Rischia di saltare il progetto della Monza green dove ci si sposta solo con i mezzi pubblici e le bici: ecco perché

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A meno di un anno dalla presentazione e successiva approvazione del PUMS (Piano urbano della mobilità sostenibile), il grande progetto della Monza del domani green e dove ci si muove sempre di meno in auto, rischia di fallire prima ancora di essere completato. Perché quel documento – da anni atteso dalla città e redatto dalla giunta Pilotto – “disegnava” una mobilità della Monza del domani improntata sulla presenza della metropolitana.

Una Monza dove ci si muove di più coi mezzi pubblici, dove l’auto viene lasciata casa, preferendo per brevi spostamenti la bicicletta, il monopattino. Ma anche i mezzi pubblici con una flotta di autobus completamente elettrici. Ma soprattutto una Monza con le sue 7 fermate della metropolitana e il capolinea al Polo istituzionale di via Lario dove verrà realizzato lo studentato e il maxi parcheggio. 

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Ecco che cosa succederà se non arriverà la metropolitana

Ma se la metropolitana a Monza non arriverà secondo queste previsioni, anche il PUMS dovrà essere rivisto. O per la precisione completamente rifatto. A spiegarlo alla redazione di MonzaToday è Giada Turato, l’ex assessore alla Mobilità del Comune di Monza.

Il documento, per la parte tecnica, era stato realizzato in collaborazione con Monza Mobilità e con la società di consulenza Sintagma Srl e disegnava la Monza del 2034.

Come dovrebbe essere la mobilità della Monza del domani

Una Monza dove ci si sarebbe già spostati con la metropolitana. Ma non solo: dalle analisi effettuate a Monza il 67% degli spostamenti avviene utilizzando l’auto privata, il 17% utilizzando il trasporto pubblico locale e il 16% a piedi o in bicicletta. Con l’attuazione degli interventi inseriti nel PUMS ci si proponeva di modificare sostanzialmente il modo di muoversi in città, incentivando l’utilizzo del trasporto collettivo e la mobilità attiva. L’obiettivo è quello di ridurre al 50% gli spostamenti con auto propria, e aumentare al 30% gli spostamenti con il trasporto pubblico locale e al 20% quelli a piedi o in bici, ottenendo dunque un +15-19% di spostamenti attraverso la mobilità sostenibile. Pensando però a una città dotata di una linea di metropolitana con 7 fermate, di cui una capolinea dove arrivano (e si fermano) i pendolari che provengono da fuori città e che, diretti a Milano, non vanno a congestionare ulteriormente la rete urbana cittadina. Oltre alla presenza di 3 fermate della stazione ferroviaria (Monza, Monza Sobborghi e Monza Est che dovrebbe essere pronta per il 2028)

Ma se la M5 non verrà realizzata con le sue 7 fermate, o se peggio ancora si dovesse optare per i due lotti con l’arrivo della metropolitana a Bettola il progetto andrebbe a decadere. Ed è la stessa ex assessore Giada Turato, che aveva lavorato al PUMS e che poi ad agosto era stata licenziata dal sindaco Paolo Pilotto, a denunciare il rischio e a difendere la necessità di portare a Monza il progetto delle 7 fermate. 

La situazione a maggio 2024

Era maggio 2024 quando il sindaco Paolo Pilotto aveva presentato in consiglio comunale gli ultimi importanti aggiornamenti sulla metropolitana. Poi a luglio la doccia fredda, con il Comune di Milano che aveva annunciato la mancanza di 400 milioni di euro (poi ulteriormente lievitata) per realizzare il prolugamento da Bignami fino a Monza (Polo istituzionale di via Lario). A maggio il primo cittadino aveva annunciato che, se non ci fossero stati intoppi, i lavori avrebbero preso il via  nel 2025 con l’ultimazione dell’opera entro 7 anni. Intanto la fase burocratica e di valutazione stava procedendo, dal febbraio 2023, a passo spedito con la previsione della conclusione (da parte della Regione Lombardia) della Conferenza dei servizi procedura PAUR entro la fine del maggior 2024. E così è stato.. 

Le 7 fermate

Una struttura che, logicamente, avrà un importante impatto su quelle 7 aree che verranno raggiunte dalle altrettante 7 fermate della metropolitana lilla: Campania, Marsala, Monza Fs, piazza Trento e Trieste, Villa Reale, ospedale e Monza Brianza (che corrisponde alla fermata al Polo istituzionale. Il sindaco ha più volte ricordato iil costante confronto con il Comune di Milano, con MM, con la Regione Lombardia, ma anche con i comuni vicini per quella fermata di Monza Bettola che comunque ha un impatto molto importante sulla città.

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Che cosa succederà

Ma anche nelle ultime settimane Pilotto si è confermato ottimista, e ha ribadito che i lavori con gli altri sindaci coinvolti nel progetto (Milano, Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo) stavano procedendo, così come gli espropri in città. Poi, la situazione si è ulteriormente “impantanata” e durante l’audizione al Pirellone l’assessore alle Infrastrutture Claudia Maria Terzi ha annunciato la possibilità della realizzazione dell’opera in due lotti. Opzione subito criticata. Intanto Il 27 febbraio, i sindaci di Milano (Giuseppe Sala), Sesto San Giovanni (Roberto di Stefano), Cinisello Balsamo (Giacomo Ghilardi) e Monza (Paolo Pilotto) si incontreranno a Palazzo Marino per discutere i prossimi passi necessari per avanzare nell’iter di realizzazione del progetto.

 



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