Il Musée de l’Orangerie di Parigi rimarrà chiuso al pubblico fino al 2 marzo 2025 per portare a termine diversi lavori di ristrutturazione volti a migliorare l’accesso e il flusso dei visitatori. Questo progetto di ottimizzazione della fruizione si è reso necessario a causa dell’importante aumento dell’affluenza all’interno degli spazi degli ultimi anni. Il museo, che conserva il ciclo delle celebri «Ninfee» di Claude Monet, non ha mai visto così tanti visitatori: la direttrice Claire Bernardi, in carica da gennaio 2022, ha affermato che “nel 2006, quando ha riaperto dopo la riuscita ristrutturazione di Olivier Brochet, il numero massimo di visitatori previsto era di circa 600mila all’anno. Oggi la cifra effettiva è di 1,2 milioni”.
I fondi per finanziare il progetto derivano dai proventi della mostra itinerante Cézanne e Renoir: Looking at the World, nella quale sono esposti i capolavori dell’Orangerie e del Musée d’Orsay in un tour internazionale (attualmente al Museo d’Arte di Hong Kong per poi spostarsi a Tokyo e Seul).
Le Ninfee di Monet
Grazie alla chiusura di cinque settimane si è colta l’opportunità di rinnovare le sale ovali che ospitano le otto celebri “Nymphéas” di Claude Monet. Verrà effettuata una pulizia accurata delle tele monumentali, una ritinteggiatura delle pareti e la sostituzione dei lucernari. “Penso che ci sarà un netto prima e un netto dopo. Per gli intenditori sarà spettacolare” ha dichiarato Bernardi.
Le “Nymphéas” rappresentano il culmine della ricerca di Monet sulla luce e il colore. Realizzate tra il 1914 e il 1926, queste opere immergono il visitatore in un paesaggio acquatico senza orizzonte, trasmettendo un senso di pace e contemplazione. Le sale ovali del museo furono progettate appositamente per ospitare questo ciclo pittorico seguendo il desiderio di Monet di creare un ambiente che trasportasse lo spettatore in un mondo sospeso tra realtà e sogno. Inaugurate nel 1927, pochi mesi dopo la morte dell’artista, queste sale sono considerate uno dei primi esempi di installazione artistica immersiva.
Il restauro non solo punta a preservare le opere, ma anche a migliorarne la percezione visiva: la sostituzione dei lucernari restituirà una luminosità più naturale e uniforme valorizzando le sfumature cromatiche delle ninfee, mentre a ritinteggiatura delle pareti verrà realizzata con colori studiati per esaltare i contrasti e l’armonia della composizione. Questo intervento, condotto con il massimo rispetto per l’opera e la sua storia vuole garantire un’esperienza ancora più coinvolgente e fedele alla visione originaria di Monet.
I lavori di ristrutturazione
I lavori di ristrutturazione non puntano a modificare la natura del museo e nemmeno ad aumentarne la capienza: l’idea del progetto è quella di migliore in modo significativo l’esperienza del visitatore e le esigenze del personale. Uno degli interventi più importanti riguarda la creazione di un’uscita distinta sulla facciata nord dell’edificio che si affaccia sui Giardini delle Tuileries. Questi lavori permetteranno di far scorrere con maggiore facilità sia i flussi di ingresso che le code esterne. Per come era concepita la struttura precedentemente, ingresso e uscita dei visitatori erano fusi in un unico imbuto. Grazie alla nuova uscita l’atrio potrà quindi essere più spazioso e le file di visitatori saranno limitate.
I lavori che saranno svolti, come dichiarato da Bernardi, “non sono progettati per essere notati. Vedremo i cambiamenti, e il pubblico sicuramente li sentirà, ma l’idea è di essere il più umili e discreti possibile, rispettosi del luogo, dei lavori e dell’edificio stesso, che è un monumento storico”. Oltre al rinnovamento del negozio di souvenir, questi interventi coinvolgeranno il banco accoglienza, gli armadietti guardaroba, i banchi delle audioguide e le biglietterie. Alcune delle attenzioni sono rivolte anche all’accessibilità: sono stati ripensati, infatti, i livelli di ingresso e le altezze dei banconi in modo tale da renderli più accessibili e andare incontro a divere esigenze.
Il problema della polvere delle Tuileries
Uno dei lavori principali riguarda un intervento per contenere il più possibile il problema della polvere delle Tuileries attraverso l’installazione di porte girevoli e di un sistema di aspirazione progettato per ridurne l’impatto. Questo problema, ormai celebre, è causato dal suolo del giardino che ricopre gli eleganti viali del suo parterre realizzato secondo la formula seicentesca dello stabilisé di André Le Nôtre, composto da un misto pallido di ghiaia fine, sabbia e calce bianca.
Esso ha come caratteristica, però, di tramutarsi con estrema facilità in una polvere in grado di penetrare ovunque e creare diversi problemi (come quello della conservazione delle opere). L’importante afflusso di persone e i camion che trasportano merci finiscono per macinare continuamente questo materiale così da rendere difficoltosa la gestione. Diversi anni fa si era addirittura proposto di eliminarsene del tutto, ma i costi sarebbero stati eccessivi.
Bernardi ha così dichiarato: “A un certo punto abbiamo messo un grande tappeto all’ingresso, ma non ha funzionato. Abbiamo lavorato molto con i colleghi del Louvre per stabilizzare il terreno intorno al museo. E poi, il nostro personale interno lavora sodo, pulendo e spolverando nei giorni in cui il museo è chiuso”.
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