“Ricostruire partnership tra Usa e Ue per evitare la guerra dei dazi”

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Gli Stati Uniti e l’Unione europea dovrebbero sedersi al tavolo per ricostruire una partnership transatlantica di lungo periodo, con un accordo commerciale solido e bilanciato. Lo ha detto Carlo Fidanza, capo delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo e vicepresidente del Partito dei conservatori e dei riformisti europei (Ecr), durante una intervista con “Agenzia Nova” rilasciata a margine della sua visita a Washington, dove ha preso parte alla Conferenza di azione politica conservatrice (Cpac) in corso nei pressi della capitale statunitense. “La partnership transatlantica non può essere squilibrata, e l’Europa ha un’opportunità per rivedere gli errori del recente passato: abbiamo disallineato l’economia e le politiche industriali europee dall’Occidente con una transizione verde impostata solo sull’elettrico che oggi è cinese, spendendo risorse europee e imponendo regole alle aziende per fare un favore alla Cina”, ha affermato, aggiungendo che con l’amministrazione Trump negli Stati Uniti si apre una opportunità per “riallineare le nostre politiche economiche industriali verso la tradizionale alleanza occidentale”.

Fidanza ha accolto positivamente la recente visita a Washington del commissario europeo per il Commercio, Maros Sefcovic, che “è esattamente ciò che va fatto”. Durante una conferenza stampa organizzata giovedì scorso, il commissario Ue ha ribadito che Bruxelles è pronta a “difendere gli interessi europei” alla luce dei dazi minacciati da Donald Trump, sottolineando però che le autorità comunitarie preferirebbero avviare un dialogo costruttivo e trovare un compromesso che vada a beneficio di aziende e consumatori lungo entrambe le sponde dell’Atlantico, evitando i “problemi legati a possibili misure e contromisure”. Qualsiasi accordo, ha precisato il commissario, è in ogni caso “meglio di una guerra commerciale”. Interpellato sulla posizione espressa da Sefcovic, il capo delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Ue ha affermato che “noi non abbiamo un pregiudizio ideologico nei confronti di Trump” e quindi “non ci siamo allineati alla tendenza di reagire un po’ con spocchia alle iniziative statunitensi: riteniamo ci si debba sedere al tavolo, perché non può esistere una partnership transatlantica squilibrata”.

L’Italia, ha continuato, “parte con l’idea di provare a essere d’aiuto per un negoziato che coinvolga tutta l’Unione europea, e non con l’idea di fare da soli: questo potrebbe verificarsi nel caso in cui ci fosse una rigidità da entrambe le parti, ma non è il nostro punto di partenza”. La premier Giorgia Meloni, ha precisato, metterà a disposizione “la sua capacità e il suo rapporto” con Trump “in modo che l’Ue abbia un accordo equo con gli Usa”. Per quanto riguarda la spesa militare, altro tema motivo di tensioni tra la nuova amministrazione statunitense e gli alleati della Nato, Fidanza ha sottolineato la necessità di arrivare “rapidamente” all’obiettivo del due per cento del Pil. Trump ha recentemente affermato che gli alleati dovrebbero incrementare la soglia al cinque per cento, ma questo per Fidanza sarebbe per ora un obiettivo “difficilmente raggiungibile, date le condizioni di bilancio e indebitamento non solo dell’Italia, ma anche di altri Paesi europei”. “Dobbiamo arrivare velocemente al due per cento, che ha già un impatto importante sulle finanze nazionali: per questo è imprescindibile che ci siano politiche fiscali che consentano di scorporare queste spese dal debito”, ha spiegato, aggiungendo che una volta raggiunto il due per cento si potrà continuare a crescere compatibilmente con le esigenze di bilancio. A questo, ha affermato, va aggiunta una politica industriale della difesa europea, dove l’Italia “può fare la sua parte”.

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Sulla partecipazione alla Cpac, conferenza politica annuale fondata nel 1974 a cui Ecr e Fratelli d’Italia partecipano ormai da diversi anni, Fidanza ha sottolineato il rafforzamento della dimensione internazionale della manifestazione, con delegazioni straniere sempre più numerose. Oltre a Elon Musk e al presidente argentino Javier Milei, che Fidanza ha incontrato nel quadro della sua visita, alla conferenza hanno preso parte diversi altri leader e rappresentanti di governi stranieri, tra cui il premier slovacco, Robert Fico; la ex premier britannica Liz Truss; Nigel Farage, leader del partito britannico Reform UK; e l’ex premier polacco Mateusz Morawiecki. “Il mondo delle destre e dei conservatori ha una forte sensibilità nazionale, ma ci sono battaglie che ci uniscono e che qui trovano una voce forte”, ha detto Fidanza, prendendo come esempi i temi legati all’immigrazione, al green e al modello energetico e alla battaglia culturale contro l’ideologia “woke”. “Si tratta di un movimento internazionale a difesa di valori importanti, che capita in un momento particolare per la dinamica transatlantica: la nostra presenza qui vuole anche ribadire l’imprescindibilità di questo legame, perché l’Occidente deve essere forte e unito, senza fare il gioco di chi ci vorrebbe divisi”, ha concluso.

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