l’OFI Piemonte Valle d’Aosta pubblica uno studio a cura di GIMBE sull’accesso diretto

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L’Ordine dei Fisioterapisti del Piemonte e della Valle d’Aosta ha recentemente pubblicato un’analisi scientifica a cura della Fondazione GIMBE, interamente finanziata dall’Ordine. L’analisi è finalizzata ad esaminare le attuali modalità di accesso alla Fisioterapia nei vari contesti – ospedali, territorio, pubblico, privato – e a fornire una base solida per la progettazione di nuovi percorsi di accesso.

Questi percorsi prevedono, ad esempio, la possibilità per l’utente di accedere alla Fisioterapia per determinate condizioni cliniche direttamente su prescrizione del Medico di Medicina Generale, Pediatra di Libera Scelta o Specialista, con una conseguente riduzione dei tempi di attesa.

Grazie alla disponibilità degli Assessorati della Regione Piemonte e della Valle d’Aosta, la ricerca è sui tavoli istituzionali per un confronto progettuale sulla possibile attuazione degli scenari proposti.

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Federico Riboldi, Assessore alla Sanità della Regione Piemonte: «Condivisione, collaborazione e confronto: siamo convinti che queste parole siano la base di una buona amministrazione della sanità pubblica. Per questo motivo l’iniziativa dell’Ordine Fisioterapisti Piemonte Valle d’Aosta di pubblicare questo interessante studio curato da GIMBE è molto importante per avviare un dialogo aperto e costruttivo su alcuni punti che potranno sicuramente essere oggetto di approfondimenti. Grazie, quindi, per il lavoro svolto, soprattutto perché vede al centro il paziente, l’obiettivo primo della Regione Piemonte».

Carlo Marzi, Assessore alla Sanità, Salute e Politiche sociali della Regione Valle d’Aosta: «Apprezziamo l’approfondimento che l’Ordine dei Fisioterapisti del Piemonte e della Valle d’Aosta ha svolto grazie al supporto della Fondazione GIMBE su una tematica che, per quanto riguarda la Valle d’Aosta, rappresenta un’esperienza già praticata e collaudata e che funziona da anni con grande efficacia. Sul nostro territorio regionale l’accesso al primo ciclo di fisioterapia è infatti prescrivibile direttamente dal medico di famiglia, dal pediatra o dagli specialisti, senza l’obbligo di fare ricorso in via preliminare alla visita da parte del fisiatra. Le prestazioni sono erogate capillarmente sul territorio regionale, sia presso i poliambulatori dell’Azienda USL, sia presso i centri convenzionati con l’Azienda medesima. Valutiamo positivamente l’iniziativa dell’Ordine volta a progettare e diffondere nuovi percorsi di accesso che possono contribuire a migliorare i tempi di attesa e a garantire maggiore tempestività ed efficacia nell’assistenza».

La ricerca consiste nella revisione della letteratura internazionale sul tema dell’accesso diretto al fisioterapista, come avviene per il regime libero professionale in Italia, e della normativa di accesso ai servizi sanitari regionali di fisioterapia.

Verso una Fisioterapia di prossimità

La ricerca – firmata da Tiziano Innocenti, Nino Cartabellotta (presidente della Fondazione GIMBE), Marco Mosti, Roberto Luceri, Elena Cottafava – nasce con l’obiettivo di fornire evidenze scientifiche per sviluppare percorsi di accesso diretto alle cure del Fisioterapista, garantendo una maggiore tempestività nell’assistenza e un utilizzo più efficiente delle risorse del Servizio Sanitario Regionale (SSR).

«L’analisi ha preso in esame 30 studi, provenienti principalmente da Paesi in cui l’accesso diretto alla fisioterapia è una realtà consolidata – commenta Tiziano Innocenti, Direttore dell’Unità di Metodologia della Ricerca della Fondazione GIMBE – confermando che gli esiti clinici ottenuti sono sovrapponibili a quelli dei percorsi tradizionali con un impatto positivo in termini di costo-efficacia e soddisfazione dei pazienti. Abbiamo anche analizzato la normativa di accesso ai servizi di fisioterapia in 16 regioni e province autonome, evidenziando un quadro frammentato e disomogeneo. I risultati dello studio dimostrano che i fisioterapisti possono gestire in modo sicuro ed efficace numerose condizioni cliniche, migliorando la tempestività di accesso alle cure e ottimizzando l’uso delle risorse sanitarie. Ora è fondamentale avviare un confronto tra tutti gli attori coinvolti per valutare l’integrazione di modelli di accesso diretto nel contesto italiano, garantendo al contempo una formazione adeguata per i professionisti». In linea con le direttive del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del Decreto Ministeriale 77, lo studio si inserisce nell’ottica di una sanità di prossimità, capace di rispondere in modo efficace all’aumento delle patologie croniche ottimizzando i percorsi di cura e la gestione delle risorse disponibili.

