«Riaprire il terzo anello per il restyling»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 


 Rifunzionalizzare il terzo anello del Maradona e renderlo interamente agibile quale «passante» dove collocare gli spettatori mentre partirebbero i lavori di ristrutturazione negli altri settori dello stadio. Il Maradona lo vuole ristrutturato e con il Napoli dentro a giocarci e lo vuole pronto per gli Europei. Così, per stanare patron Aurelio De Laurentiis che sulla struttura di Fuorigrotta non intende investire soldi, il sindaco Gaetano Manfredi e la sua squadra stanno studiando il modo per convincere il patron in maniera concreta. I dubbi del numero uno della Ssc Napoli sono legati soprattutto a un nodo: la Società a lavori in corso venderebbe molti biglietti in meno e perderebbe molti soldi.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Partendo da questo presupposto Palazzo San Giacomo sta facendo uno studio, in corso già da diverse settimane, per verificare la possibilità di utilizzare il terzo anello appunto come passante. I primi riscontri sono positivi, nel senso che esistono possibilità per attivare questa soluzione. Perché – ragionano in Municipio – negli ultimi 20 anni le soluzioni tecniche per rinforzare le strutture come quelle del Maradona sono molto ma molto avanzate. L’allusione è ai problemi che dava e dà ancora il terzo anello, che è stato chiuso. Vale a dire che quando il pubblico saltellava tremava tutta l’area circostante incluse le palazzine che sono a ridosso dell’ingresso degli spogliatoi.

Dalla cena del 10 scorso tra Manfredi e De Laurentiis – come è noto – sul Maradona uscì una fumata molto nera, il patron disse sostanzialmente no all’investimento. Durante quel colloquio il sindaco disse al patron di essere pronto ad aiutarlo anche sul progetto portando idee su come risolvere il rebus principale. Ovvero come evitare che i lavori in costanza delle partite di calcio danneggiassero le casse della Società e farebbero calare l’appeal dell’impianto. Manfredi – che di mestiere fa l’ingegnere strutturista, nella sostanza valuta come rinforzare anche megastrutture come il Maradona e come tenerle in salute – da quel giorno si è messo al lavoro per cercare una soluzione. Ed è venuto così fuori lo studio del terzo anello, forse l’ultima carta, opzione, possibilità per convincere De Laurentiis. Del resto, anche per lui costruire uno stadio ex novo e contemporaneamente dotarsi di un centro sportivo – necessità ancora più urgente dello stadio – non è e non sarebbe una passeggiata di salute.

Studio iniziato, dunque, anche se per avere risposte definitive ci vorrà qualche mese ancora. Bisogna verificare la sostenibilità di questa idea che deve avere come presupposto l’avvicinamento degli spalti al terreno di gioco e della stessa copertura sulla quale si regge appunto una parte del terzo anello. I tempi per provare questa impresa però ci sarebbero: alla Uefa per tentare di essere scelti quale sede di Euro 2032 il progetto completo, vale a dire corredato dalle garanzie bancarie, deve essere presentato entro il 2026. Sui soldi invece al momento l’opzione principale – secondo la legge sugli stadi – resta quella a carico di De Laurentiis: è il Presidente che deve dare corpo al finanziamento. L’aiuto al Patron arriverebbe dalla legge sugli stadi dove la detassazione è molto elevata, dalla possibilità di accedere a mutui a tassi agevolati dal Credito sportivo dal fatto che ci si trova in una Zes – Zona economica speciale – qual è tutto il sud. Questo lo scenario dove a mali estremi, cioè se il Patron continuasse ad avere ancora dei dubbi sul Maradona, il Comune potrebbe immaginare di rivolgersi a degli sponsor. Da reperire sul mercato, del resto il Comune è già titolare di un Fondo immobiliare all’interno di Invimit società del ministero dell’economia interamente pubblica. L’architetto di De Laurentiis l’archistar Gino Zavanella specializzata sugli stadi di calcio, ha progettato e costruito lo Juventus stadium, sta lavorando al nuovo Dall’Ara a Bologna, alla ristrutturazione dell’Arechi di Salerno, al nuovo stadio della Roma intervistato da Il Mattino è stato chiaro sulle caratteristiche dello stadio che serve al Patron e alla città: «Per fare uno stadio o rigenerarlo servono tra i 22 e i 24 mesi se e quando verrà il momento di Napoli saremo pronti» disse a dicembre dell’anno scorso. Per poi aggiungere: «Uno stadio da calcio non può essere con la pista di atletica perché il pubblico è troppo lontano dal terreno di gioco».

Comune e Società non sono in disaccordo su come dovrà essere la struttura di Fuorigrotta ma sui chi la deve fare. Per Palazzo San Giacomo e il Napoli calcio «deve essere un contenitore che non venga utilizzato solo il giorno della partita, ma sia un servizio al quartiere e deve nascere dall’esigenza della città». Una sorta di agorà con dentro il museo degli azzurri, parcheggi e intrattenimento. In un luogo della città al centro già di massicce opere di rigenerazione urbana: basta pensare all’Ippodromo di Agnano e all’intera area dell’ex Italsider a Bagnoli.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link