Frutta e verdura, due alleati per l’organismo contro i danni da microplastiche

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Le antocianine contenute in frutta e verdura potrebbero ridurre alcuni effetti dannosi delle microplastiche sull’organismo.

Dalla natura arriva una potenziale soluzione agli effetti dannosi delle microplastiche sui sistemi riproduttivi. Una nuova ricerca dimostra che gli antiossidanti che rendono la frutta e la verdura così colorata potrebbero contrastare alcuni degli effetti nocivi sulla salute derivanti dall’esposizione alle microplastiche.

Lo studio ha evidenziato gli effetti dannosi delle micro e nanoplastiche sui sistemi riproduttivi sia maschili che femminili, influenzando le cellule germinali, lo sviluppo embrionale, la progenie e inducendo la tossicità riproduttiva attraverso meccanismi quali stress ossidativo e infiammazione.

“Sia gli studi in vitro che quelli in vivo evidenziano i potenziali rischi posti da microplastiche e nanoplastiche, che includono stress ossidativo, alterazione endocrina e infiammazione, tutti fattori che possono compromettere la funzione riproduttiva sia nei maschi che nelle femmine”, sottolineano i ricercatori.

A fornire una soluzione ai problemi causati dall’inquinamento da microplastiche – sempre più presenti nell’ecosistema e nel nostro organismo – potrebbero essere gli antiossidanti e i composti antinfiammatori vegetali.

In particolare, le migliori candidate per mitigare i danni ossidativi sono le antocianine. “La ricerca di composti naturali per contrastare questi effetti nocivi è in corso, con le antocianine che emergono come promettenti candidate”, si legge sullo studio pubblicato sul Journal of Pharmaceutical Analysis. “Le antocianine come la C3G hanno dimostrato potenziali effetti protettivi contro la tossicità riproduttiva indotta dalle microplastiche”.

Per quanto riguarda il sistema riproduttivo maschile la ricerca, principalmente da studi sugli animali, suggerisce che le antocianine possono migliorare la qualità dello sperma (il numero di spermatozoi e la motilità). “In questo studio, l’integrazione di C3G ha migliorato il numero di spermatozoi, il peso dei testicoli e la spermatogenesi riducendo l’infiammazione e proteggendo l’integrità della barriera emato-testicolare”, spiegano i ricercatori.

Lo studio ha evidenziato anche che alcune microplastiche riducono i livelli di testosterone perché danneggiano le cellule di Leydig che producono l’ormone. Anche in questo caso, le antocianine sembrano aver supportato il ripristino della produzione di testosterone.

Nelle donne le microplastiche nel tessuto ovarico causano un’infiammazione, che sembra abbassare i livelli di estrogeni e altri ormoni. Le antocianine potrebbero ridurre gli impatti dannosi delle particelle, proteggendo i recettori ormonali da sostanze chimiche come cadmio, ftalati e bisfenoli. “Le sue proprietà antiossidanti aiutano a preservare la funzionalità ovarica e potenzialmente a mantenere la fertilità, evidenziando il suo potenziale terapeutico nella gestione del danno ovarico”, sottolineano gli autori della ricerca.

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Antocianine, cosa sono e in quali alimenti le contengono

Gli antociani (o antocianine) sono una classe di antiossidanti che appartiene alla famiglia dei flavonoidi. Sono responsabili dei colori rosso, viola e blu degli alimenti e hanno proprietà antiossidanti, di riparazione dei danni cellulari e contribuiscono a contrastare i radicali liberi. Tra le verdure più ricche di queste sostanze ci sono: cavolo rosso, ravanelli rossi, cipolle rosse, cavolfiore viola, melanzane viola e mais viola. Tra i legumi ne sono particolarmente ricchi i fagioli neri.

Nella frutta, le antocianine si trovano in abbondanza in more, lamponi, bacche di sambuco, mirtilli, fragole, ciliegie, mele rosse, arance rosse, melograno e prugne nere. Le preziose sostanze si trovano anche nella buccia dell’uva, sia rossa che nera.

Microplastiche, i danni per la salute

Le minuscole particelle, di dimensioni inferiori ai 5 mm, hanno ormai invaso aria, acqua, suolo e l’organismo umano. Numerosi studi hanno rilevato le microplastiche nel sangue, nel cuore, nel cervello, nella placenta e nello sperma.

Ma come finiscono negli organi? Attraverso l’ingestione o l’inalazione. La plastica è ormai presente tanto nelle verdure quanto nella carne, rendendo sempre più complicato evitare l’esposizione. Secondo l’ultimo rapporto della Commissione Ue “Future Brief”, un adulto ingerisce o inala dalle 39.000 alle 52.000 particelle di microplastica all’anno. Una quantità pari a 5 gr di plastica a settimana, l’equivalente di una carta di credito.

Uno studio scientifico italiano ha dimostrato la correlazione tra i frammenti presenti depositi di grasso nelle arterie e l’aumento del rischio di ictus e infarti. La presenza delle microplastiche è stata rilevata da diversi studi anche nello sperma, sollevando preoccupazioni proprio per i possibili danni alla fertilità.

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