Nel contesto attuale, caratterizzato da risorse limitate e dalla crescente necessità di costruire nuovi modelli di assistenza territoriale, il ricorso all’autonomia di tutti i professionisti sanitari, tra i quali i Fisioterapisti, può rappresentare un’importante opportunità per il sistema salute del Paese. Lo studio analizza la letteratura esistente sull’accesso diretto alle cure fisioterapiche, evidenziandone i benefici sia per i pazienti che per il sistema sanitario:

  • Riduzione dei tempi di attesa e miglioramento dell’accessibilità alle cure: L’accesso diretto consente ai pazienti di iniziare i percorsi di cura con il Fisioterapista in tempi più rapidi, favorendo un recupero più veloce e una migliore gestione delle condizioni muscoloscheletriche.
  • Ottimizzazione dei costi sanitari: L’accesso diretto riduce la necessità di visite mediche specialistiche ed esami diagnostici non necessari, liberando competenze mediche avanzate.
  • Formalizzazione di percorsi in cui il Fisioterapista operi trasversalmente in tutte le strutture – ambulatorio, degenza, terapie intensive, pronto soccorso – in diretta collaborazione con le equipe curanti.
  • Aumento della soddisfazione del paziente: L’accesso diretto offre un’esperienza di cura più semplice e immediata, migliorando la percezione complessiva dei servizi ricevuti.
  • Ottimizzazione delle risorse sanitarie: Una gestione più efficiente consente ai medici di base e agli specialisti di concentrarsi su casi più complessi, migliorando l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale.

Questi dati sottolineano come l’accesso diretto alla Fisioterapia non solo migliori l’esperienza e gli esiti per il paziente, ma contribuisca anche a un utilizzo più efficiente ed efficace delle risorse sanitarie.

L’Ordine Fisioterapisti Piemonte e Valle d’Aosta e GIMBE: una collaborazione strategica

Lo studio, realizzato dalla Fondazione GIMBE – da anni impegnata nella tutela e salvaguardia del Servizio Sanitario Nazionale – rappresenta un contributo rigoroso e basato su evidenze scientifiche per orientare la riorganizzazione dell’accesso alla fisioterapia.

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«La ricerca è un punto di partenza per portare avanti un dialogo costruttivo con le istituzioni, volto a disegnare percorsi sanitari più moderni e sostenibili – commenta Sabrina Altavilla, Presidente Ordine Fisioterapisti Piemonte Valle d’Aosta -. Siamo pienamente consapevoli del ruolo cruciale che tutti i professionisti sanitari rivestono nella riorganizzazione del sistema sanitario, l’Ordine intende sottolineare che i Fisioterapisti sono pronti a mettersi in gioco e a contribuire al cambiamento. È necessario lavorare insieme per trovare soluzioni innovative che pongano al centro i bisogni degli utenti, per questo rinnoviamo il nostro ringraziamento alle Regioni Piemonte e Valle d’Aosta per le collaborazioni instaurate al fine di sviluppare percorsi appropriati, efficaci ed efficienti».

«Esprimo la mia soddisfazione, in qualità di Presidente FNOFI, per lo studio realizzato dall’Ordine interregionale dei Fisioterapisti del Piemonte Valle d’Aosta, in collaborazione con GIMBE, con l’obiettivo di promuovere una gestione sostenibile della sanità attraverso la diffusione delle competenze basate sull’evidenza – afferma Piero Ferrante, Presidente FNOFI Federazione Nazionale Ordini Fisioterapisti -. Lo studio, incentrato sui modelli organizzativi relativi all’accesso diretto, da parte del cittadino, alle cure del Fisioterapista, ha una valenza nazionale, oltre che regionale, e rappresenta un prezioso punto di partenza per la discussione sui Tavoli nazionali di confronto dove, peraltro, la questione è stata già sottoposta all’attenzione del Ministro della salute, raccogliendo ampie convergenze».

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