Le famiglie più ricche d’Italia come Ferrero, Del Vecchio, Agnelli e Benetton si sono affermate grazie a una forte componente familiare nel capitalismo italiano, non solo attraverso strategie aziendali efficaci, ma anche grazie a legami significativi con il sistema politico e a politiche fiscali vantaggiose. Nell’economia italiana, come in altre parti del mondo, l’accumulo di enormi ricchezze da parte di singoli non è un fenomeno isolato, ma il frutto di un intreccio complesso di fattori storici, culturali e normativi che hanno favorito la formazione e la continuità delle famiglie imprenditoriali.
Ma chi sono gli italiani più ricchi? Al 2024, questa è la classifica delle persone che posseggono il patrimonio netto più elevato (fonte Forbes, Bloomberg Billionaires Index):
Posizione | Nome | Patrimonio netto (miliardi di $) | Settore | Residenza |
---|---|---|---|---|
1 | Giovanni Ferrero | 39,1 | Alimentare (Ferrero) | Lussemburgo |
2 | Giorgio Armani | 12,9 | Moda (Armani) | Milano |
3 | Piero Ferrari | 7,3 | Automobilistico (Ferrari) | Modena |
4 | Silvio Berlusconi (eredi) | 7,3 | Media, Finanza (Mediaset, Fininvest) | Milano |
5 | Massimiliana Landini Aleotti & famiglia | 6,7 | Farmaceutica (Menarini) | Firenze |
6 | Giuseppe De’ Longhi | 5,2 | Elettrodomestici (De’ Longhi) | Treviso |
7 | Patrizio Bertelli & Miuccia Prada | 5,1 | Moda (Prada) | Milano |
8 | Luca Garavoglia | 5,0 | Bevande alcoliche (Campari) | Milano |
9 | Remo Ruffini | 4,1 | Moda (Moncler) | Milano |
10 | Augusto & Giorgio Perfetti | 4,0 | Alimentare (Perfetti Van Melle) | Lainate |
Le condizioni che hanno favorito l’accumulo di ricchezza nelle famiglie italiane
Innanzitutto bisogna considerare che l’Italia è caratterizzata da un capitalismo a forte impronta familiare con aziende tramandate di generazione in generazione: Ferrero, Del Vecchio, Agnelli, Benetton tra tutti. Questo modello garantisce stabilità, ma spesso limita l’innovazione e la mobilità sociale. Inoltre, il nostro Paese è noto per una politica fiscale a volte ambigua nei confronti dei super-ricchi. I paradisi fiscali, come Monaco o le Isole Cayman, giocano un ruolo cruciale nel riparare la ricchezza e nell’evitare la tassazione. In questo contesto, strumenti come i trust familiari e le holding, in paesi come Lussemburgo e Olanda, offrono opportunità per ottimizzare il carico fiscale, consentendo ai miliardari di proteggere la loro ricchezza da eventuali tassazioni svantaggiose. Questi strumenti possono fungere da scudi legali e fiscali per la pianificazione patrimoniale, rendendo così l’adeguato intervento fiscale in Italia un tema di dibattito. La storia italiana è ricca di intrecci tra politica e grandi capitali: dalle privatizzazioni degli anni ‘90 alle recenti politiche industriali, il rapporto tra Stato e grandi imprenditori ha spesso favorito la concentrazione della ricchezza. L’interazione tra il mondo degli affari e quello della politica ha favorito in alcuni casi l’instaurarsi di un capitalismo clientelare, portando alla creazione di leggi e regolamenti che proteggessero gli interessi di alcune élite economiche.
Fra i provvedimenti legislativi che in qualche modo hanno favorito lo sviluppo di particolari aziende possono essere annoverate: la Legge Mammì (1990, n. 218) che ha regolamentato il sistema radiotelevisivo pubblico e privato, permettendo la concentrazione di reti televisive private, come Mediaset; la Legge Bersani (1998) e le liberalizzazioni nel settore alimentare e farmaceutico che hanno permesso la crescita esponenziale di grandi gruppi, come Ferrero e Menarini, riducendo le barriere all’acquisizione di aziende concorrenti e incentivando operazioni di fusione e consolidamento; la Legge Finanziaria 2002 (n. 448/2001) che ha introdotto agevolazioni fiscali per le imprese, tra cui la possibilità di rivalutare i beni aziendali.
La ricchezza che si tramanda
Dal punto di vista sociale, in Italia, più che fare fortuna, la si eredita: il fenomeno dei miliardari conferma che la ricchezza tende a rimanere in famiglia, alimentando le disuguaglianze economiche. È proprio in queste circostanze che Pierre Bourdieu, sociologo e antropologo francese, parla di capitale ereditario, secondo cui le élite economiche trasmettono non solo ricchezza materiale, ma anche reti di relazioni, conoscenze e vantaggi istituzionali ai propri discendenti. Questo significa che, in Italia, la mobilità sociale rimane limitata: chi nasce in una famiglia ricca ha maggiori probabilità di rimanere ricco, mentre le classi meno abbienti faticano ad accedere a opportunità simili. Inoltre, anche l’assenza di un’imposta sulle successioni significativa, considerando che attualmente le eredità superiori a 5 milioni di euro pagano solo il 4% in Italia, contro il 40% degli USA, consente la concentrazione della ricchezza nelle mani di poche famiglie. Questo ha portato alla creazione di vere e proprie dinastie industriali, le cui fortune si tramandano senza significativi processi di redistribuzione.
Bibliografia
Bourdieu, P. (1986). “The Forms of Capital.” In Handbook of Theory and Research for the Sociology of Education.
Forbes Billionaires Index (2024). “Italy’s Richest People.”
Ginsborg, P. (2003). L’Italia del tempo presente. Einaudi.
Oxfam Italia (2023). “Disuguaglianze economiche in Italia: il ruolo della fiscalità.”
Streeck, W. (2014). Buying Time: The Delayed Crisis of Democratic Capitalism. Verso Books.
Zucman, G. (2019). The Triumph of Injustice: How the Rich Dodge Taxes and How to Make Them Pay. W.W. Norton & Company.
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