Simico denuncia alla compagnia dei carabinieri di Cortina un atto di sabotaggio alla pista di bob, skeleton e slittino di Cortina.
La società – che svolge tutte le attività di realizzazione delle opere connesse allo svolgimento dei Giochi del 2026 – tramite una nota stampa ha segnalato che un tubo di refrigerazione della pista è stato staccato e ritrovato in mezzo alla strada del cantiere, bloccando così la circolazione e creando notevoli disagi ai lavori.
Il fatto, avvenuto nella notte tra il 20 e il 21 febbraio, è stato denunciato alle autorità di competenza dal commissario di Governo, Fabio Massimo Saldini: «Un atto irrispettoso che mette in difficoltà chi lavora giorno e notte», ha detto Saldini. «Nel corso della giornata ho avuto modo di confrontarmi con gli inquirenti e con il prefetto di Belluno che infatti domani (sabato 22 febbraio, ndr) ha convocato il Comitato di Ordine e Sicurezza. Da quanto emerso non c’è dubbio che si tratti di un atto doloso, come anche evidenziato dal sopralluogo tenutosi oggi in cantiere dai tecnici della ditta che produce i tubi di refrigerazione. Ogni tubo pesa 500 chili all’uno ed era stabilmente agganciato e fissato all’interno del cantiere».
La dinamica
Secondo le prime ricostruzioni, il tubo sarebbe stato posizionato in mezzo alla strada per bloccare la viabilità del cantiere.
È stato ritrovato in posizione traslata e quasi perpendicolare al tracciato, come a bloccare il passaggi di auto e mezzi. Non è ancora chiara la dinamica, visto che il tubo – visibile in una foto recapitata da Simico – non appare sporco o danneggiato. Quindi l’ipotesi di un rotolamento pare improbabile.
Sembra invece sia stato sollevato, spostato e posizionato nell’area del ritrovo. Come? Saranno gli inquirenti a dover dare risposte, magari facendosi aiutare dalle telecamere di video sorveglianza installate nel cantiere, come afferma il sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi.
«Il fatto è avvenuto all’interno del cantiere», afferma Lorenzi. «Il tubo non era in opera, ma era accatastato e pronto per essere installato. Per dove siamo arrivati oggi, questo è un danno per l’Italia. Un’azione fatta da delinquenti».
Delinquenti ben organizzati, pare: infatti, il tubo di refrigerazione, ingombrante e pesante (circa 500 kg), non rappresenta una struttura facile da spostare.
E il servizio di sicurezza? «So che stanno mettendo a terra un sistema di sicurezza più importante di quello che c’era prima», conclude il sindaco, «Sicuramente non è un’azione fatta da una persona sola».
Le reazioni
Il Comitato organizzatore dei Giochi ha espresso preoccupazione per quanto avvenuto: «Il confronto civile e il rispetto delle regole sono gli unici strumenti per esprimere opinioni e dissensi», afferma Fondazione Milano Cortina 2026. «In attesa che le autorità pubbliche accertino le responsabilità del caso, esprimiamo piena solidarietà ai lavoratori impegnati nel progetto».
Sul caso si è espresso anche il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini: «Quanto accaduto a Cortina è un gesto vile e irresponsabile. Chi vuole sabotare le Olimpiadi colpisce non solo l’impegno di tanti lavoratori ma anche il Paese davanti a tutto il mondo».
Stupito anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi: «Il sabotaggio avvenuto questa notte alla pista da bob è un atto vile e irrispettoso», afferma Andrea Abodi. «Si tratta di un atto vile nei confronti di chi sta lavorando con competenza, determinazione e passione».
«Confido nel lavoro delle forze dell’ordine», afferma Luca Zaia, «che ringrazio sin d’ora, affinché si faccia piena chiarezza su questo episodio».
«Ancora una volta ci troviamo a condannare un gesto grave, pesante e pericoloso» afferma il senatore bellunese di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo. «La violenza dei “no-tutto” però non vincerà».
A scanso di equivoci, sul caso interviene anche Luigi Casanova, presidente di Mountain Wilderness Italia, una delle associazioni ambientaliste contraria alla pista: «Quello che è successo a Cortina non è metodo di azione dell’associazione e tanto meno degli ambientalisti», dice il presidente. «Abbiamo sempre avuto il massimo rispetto delle strutture che vengono realizzate, nonostante la nostra contrarietà».
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