False sponsorizzazioni sportive, coinvolte 417 società e 181 persone, 6 arrestate, anche a Latina – Il Caffe

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Fingevano sponsorizzazioni sportive, come le gare di rally, per generare un giro di false fatture e relativo denaro contante, con lo scopo di evadere le tasse: coinvolte ben 417 società e 181 persone, di cui 6 sono state arrestate, tra loro una è di Latina.

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone, in sinergia con la locale Procura della Repubblica, ha condotto l’importante operazione di polizia economico-finanziaria.

Operazione che ha interessato numerose aree del territorio nazionale, tra cui Roma e Latina.

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Sono stati impiegati oltre 200 militari della Guardia di Finanza, distribuiti in 40 Reparti del Corpo.

L’azione ha messo in luce un sofisticato sistema criminale, finalizzato a frodi fiscali e riciclaggio, che ha coinvolto un vasto numero di soggetti e società.

Indagini della Guardia di Finanza

L’operazione, frutto di complesse investigazioni condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Frosinone, ha avuto inizio a seguito di anomalie riscontrate nei contratti e nella fatturazione nel settore delle sponsorizzazioni sportive. In particolare è stato coinvolto il mondo delle gare automobilistiche di rally.

Le indagini hanno portato alla raccolta di una copiosa documentazione, analizzata attraverso più di mille rapporti di conto corrente, provenienti da 417 società e 181 persone fisiche.

Questa attività investigativa, caratterizzata anche da approfondite perizie tecniche e tributarie, ha permesso di individuare il meccanismo fraudolento dietro le operazioni finanziarie illecite.

6 arrestati, uno è di Latina

In base alle ordinanze emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Frosinone, l’azione ha previsto misure cautelari di particolare rilevanza, come l’arresto ai domiciliari per 6 soggetti chiave dell’organizzazione criminale.

Dei 6 arrestati risultati nell’operazione delle false sponsorizzazioni sportive, 4 sono residenti in provincia di Frosinone, uno in provincia di Latina e uno in provincia di Sondrio.

Contestualmente, sono stati disposti sequestri preventivi, anche per equivalente, di beni e disponibilità finanziarie per un importo complessivo superiore a 40 milioni di euro.

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Le perquisizioni effettuate hanno ulteriormente rafforzato l’azione delle forze dell’ordine, contribuendo a smantellare le reti di sostegno del sistema fraudolento.

Come funzionava la frode

Le indagini hanno portato alla luce un sistema organizzato che operava mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Schema del funzionamento della truffa sulle False sponsorizzazioni sportiveSchema del funzionamento della truffa sulle False sponsorizzazioni sportive
Schema del funzionamento della truffa sulle false sponsorizzazioni sportive

Le cosiddette società “cartiere” fornivano documentazione fittizia a favore di soggetti economici attivi in vari settori. Ciò consentiva alle aziende di ottenere indebiti vantaggi fiscali tramite deduzioni e detrazioni IVA.

Una volta accreditati i pagamenti, i bonifici venivano convertiti in contanti attraverso continui prelievi dai conti correnti. I contanti venivano restituiti alle ditte che avevano emesso i bonifici, decurtate della percentuale spettante al ‘complice’.
Un procedimento studiato per ostacolare la tracciabilità dei flussi finanziari.

Tale sistema ha permesso di emettere fatture false per un ammontare complessivo superiore a 80 milioni di euro, con un’evasione IVA che ha superato gli 11 milioni di euro.

181 gli indagati

L’operazione ha smascherato una rete criminale estremamente articolata, che ha coinvolto 181 indagati.

Le accuse sono, a avario titolo, di associazione per delinquere finalizzata a reati tributari, riciclaggio, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni e bancarotta fraudolenta.

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Le società coinvolte sono distribuite in 14 regioni e 37 località italiane. Ciò dimostra come la criminalità organizzata abbia saputo sfruttare le vulnerabilità del sistema economico e bancario nazionale per trarne profitto illecito.

I bonifici apparivano come normali transazioni commerciali. Invece rappresentavano il mezzo con cui i soggetti hanno potuto movimentare ingenti somme, ricorrendo a conti correnti intestati a persone fisiche e giuridiche, in particolare nella provincia di Frosinone.

Questa operazione si configura come un chiaro segnale dell’efficacia e della determinazione delle autorità nel contrastare le frodi fiscali e i meccanismi di riciclaggio.


Leggi anche: La Guardia di Finanza sequestra beni per 13 milioni di euro a una grossa società di Aprilia



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