Il mercato, un indicatore affidabile del livello di salute di un paese

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Non sarà sfuggito a molti che, subito dopo aver una notizia di ampia portata non necessariamente economica, le fanno seguire quella che informa come hanno reagito i mercati a seguito della prima. Il Mercato, quello che gli economisti, a prescindere dal loro credo politico, definiscono il Luogo Ideale in cui si muovono la curva della domanda di beni e servizi e quella dell’offerta degli stessi. Dove si incontrano, intersecandosi, determinano il prezzo “di mercato” di quel bene o servizio specifico. In parole comprensibili anche ai tavolini, ciò significa che ogni unità prodotta nel sistema socio economico a cui è rivolta l’ attenzione viene comprata e venduta fino all’ultima unità. L’importanza del mercato, soprattutto quello che fluttua senza alcuna interferenza esterna e nessun condizionamento di ogni genere, dà un indicazione attendibile del grado di salute di cui gode, al momento, la realtà socioeconomica sotto osservazione. Scendendo di un solo gradino del livello della conversazione, ci si trova di fronte il mercato fisico, che è il luogo reale dove si incontrano, talvolta si scontrano, quanti vogliono vendere con quanti vogliono comprare qualsiasi bene o servizio, in alcuni casi denari di diverso genere. In epoche differenti e da angolazioni dirimpettaie, molti sono stati gli economisti che si sono cimentati nella disamina del  fenomeno mercato, facendo in modo di estrarne le leggi che lo regolano. Per sola brevità possono essere sufficienti le considerazioni che fecero, nella prima metà del secolo scorso, il Professor Luigi Einaudi e, verso la fine dello stesso, il Professor Tommaso Padoa Schioppa. Il primo, nella prefazione del suo manuale di Scienze delle Finanze, descrive il mercato settimanale che si svolgeva, tutte le domeniche nel suo paese nelle Langhe, Dogliani. Lo fa descrivendo il modo in cui si svolgono le trattative tra chi vuol comprare e chi vuol vendere così in dettaglio che, a chi legge, sembra di averli davanti agli occhi.

Con altrettanta dovizia di particolari, sul Corriere della Sera, il secondo, in prima pagina, scrisse una specie di racconto “popolare”, in cui, descrive l’evoluzione del modo di vendere e di comprare dal dopoguerra al tempo attuale. La grande differenza che evidenzia è quella con i supermercati, planati sullo Stivale poco dopo il Piano Marshall, insieme ai primi elettrodomestici Made in Usa. Erano I primi segnali concreti di quanto aveva fatto vedere Alberto Sordi sul grande schermo, nella finzione cinematografica. Dunque si può comprendere perfettamente, al punto in cui è arrivata l’osservazione, che una della definizioni date all’ Homo Sapiens, quella da parte degli economisti, è Homo Oeconomicus. Costui deve far di conto in buona parte delle sue attività “avendo a disposizione risorse limitate, dovendo soddisfare, in parte, bisogni illimitati”. Il mercanteggiare non può mancare nel copione di quell’ attore a tempo pieno. Altra cosa è l”Homo Ludens, quello che, volendo soddisfare un particolare suo desiderio, non fa alcun conto di tipo economico, eccezion fatta per la sua disponibilità di cassa. È bene non andare oltre in questa sede, mentre è più che importante continuare a riflettere sulla funzione imprescindibile del mercato.planati sullo Stivale poco dopo il Piano Marshall, insieme ai primi elettrodomestici Made in Usa. Erano I primi segnali concreti di quanto aveva fatto vedere Alberto Sordi sul grande schermo, nella finzione cinematografica del film “Un americano a Roma” .

Dunque si può comprendere perfettamente, al punto in cui è arrivata l’osservazione, perchè una della definizioni date all’ Homo Sapiens, quella da parte degli economisti, è Homo Oeconomicus. Costui deve far di conto in buona parte delle sue attività “avendo a disposizione risorse limitate e dovendo soddisfare, almeno in parte, bisogni illimitati”. Il mercanteggiare non può mancare nel copione di quell’ attore a tempo pieno. Altra cosa è l”Homo Ludens, quello che, volendo soddisfare un suo particolare desiderio, non fa alcun conto di tipo economico, eccezion fatta per la sua disponibilità di cassa. È bene non andare oltre in questa sede, mentre è più che importante continuare a riflettere sulla funzione imprescindibile del mercato. Ricordando che non è stata mai invalidità la concezione di chi vive nei campi, precisamente che “vale di più uno sfizio che 100 ducati”. Con buona pace dell’ Homo oeconomicus.

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