga assegnato da anni un seggio nella commissione parlamentare di controllo, incaricata di vigilare sui servizi segreti in Germania.
La sorpresa della Sinistra
In parallelo al crollo di socialisti e liberali, la Sinistra (Die Linke) ha fatto segnare un risultato al di sopra delle aspettative, raccogliendo l’8,8% dei consensi, potrebbe offrire il suo appoggio agli altri partiti su leggi che richiedono una maggioranza dei due terzi. “Certo che siamo pronti a parlare, non c’è dubbio”, ha affermato il co-leader del partito Jan van Aken ai media tedeschi.
Tuttavia, il suo partito non vuole dare un assegno in bianco al governo. Si tratta di trovare modi in cui la sinistra non venga “imbrogliata” e che tuttavia “aiutino la democrazia ad andare avanti”. Van Aken ha respinto un aumento significativo della spesa per la difesa.
Citato dall’agenzia di stampa tedesca DPA, il politologo Thorsten Faas, ha sottolineato come la Sinistra abbia raccolto molti consensi tra i giovani, che però sono una basa molto instabile. “Alle elezioni europee l’AfD era molto forte tra i giovani, ora è la Sinistra”, ha affermato.
A favorire la ripresa della Linke, che a novembre era ai minimi storici con i sondaggi che la davano al 3,4%, è stata, secondo Faas, il fatto di aver preso posizioni diverse da quelle del governo guidato dalla SPD, su temi caldi come l’immigrazione. “Sono stati l’unica forza a prendere posizioni decisamente diverse rispetto alla SPD e ai Verdi nel dibattito molto visibile sull’immigrazione”, ha osservato il politologo, osservando che il partito propone una classica politica di sinistra, sia dal punto di vista socio-politico che economico, ad esempio con la richiesta che non ci fossero più miliardari. “È stato molto coerente.” La sinistra è riuscita a trasmettere questo messaggio con grande successo, non solo, ma anche attraverso i social media.
Il fallimento dei liberali
Il Partito democratico libero (FDP) fautore della crisi che ha portato alle elezioni anticipate non è riuscito a entrare nel Bundestag mantenendosi al di sotto della soglia di sbarramento del 5%.
Il vicepresidente dell’FDP Wolfgang Kubicki si propone come possibile successore dell’ormai ex leader Christian Lindner che ha annunciato l’intenzione di abbandonare la politica.
“Stasera così tante persone del partito e sostenitori mi hanno chiesto di assumere la guida del partito che sto seriamente prendendo in considerazione l’idea di candidarmi a maggio per tenere unito il partito e rimotivarlo”, ha scritto Kubicki sulla piattaforma di messaggi brevi X.
Ich bin heute Nacht von so vielen Menschen aus der Partei und von Unterstützern gebeten worden, die Führung der Partei zu übernehmen, dass ich ernsthaft darüber nachdenke, im Mai zu kandidieren, um die Partei zusammenzuhalten und neu zu motivieren. WK
— Wolfgang Kubicki (@KubickiWo) February 24, 2025
Anche la politica dell’FDP ed eurodeputata Marie-Agnes Strack-Zimmermann si è mostrata disponibile ad assumere la guida del partito dopo le dimissioni annunciate di Lindner.
Gestern war ein schmerzhafter Tag für die liberale Sache in Deutschland. Doch wer Freiheit liebt, gibt nicht auf. Wir werden zurückkommen.
— Moritz Körner (@moritzkoerner) February 24, 2025
“Sostengo pienamente l’FDP e assumerò responsabilità all’interno del partito laddove sarà necessario e laddove sarà auspicabile”, ha dichiarato l’eurodeputato al quotidiano Bild. È importante “agire uniti e con una rotta chiara”, ha aggiunto Strack-Zimmermann. “Dopo una campagna elettorale incentrata su argomenti piuttosto ristretti, abbiamo urgente bisogno di ampliare nuovamente la nostra attenzione, ad esempio sui diritti civili”.
Riflessioni tra i Verdi
Anche in casa dei Verdi è il momento della riflessione. Il gruppo sperava di poter quanto meno eguagliare il risultato del 2021 quando ottenne il 14,7% dei consensi diventando la seconda forza all’interno della coalizione guidata da Olaf Scholz. Il risultato dell’11,6% ha però deluso. Robert Habeck, candidato cancelliere del partito ed ex ministro dell’Economia nel governo uscente, ha annunciato lunedì che si dimetterà dal suo ruolo di leadership.
“Non rivendicherò né cercherò più un ruolo di primo piano nel team dirigenziale del Partito Verde”, ha detto Habeck in una conferenza stampa a Berlino, riconoscendo il risultato deludente. “Volevo di più, e noi volevamo di più”, ha ammesso, ma ha detto di essere orgoglioso della campagna “breve e intensa”. Al contrario di Habeck gli altri due leader del partito Franziska Brantner e Felix Banaszak hanno intenzione di rimanere.
Le sue dimissioni arrivano dopo una campagna elettorale altalenante in cui i Verdi hanno flirtato con l’idea di collaborare con la CDU di Merz, ma alla fine si sono ritrovati schiacciati tra i moderati che si spostavano a destra e gli elettori di sinistra che hanno disertato per passare alla Linke.
[a cura di Simone Cantarini]
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link