dalla lotta per l’autonomia alla migrazione in America

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


Jimmy Page, Robert Plant, John Paul Jones e John Bonham raccontano le origini del gruppo più talentuoso della storia del rock: dalla lotta per l’autonomia alla migrazione in America

Sarà nelle sale cinematografiche dal 27 febbraio al 5 marzo, Becoming Led Zeppelin, diretto e scritto da Bernard MacMahon, insieme a Allison McGourty e distribuito in Italia da Nexo Studios. Becoming Led Zeppelin ovvero tutto quello che non vi aspettate da un documentario su quella che forse è la rock band più importante e famosa del mondo.

Non ci troverete sex, drugs e robe varie. No, ed è straordinariamente magnifico così, non perché bisogna nascondere quella parte lì ma perché forse di quella parte lì si è parlato abbastanza, fin troppo ed è invece giusto puntare il riflettore sulla musica e sul processo di costruzione della musica. Becoming Led Zeppelin è difatti l’accurato racconto da parte dei protagonisti di come sono diventati i Led Zeppelin, proprio in senso tecnico. Non solo il racconto e l’incontro di quattro ragazzi che spinti dal volere il meglio delle loro esperienze musicali precedenti si cercano in un qualche modo, per vie traverse, e alla fine si incontrano, ma il documentario racconta e descrive anche come ci sia stata una spasmodica ricerca nel volere l’unicità del suono e di come Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones e John Bonham stessero cercando di fare quello che volevano fare ancora prima di incontrarsi: fare musica come volevano loro, senza avere bastoni tra le ruote.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Ed è per questo che Jimmy Page, il chitarrista “migliore del mondo” ?! risulta essere il fulcro della band in un certo senso. È lui a produrre il loro primo album, ed è lui a volare, giovanissimo negli Stati Uniti all’Atlantic Records per firmare il loro primo contratto discografico, con la protezione e il sostegno di Peter Grant, manager degli Yardbirds prima e che aveva promesso a Jimmy che lo avrebbe sostenuto in ogni sua nuova iniziativa. Page aveva la consapevolezza che il disco, già bello che pronto, non avrebbe subito nessuna trasformazione e nessuno ci avrebbe messo mano. Alla fine dei conti erano il miglior chitarrista del mondo, Jimmy Page, il miglior batterista del mondo, John Bonham, il miglior bassista del mondo John Paul Jones e il miglior cantante e performer Robert Plant, che non solo con il talento straordinario ma con tenacia, concentrazione, autorevolezza, seppur giovanissimi ad ottenere dal e nel mondo della musica quello a cui tenevano di più: fare musica come volevano loro.

E allora è importante arrivare fino alla fine, per poter comprendere le parole dello stesso Page, che non solo chitarrista come pochi nel mondo, ma anche tecnico in grado di giostrare la macchina della sala di registrazione, capace di rendere al meglio il suono di un disco. Ma anche la fatica di non essere prima percepiti e compresi in patria, costretti in senso lato e fisico del termine a dover emigrare in America, dove lì viene riconosciuto il talento, anche se i giornali dapprima, come ricorda Robert Plant, facendo riferimento alla rivista Rolling Stone, li avevano quasi del tutto massacrati. Ma loro non si erano mai tirati indietro, la forza dirompente nelle parole di Jimmy Page quando dice che in quel momento era importante non che ci fosse un pubblico numeroso ma che loro quattro si stringessero intorno per dare il meglio per loro stessi. Ecco, è il meglio dato ad ogni occasione live e in studio che li ha fatti diventare i Led Zeppelin, per poi ritornare a Londra, come se si ritornasse a casa, e per un concerto, quello del 1970 alla Royal Albert Hall, con la sensazione di suonare per le proprie famiglie e per gli amici, il ritorno a casa, una sorta di home coming della band che in America aveva sfondato tutto e aveva fatto esplodere ogni tipo di entusiasmo.

Plant era un dio assoluto con la sua voce, le sue movenze, la sua sensualità, il più grande performer di tutti i tempi, la storia stabilirà, Bonham il batterista non solo migliore del mondo, ma capace di dare una musicalità senza precedenti, John Paul Jones il bassista che aggiustava e modificava i tempi e poi Jimmy Page, che portava la sua chitarra agli estremi, che la spogliava delle corde, come quando in un corpo per sentirne l’anima ci si spoglia delle vesti. Per poi arrivare alla perfezione, a qualcosa che mai prima il panorama musicale aveva ascoltato, quel Who lotta love, che ha nell’intro il senso della musica, che ha nell’estensione vocale di Robert il senso della voce e che ha una ritmica fuori dal comune, ed era quello l’obiettivo di Jimmy Page: i Led Zeppelin dovevano essere unici.

Poi intorno c’è tanto altro, ci sono Robert Plant, John Paul Jones e Jimmy Page che raccontano quasi con estrema tenerezza le loro famiglie, mentre guardano le immagini del documentario scorrere davanti a loro, di quando erano piccoli, dei sogni dei loro genitori per loro, di chi doveva essere un commercialista, un professore o un costruttore edile e che poi hanno visto nei figli sfociare e nascere quella fiamma che non si sarebbe più spenta. La commozione di Robert, John e Jimmy nell’ascoltare le parole del compianto John Bonham, della sua spensieratezza, di quanto fossero oltremodo legati, anche per via delle mogli, di quel circolo familiare che si viene a creare al di là delle famiglie di origine.

I bambini, diventati padri, il mondo che in quel 1968 cambia così velocemente e radicalmente: il Black Power che scuote i giochi olimpici, in Messico gli spari sugli studenti, la lunga marcia per i diritti civili, la Nigeria e la guerra del Biafra che si inasprisce, e poi i 24000 soldati americani mandati allo sbaraglio nel Vietnam del Sud e poi la vittoria del Nobel per la Pace assegnato a Renè Cassin, giurista, magistrato, Presidente della Corte Europea dei diritti dell’uomo. Questo era il mondo intorno ai Led Zeppelin, tutto era in divenire, così come lo era la loro musica. Sono belli i sorrisi di Robert Plant che guarda con tenerezza e ammirazione a quel performer che si mangiava il palco con tanta sensualità e una voce che arrivava fino al cielo.

Commozione anche negli occhi di John e di Jimmy quando nel finale ascoltano le parole di Bonham che li descriveva così “andiamo tutti d’accordo. Ogni membro del gruppo è diverso, sono dei giovanotti, ognuno ha le proprie caratteristiche, solo a metà del ’69 riuscii a conoscere bene ognuno di loro. È stato graduale, ognuno di loro può piacere per quello che sta facendo, ma io amo suonare con il gruppo; quindi, non ho bisogno di fare niente altro”. Tra la commozione generale, capirete come si diventa i Led Zeppelin dalle parole da chi ci ha creduto fortemente ed ha profondamente voluto che tutto andasse così, ed è anche per le generazioni future un insegnamento fondamentale “se c’è qualcosa di diverso in te, ti devi impegnare e lavorare sodo, ma ci devi anche credere. Se rimani fedele al tuo obiettivo, potrai realizzare il tuo sogno. Io ci credo, credo che sia possibile perché è così che succede “. Alla fine, ci si commuove, e oltre alla musica, che è al centro in Becoming Led Zeppelin, non avrete bisogno di altro.



Source link

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link