Poteri occulti, mafia e Stato: il sistema invisibile che governa l’Italia – Intervista a Luigi de Magistris

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


(AGENPARL) – Roma, 23 Febbraio 2025

Luigi de Magistris è una delle figure più rappresentative della lotta contro i poteri occulti e la criminalità organizzata in Italia. Ex magistrato e politico, ha portato avanti indagini e battaglie che hanno svelato intrecci tra mafia, massoneria deviata e istituzioni, mettendo in luce come questi legami abbiano condizionato il panorama politico ed economico del Paese.

In questa intervista, affrontiamo con lui temi cruciali, a partire dal ruolo della P2 e di Licio Gelli nella riorganizzazione della ‘ndrangheta e nei piani geopolitici legati alla Sicilia, fino all’attuale radicamento della criminalità istituzionale. Discuteremo dell’influenza pervasiva delle reti occulte nella politica italiana, delle difficoltà nel contrastarle e del silenzio istituzionale su questioni come la massoneria e le infiltrazioni mafiose negli apparati dello Stato.

Contabilità

Buste paga

 

Attraverso la sua esperienza, de Magistris ci aiuterà a comprendere come questi fenomeni si siano evoluti nel tempo, quali siano oggi le strategie di potere adottate dai gruppi occulti e quali strumenti potrebbero ancora essere efficaci per contrastarne l’influenza.

Domanda. Nel contesto del dibattito, lei ha illustrato come la P2 sia nata da un progetto ideato per asservire l’Italia, con elementi come la collaborazione tra mafia e massoneria. Quali sono, secondo lei, i fattori chiave che hanno permesso la nascita di questo “centro occulto” e come si è evoluto il suo ruolo nel tempo, in particolare in relazione alla ‘ndrangheta e a Cosa Nostra? Più in particolate qual è stato il ruolo di Gelli nella riorganizzazione della ‘Ndrangheta e quale significato ha avuto in relazione al progetto di separazione della Sicilia dall’Italia e in che modo gli Stati Uniti hanno modificato il loro interesse verso il progetto di controllo sul Mediterraneo attraverso la Sicilia?

    Luigi de Magistris. Il piduismo comincia a crescere dallo sbarco degli americani in Sicilia con il connubio mafia-massoneria e la messa a disposizione verso gli alleati. Gli americani hanno sempre considerato strategico il nostro Paese per la loro influenza nel sud Europa, nel mediterraneo, nel nord Africa e medio oriente. La Sicilia è stato il primo avamposto della strategia del patto atlantico in Italia, fino ad ipotizzare un tempo anche progetti separatistici per non perdere mai il controllo dell’isola. Gelli è sempre stato un solido riferimento per i neofascisti, i partiti cardine dell’ordine costituito e gli americani. Era il burattinaio al servizio del patto atlantico per le operazioni necessarie per impedire un mutamento del quadro politico sgradito agli americani, alla Nato e ai loro sodali in Italia. Gelli e la P2 per accrescere la loro forza hanno sempre avuto rapporti non occasionali con cosa nostra e ancora di più con l’’ndrangheta storicamente più vicina, soprattutto nella sua componente reggina, con la destra neofascista. C’è ancora molto da scoprire sui rapporti tra lo stragismo piduista e le mafie siciliane e calabresi, senza dimenticare anche il ruolo della camorra soprattutto tra il caso Cirillo, l’omicidio del capo della squadra mobile di Napoli Antonio Ammaturo e la strage del rapido 904.

    Domanda. Lei ha descritto la Calabria come teatro di un vero e proprio laboratorio criminale, dove il flusso di denaro pubblico ha favorito infiltrazioni e accordi tra politica, imprenditoria e organizzazioni mafiose. Qual è stato l’impatto di questo sistema vent’anni fa e in che modo si manifesta ancora oggi, contribuendo alla persistenza della criminalità istituzionale nella regione?

