Così non basta, meno tasse e oneri da subito – La Nuova Padania

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#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 


Mini intervento del Governo sul caro-bollette, per nulla risolutivo.  Tra le misure chiave del decreto in arrivo, l’ampliamento dei beneficiari del social bonus alle famiglie con Isee fino a 15mila euro, contro l’attuale tetto di 9.350. Costo dell’operazione 1,3 mld di euro per una platea di quasi 6 milioni di famiglie.

Ma l’impatto dei rincari pesa su tutte le case e su tutte le imprese. “Servono interventi urgenti, a cominciare dalla progressiva sterilizzazione degli oneri generali di sistema (gravanti per il 23% sulle Bollette elettriche del terziario) la cui fiscalizzazione condurrebbe all’abbattimento dei costi per la generalità dei clienti finali. Da attuare anche una sospensione temporanea del sistema ETS, in cui l’aumento dei prezzi delle fonti fossili incide pesantemente sul prezzo delle quote di Co2, che nel 2019 si attestava sui 25 euro/tonnellata, e attualmente ha raggiunto gli 80 euro/tonnellata”. E’ quanto si legge in una nota di Confcommercio-Imprese per l’Italia sull’impatto del caro energia sulle imprese del terziario di mercato. “Parallelamente, nel medio-lungo termine, l’obiettivo è ridurre la volatilità dei mercati e la dipendenza dall’estero – prosegue l’analisi -. Tra le misure chiave: un tetto dinamico e flessibile al prezzo del gas, il disaccoppiamento tra il prezzo dell’elettricità e quello del gas, il potenziamento delle infrastrutture per una maggiore sicurezza energetica, che passa anche dalla diversificazione delle forniture e dalle riserve strategiche. Centrale, infine, un maggior controllo sulla speculazione finanziaria per stabilizzare i prezzi e tutelare i clienti finali”.

 “Da quanto emerge dai dati rilevati a febbraio dall’OCEN (Osservatorio Confcommercio Energia), strumento di analisi e monitoraggio delle dinamiche dei costi energetici sostenuti dalle imprese del terziario di mercato – si legge ancora nel documento -, se i prezzi all’ingrosso si attestassero sui valori di gennaio (oltre 143 euro/MWh, per l’energia elettrica, e oltre 50 euro/MWh per il gas) nel 2025 le imprese dei settori di Confcommercio sosterrebbero, complessivamente, una spesa per energia elettrica e gas pari a 12,5 miliardi di euro, con una crescita del 17% rispetto al 2024 e del 38% rispetto al 2023, anno in cui, però, il Governo era intervenuto adottando diverse misure per ridurre i costi delle bollette (per il gas, riduzione dell’Iva al 5% e abbattimento oneri generali di sistema e crediti di imposta per le bollette del primo trimestre 2023, con aliquote pari al 45% per il gas e al 35% per l’energia elettrica). Se si esclude il 2022, annus horribilis per i costi energetici, il 2025 risulterà l’anno con la spesa storicamente più elevata per le imprese del terziario di mercato”. 

Microcredito

per le aziende

 

“Il governo ha detto no alla nostra proposta di disaccoppiare il prezzo di gas ed elettricità e passare a un acquirente unico pubblico per abbassare i prezzi delle bollette. E oggi le il governo ha detto no alla nostra proposta di disaccoppiare il prezzo di gas ed elettricità e passare a un acquirente unico pubblico per abbassare i prezzi. E oggi le bollette dell’energia vedono aumenti che vanno dal 15 al 30%. Oggi Elly Schlein ha rilanciato le proposte di legge del Pd depositate nei due rami del Parlamento per fermare gli aumenti”. Così il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia. “A questo punto è ora che il governo venga in Parlamento a dirci cosa vuole fare per controllare il costo dell’energia. Le nostre proposte sono a disposizione e ci auguriamo che questa volta Giorgia Meloni le voglia prendere in considerazione”, conclude Boccia.

“Dalle prime indiscrezioni che circolano sul dl “bollette”, l’impressione è che nel governo non ci sia affatto consapevolezza del dramma che riguarda i costi esorbitanti dell’energia. Meloni e Giorgetti vogliono svuotare il fiume in piena con un cucchiaino: tre miliardi circoscritti a sei mesi non sono nemmeno un palliativo, ma una presa in giro. La Cgia di Mestre ha specificato che solo lato imprese gli aggravi per il costo dell’energia supereranno i dieci miliardi in questo 2025. E oggi è arrivato l’allarme di Confcommercio, che ci dice come ad esempio per un albergo di medie dimensioni le spese per luce e gas sforano i 10 mila euro mensili. Con negozi, bar e ristoranti che non se la passano affatto meglio, anzi. Poi ci sono le famiglie, letteralmente “strozzate” da bollette da capogiro. Noi torniamo a chiedere un intervento forte sull’Iva e sugli oneri di sistema, il disaccoppiamento delle tariffe di luce e gas, e soprattutto una tassazione decisa sugli extraprofitti dei colossi dell’energia, per avere risorse sufficienti a mitigare gli effetti di questa buriana. Anche sulle concessioni idroelettriche, il governo sta architettando l’ennesimo pastrocchio solo per racimolare qualche milione in più: speriamo di aver letto male le anticipazioni del decreto legge. Intanto, sarebbe bene che Meloni calmasse i bollenti spiriti della maggioranza sul nucleare, a cui peraltro il suo partito era contrario in tempi non sospetti: il caro-bollette c’è ora, e questa filippica assurda su una “fonte” che gli italiani non vogliono non solo non aiuta, ma accresce il malcontento”. Così in una nota la deputata M5s Emma Pavanelli.



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