Di Carlo Platella
Cadono i veli sulla Mercedes W16, la vettura con cui Kimi Antonelli riporta i colori italiani in Formula 1. Il lancio attraverso render digitali, poco accurati nelle precedenti presentazioni del team di Brackley, limitano le considerazioni sulla nuova Freccia d’Argento. Tuttavia, oltre alle novità visibili a livello aerodinamico, modifiche altrettanto impattanti si nascondono nella meccanica sottopelle, già oggetto di attenzioni nello scorso campionato.
Legare meccanica e aerodinamica
L’obiettivo di Mercedes è liberarsi del cronico punto debole delle passate stagioni. Il progetto 2025 mira a una maggiore costanza di prestazioni nell’arco del calendario, indispensabile per puntare al colpo grosso. “La nostra principale attenzione è stato il lavoro sulla leggera reticenza della W15 a ruotare in ingresso nelle curve più lente, insieme allo squilibrio tra le temperature degli pneumatici che rendeva la vettura incostante da una sessione all’altra”. Così il direttore tecnico James Allison presenta la W16, sottolineando la determinazione a risolvere il cronico surriscaldamento delle gomme posteriori.
Si tratta di una criticità ricorrente e presente anche sulle Mercedes precedenti l’effetto suolo, impedendo alle Frecce d’Argento di competere per la vittoria sulle piste più calde e limitanti per l’asse posteriore, come Singapore o Monaco. Per risolvere il problema non bastava lavorare sul raffreddamento interno alla ruota, ad esempio modificando le prese d’aria dei freni. Il fenomeno infatti aveva origine dalle caratteristiche della mappa aerodinamica ed era aggravato dal modo in cui le sospensioni portavano a lavorare le gomme.
“È semplicemente un problema di temperature delle gomme posteriori ed è dove ricade gran parte della nostra attenzione” commentava Allison lo scorso luglio. “Ha a che vedere con come assetti la macchina, perciò potresti aver bisogno di alcuni strumenti meccanici per aiutarti a cambiarlo”. Primo obiettivo della W16 dunque è allineare il comportamento meccanico a quello aerodinamico, ricercando una migliore simbiosi tra i due. Mercedes aveva già apportato delle modifiche alla meccanica delle sospensioni durante il 2024, riscontrando un importante salto in avanti nella gestione gomme dopo le modifiche dell’Austria, tornando alla vittoria. La monoposto 2025 porta avanti il lavoro della passata stagione, invitando a non sottovalutare le novità meccaniche ai gruppi molle-ammortizzatori interni.
Niente pull rod
Considerata la qualità dei render pubblicati, l’unica informazione estraibile dalla sospensione anteriore della W16 è il mantenimento dello schema push rod, per quanto evoluto rispetto al 2024. Così come Aston Martin, nemmeno Mercedes segue la strada ormai dominante del pull rod, a cui ora si è uniformata anche Ferrari. Si conferma l’ambivalenza delle due soluzioni, la cui validità dipende in primo luogo dalle scelte di compromesso e dal concetto in cui si inseriscono. Sarà interessante comunque valutare dalle fotografie dell’auto reale se e come sia cambiata la disposizione degli elementi esterni.
Discorso simile vale per la sospensione posteriore, dove l’unica certezza per il momento è il cinematismo push rod. È curioso come nel comunicato stampa Mercedes parli di una nuova sospensione posteriore, senza però fare riferimenti al retrotreno, portando a chiedersi se lo schema non sia lo stesso del 2024. Anche in quel caso però, la scuderia di Brackley avrebbe comunque avuto margini per aggiornare le molle e gli ammortizzatori interni.
Lo sviluppo aerodinamico
Altrettanto delicate sono le considerazioni sulle superfici esterne, ancor più passibili di ritocchi nei render. Spicca comunque la nuova ala anteriore, il cui muso ora si allunga fino al profilo principale (1), otturando il soffiaggio con il secondo elemento. Cambia dunque l’incanalamento dei flussi sotto alla vettura, evidentemente per un diverso compromesso con la gestione dell’aria nella parte superiore del telaio.
Le immagini digitali ritraggono una diversa forma delle prese d’aria laterali (2). Sembrerebbe sparire la forma a P, ora adottata da McLaren, Ferrari e Aston Martin, preferendovi una configurazione a doppia apertura. La bocca orizzontale si presenta molto piccola, mentre decisamente ampia è l’apertura verticale, che se confermata diventerebbe le presa d’aria principale, suggerendo anche una diversa canalizzazione interna.
La soluzione proposta nei render evidenzia l’allungamento in avanti del labbro superiore della bocca laterale. Si tratta ormai della geometria dominante in griglia, la migliore per pressurizzare l’ambiente ai lati dell’abitacolo e incanalare i flussi lungo la parte bassa della carrozzeria. Proprio le fiancate si presentano diverse (3), con una maggiore ampiezza della superficie esterna. L’impressione è che Mercedes voglia sfruttare meglio le pance per schermare il fondo dalle turbolenze delle ruote anteriori, la cui gestione è particolarmente critica in condizioni di vento e nelle curve che richiedono ampi angoli di sterzo e imbardata.
Cambia il cofano
Mentre è cambiato l’arrangiamento delle prese d’aria laterali, rimane inalterato quello dell’air scoop sovrastante l’abitacolo (4). Subito dietro però si scorge un nuovo cofano (5), che ricalca le geometrie della Red Bull di fine 2024. In particolare, si apprezza l’incurvamento verso il basso della porzione più arretrata, richiamando e accelerando i flussi circostanti per valorizzare l’efficienza dell’ala posteriore.
Nel complesso, la vettura 2025 consente a Mercedes di applicare con più libertà le competenze maturate nell’ultima stagione, incorporando correttivi sia meccanici che aerodinamici. L’intento è anche di allargare la finestra di funzionamento, a fronte di una monoposto 2024 che rendeva al meglio sugli asfalti più livellati, ma che perdeva fin troppa competitività quando le condizioni le impedivano di girare bassa e rigida, soffrendo il bouncing. I dossi e i cordoli del Bahrain aiuteranno a valutare i progressi in quest’area e soprattutto la gestione delle gomme posteriori, aree da cui dipenderanno le speranze iridate delle Frecce d’Argento.
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