      Luigi de Magistris. Nelle mie attività investigative di pubblico ministero in Calabria individuammo un potente e ramificato sistema criminale che controllava gli interi ed enormi flussi di denaro pubblico destinati a quella regione. L’accaparramento delle risorse pubbliche consentiva ad un sistema criminale corrotto e mafioso di prendere il controllo di interi settori della politica e della pubblica amministrazione. Con una capacità senza precedenti di collusioni anche con fondamentali apparati di controllo dello Stato, magistratura compresa. In quella terra si è consolidato il laboratorio per la nascita della criminalità istituzionale, un sistema criminale che ha quale obiettivo la conquista del potere e dello Stato. Un piduismo di ultima generazione che rappresenta l’evoluzione più raffinata e strategica delle organizzazioni mafiose, in primis l’’ndrangheta. Oggi la situazione si è consolidata perché con la mimetizzazione fino al cuore dello Stato, con una capillare operazione di penetrazione progressiva, riescono anche a neutralizzare i servitori onesti della Repubblica con l’utilizzo dei proiettili istituzionali. Un sistema criminale invisibile ed occulto che si veste con gli abiti della legalità formale e dell’ordine costituito.

      Domanda. Nel suo intervento si parla di “poteri occulti” che, attraverso reti trasversali ai partiti, hanno progressivamente conquistato il controllo delle istituzioni. In che misura ritiene che questo modello di potere, fondato su legami affaristici e, in alcuni casi, criminali, continui a influenzare il panorama politico ed economico italiano attuale?

        Luigi de Magistris. Lo influenza in maniera determinante. A livello istituzionale, politico, economico, delle professioni, dell’informazione, dei colletti bianchi. L’evoluzione della criminalità istituzionale è stata talmente forte e pervasiva che oggi, ad esempio, sempre più spesso non hanno nemmeno bisogno di ripulire e riciclare il denaro sporco, perché lo fanno nascere già “pulito”, con attività economiche formalmente in regola e con tutte le carte da bollo. Del resto le ultime generazioni degli appartenenti a questo sistema criminale hanno studiato nelle migliori università italiane.

        Domanda. Lei ha denunciato l’adozione di leggi ostacolo che limitano il lavoro delle forze di polizia e della magistratura, rendendo difficile contrastare le infiltrazioni mafiose. Quali riforme strutturali e quali strumenti operativi ritiene necessari per rafforzare il ruolo della magistratura e garantire un’efficace lotta contro la criminalità organizzata? Perché oggi la Politica non vuole occuparsi della Massoneria e perché la Commissione antimafia non ha finora ascoltato i Gran Maestri delle più grandi Obbedienze massoniche in Italia?

        Finanziamo agevolati

        Contributi per le imprese

         

          Luigi de Magistris. La maggioranza delle forze politiche non hanno alcuna volontà ed interesse a contrastare questo sistema criminale, a lottare contro corruzione e mafie, perché sono travolti dalla questione morale. Più che prevedere nuove leggi per rafforzare il contrasto al sistema criminale, tema oggi utopistico, sarebbe già rivoluzionario non approvare leggi che depotenziano il lavoro della magistratura e delle forze di polizia. E modificare quelle già approvate. Il pubblico ministero deve rimanere autonomo ed indipendente, non come lo vogliono, piduisti di ieri e di oggi e la gran parte del potere politico, asservito al governo. La commissione parlamentare antimafia di questa legislatura non ha alcuna volontà di affrontare la questione delle massomafie e dell’eversione istituzionale, perché rischierebbe di trovarsi in numerosi ed imbarazzanti conflitti di interesse.

          Domanda. Ha evidenziato come il controllo dei media e il conformismo giornalistico possano contribuire al mantenimento dei poteri occulti. Le critiche di Di Bernardo al Gran Maestro del Grande Oriente riguardo alla mancanza di chiarezza sulla P2 e quali effetti ritiene possano avere sulla storia italiana, nonostante la documentazione recentemente pubblicata da Agenparl?

            Luigi de Magistris. La massoneria non ha contribuito in maniera efficace a denunciare le ramificate e costanti deviazioni al punto tale che oggi risulta sempre meno credibile parlare di deviazioni di singoli, di mele marce, perché siamo sempre di più di fronte a frutteti contaminati. Il controllo dei mezzi di comunicazione pubblici e privati, poi, è sempre stato uno degli obietti di Gelli e del piduismo che oggi è sempre più ramificato nella politica e nelle istituzioni. Gelli è morto, ma il suo progetto eversivo è più vivo che mai.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Source link