MODICA – “E’ opportuno ricordare l’importante contributo della Democrazia Cristiana nelle scorse elezioni amministrative del Comune di Modica”: comincia così il lungo comunicato a firma della Segretaria Provinciale della Democrazia Cristiana Anna Maria Aiello. “Il Sindaco Monisteri – prosegue la nota – è stata eletta con il contributo elettorale importante della Democrazia Cristiana, prima lista con quasi 8.000 voti di preferenza che hanno determinato l’elezione di 7 consiglieri comunali, un terzo dei consiglieri di maggioranza, e il conferimento di una delega assessoriale. Questo è stato il consenso sociale che la Democrazia Cristiana ha apportato al Sindaco Maria Monisteri Caschetto.
Il programma elettorale, voluto e condiviso dalla Democrazia Cristiana, rispondeva alle esigenze politiche, sociali ed economiche della Comunità, successivamente all’amministrazione del Commissario Straordinario Ficano, insediatasi a seguito delle dimissioni del Sindaco Ignazio Abbate, oggi deputato Dc all’Ars. Nel periodo di commissariamento è stato approvato dalla Sezione di Controllo della Corte dei Conti la Rimodulazione del Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale con estensione della durata sino al 31 dicembre 2027.
Questo è stato l’impegno e la responsabilità che il Sindaco Monisteri ha assunto in quanto espressione di continuità dell’azione amministrativa del sindaco uscente Ignazio Abbate, nella cui squadra era stata eletta ricevendo anche la delega di assessore alla cultura. Il Sindaco pro-tempore Abbate, sin dal suo primo insediamento, anno 2013, volle continuare nell’azione di risanamento già avviata dalla precedente amministrazione Buscema, con un Piano di Riequilibrio, non ancora approvato dalla Corte dei Conti, che rimodulò al fine di consentire il giusto equilibrio fra misure di risanamento e misure di sviluppo sociale ed economico della Comunità.
Oggi è la Democrazia Cristiana a dichiarare che non si poteva più condividere la scelta del Sindaco Monisteri di avere volutamente e scientemente portato il Comune di Modica, da ben oltre 2 anni, in un marasma amministrativo-contabile, in cui l’ unica possibile soluzione è stato il dissesto. La scelta della Democrazia Cristiana, condivisa da altre espressioni civiche presenti in Consiglio comunale, è imposta altresì dal rispetto dei principi etici e morali che governano l’azione politica e che trovano fondamento nella tutela della Comunità quale espressione di Famiglia, di Soggetti Deboli, di Giovani, di Lavoro, di Imprese, in parole semplici ed oggi molto ricorrenti, di Bene Comune.
La politica si esercita nel territorio ed è vera e sana quando opera nell’interesse esclusivo della Comunità di riferimento. Il Sindaco Monisteri non ha più un programma perchè il ricorrere alla procedura di dissesto impone delle rigide regole di gestione economico-finanziaria che si estrinsecano semplicemente nell’aumento delle entrate, tutte, dell’Ente e nella riduzione delle spese per personale e servizi. Misure che il Sindaco avrebbe potuto attuare qualora avesse voluto anticipare il risanamento rispetto all’anno 2027, quale termine di chiusura della procedura di riequilibrio di cui alla rimodulazione del piano approvato lo scorso 22 dicembre 2022, conservando così a capacità di autodeterminazione di scelte amministrative condivise con i suoi consiglieri comunali di maggioranza.
Il Sindaco – prosegue la Aiello – deve avere il coraggio di dire ai suoi concittadini in maniera chiara e trasparente che nella procedura di riequilibrio è l’amministrazione comunale che definisce le misure da assumere responsabilmente a soddisfazione dei bisogni sociali ed economici della comunità amministrata, mentre nel dissesto tali misure operano ope legis per il periodo successivo a decorrere dalla data di dichiarazione di dissesto. Pertanto, il Sindaco, con la dichiarazione di dissesto, ha voluto tout court cancellare gli impegni assunti, sia del passato sia quelli della sua gestione, relegandoli in un limbo di incerta risoluzione finanziaria in quanto sarà un organismo terzo, la Commissione Straordinaria di Liquidazione, a definire tempi, modi e procedure di risoluzione della massa passiva.
Riteniamo che il Sindaco, anzichè parlare di rinascita, debba prendere consapevolezza del grave danno che col dissesto ha arrecato alla Comunità che lo ha eletto e che in ella aveva risposto speranza e fiducia. I Consiglieri della Democrazia Cristiana unitamente ai Consiglieri delle liste civiche che si sono dichiarati fuori dall’amministrazione del Sindaco Monisteri, vigileranno a che le misure economico-finanziarie che dovranno essere approvate per la procedura di dissesto siano sempre ed unicamente ricondotte alla tutela degli interessi sociali ed economici dell’intera Comunità. Nell’interesse del Gruppo politico maggiormente presente in Consiglio comunale, Democrazia Cristiana, si auspica che il Sindaco voglia procedere, alla prima assise utile, alla verifica politica affinchè la cittadinanza possa essere resa edotta di quanto accaduto e dei nuovi equilibri politici all’interno del civico consesso, nonchè della attuale posizione politica del sindaco che non ha più una maggioranza e, pertanto – conclude la segretaria provinciale Dc – la piena capacità amministrativa e gestionale”.
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