La festa di Nasrallah. Sciiti in marcia, lo stato si nasconde

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Freme la Dahieh, la periferia sud di Beirut e cuore sciita della capitale, che oggi commemora il suo riferimento assoluto per oltre trent’anni nello stadio Camille Chamaoun. Ovunque immagini del capo martire Hassan Nasrallah.

Nella sera freddissima della vigilia del grande evento che ha portato a Beirut oltre «400mila persone da Yemen, Iraq, Iran, Bahrein, Kuwait, Oman, oltre a delegazioni e partiti provenienti da ogni parte del mondo» secondo il quotidiano locale al-Diyar, le strade, già addobbate con le luci per il mese di Ramadan e bagnate da una pioggia sottile di neve sciolta, erano un viavai di motorini e auto con foto di Nasrallah e bandiere gialloverdi del Partito di Dio, rosso-verdi di Amal, cortei improvvisati, negozi aperti e un clima di festa e non di lutto.

IL MARTIRIO, inteso come simbolo della lotta contro l’ingiustizia, è del resto il cardine su cui ruota la cultura sciita. Impossibile sintetizzare in poche battute la complessità, l’importanza storica e il peso politico e sociale di Hassan Nasrallah. Leader indiscusso di Hezbollah dal 1992, quando succede a 32 anni ad Abbas al-Musawi, a sua volta ucciso dall’esercito israeliano, Nasrallah regge il Partito di Dio fino al 27 settembre 2024, quando alla Dahieh è vittima di un violentissimo bombardamento israeliano nel corso della guerra tra Israele e Hezbollah cominciata l’8 ottobre 2023, all’indomani dell’attacco a Israele di Hamas.

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Ăˆ con Nasrallah che il gruppo armato, nato durante la guerra civile libanese (1975-90) dall’unione di varie fazioni sciite libanesi e sotto l’egida dell’Iran, rivoluzionato dall’ascesa al potere di Khomeini nel 1979, diventa anche partito politico, partecipando per la prima volta alle elezioni.

Da allora acquista un ruolo via via piĂ¹ centrale nella scena politica libanese, fino all’alleanza con l’ex presidente cristiano maronita Michel Aoun – il famoso patto sancito nella chiesa di Mar Mikhail – all’indomani dell’uccisione di Rafiq Hariri del 2005 (i sospetti, mai confermati ufficialmente, ricadono sui servizi segreti siriani e su Hezbollah) e del ritiro delle truppe siriane di occupazione in Libano. Un patto che vedrĂ  Hezbollah sempre piĂ¹ radicarsi nelle strutture di potere e Michel Aoun, dopo un esilio volontario in Francia, tornare e diventare presidente della repubblica dopo qualche anno.

Fine oratore, il cui carisma viene riconosciuto anche dagli avversari politici, punto di riferimento per il sostegno alla causa palestinese nella regione, Nasrallah riesce con grande abilità a tenere insieme le contraddizioni che abitano Hezbollah, a partire dalla gestione a tratti neoliberista dell’economia del partito, da quella del consenso – clientelare come quello delle altre formazioni politiche libanesi – e soprattutto del dissenso. Sono molti gli assassinii politici e di giornalisti attribuiti al Partito di Dio: fra tutti Samer Kasser e Gebran Tueni.

Assieme a quelli di Nasrallah, si terranno i funerali del cugino e probabile successore Hashem Safieddine, ucciso a pochi giorni di distanza. Da ieri a migliaia gli sciiti in viaggio verso la capitale dalla Beka’a e dal sud del Libano, luoghi in cui l’egemonia di Hezbollah, nonostante la devastazione causata dai bombardamenti israeliani, rimane solida. Allerta massima nel paese: l’aeroporto di Beirut oggi rimarrà chiuso durante la cerimonia.

MOLTI LEADER libanesi invitati non si sono voluti esporre in prima persona, in un momento molto delicato per il paese e la regione. Il presidente Joseph Aoun non parteciperà e la presenza del neo premier Nawaf Salam è improbabile, ma saranno rappresentati.

Non ancora confermata l’adesione della terza carica dello stato Nabih Berri, in una posizione complicata perché sciita e capo di Amal. Anche lo storico alleato Aoun e il leader druso Jumblatt hanno optato per l’assenza. Le Forze libanesi e il Kataeb (destra cristiana nazionalista), avversari e nemici giurati di Hezbollah, non sono stati invitati.

La cerimonia va molto oltre la commemorazione di un leader, in un momento in cui, dopo la guerra e la caduta in Siria di Bashar al Assad, è ancora poco chiaro il ruolo che Hizbollah avrà in Libano e nella regione negli anni a venire.



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