«Certo che ci sarò. Il calcio qui è sentitissimo, anche da me». Michele Guerra, sindaco di Parma, oggi aspetta il senatore Casini a pranzo, per poi portarlo al Tardini ad assistere al derby emiliano da fronti opposti. «Mi dispiace che questa partita arrivi in un momento così delicato per noi. E mi è dispiaciuto per Pecchia a cui saremo sempre grati e che resto convinto abbia fatto un gran lavoro sui giovani qui a Parma. Ma purtroppo il calcio è una brutta bestia e i risultati alla fine dettano legge. Spero che Chivu, seppur al debutto, abbia anche la fortuna che a Pecchia da un certo punto in poi è mancata complicando tremendamente la classifica».
Classifica a parte, anche Parma, come Bologna, ha un club di proprietà americana e anche Parma, come Bologna, discute da tempo sul futuro dello stadio. Due situazioni quasi gemelle.
«Sì, e le dirò che qui col club i rapporti sono buoni, col presidente Krause e ora anche col nuovo ad Cherubini. Seguo il dibattito di Bologna, ed è molto simile a quello che si è sviluppato nella nostra città. Il nuovo Tardini sorgerà dove si trova l’attuale impianto e l’obiettivo è che possa vivere non solo due giorni al mese. La delibera è ormai pronta e la discussione riguarda ora la scelta di dove giocherà il Parma durante i lavori. Sono decisioni delicate perché il calcio, come dicevo, coinvolge davvero molta parte della città. Qui anche dopo il fallimento, cioè in serie D, avevamo un numero di abbonati strabiliante, figuriamoci adesso che siamo in A con quale passione la nostra gente segue la squadra».
A proposito di similitudini, la settimana scorsa ha scritto una lettera a Repubblica sul tema della sicurezza, spina nel fianco anche del sindaco Lepore. Vi capita di condividere e solidarizzare?
«Se si ferma un qualsiasi cittadino di una qualsiasi città e gli si chiede se è soddisfatto della sicurezza, 9 volte su 10 vi dirà di no. Come pare dimostrare anche l’ultimo sondaggio circolato perfino sul ministro degli Interni Piantedosi, che pure rappresenta un governo di destra. Io per quello ho scritto, per far capire che bisogna uscire dall’equivoco di intestare ai sindaci tutti i problemi sulla sicurezza. Perché noi abbiamo poteri limitati, gestiamo la Polizia locale, possiamo e dobbiamo intervenire sugli spazi pubblici, ma non possiamo fronteggiare da soli la criminalità. Serve, per l’appunto, che il governo ci sostenga. Ma da qualche anno a questa parte dal governo arrivano solo tagli, e così si fa sempre più dura»
Per fronteggiare i tagli a Bologna hanno anche aumentato, e non di poco, il prezzo del ticket del bus, scatenando polemiche. A Parma ci avete pensato?
«Appena uscita questa notizia la nostra azienda di riferimento dei trasporti pubblici, la Tep, si è subito fatta avanti: “Hai visto Bologna? Ora tocca anche a noi…”. Per ora resisto, anche perchè, seppur con minore impatto, anch’io in passato ho aumentato. Comunque il problema resta sempre quello: se Roma avanza con tagli progressivi, i sindaci cosa possono inventarsi? Io per ora tengo duro sui servizi alla persona, con tariffe bloccate. Ma non so ancora per quanto ci riuscirò».
A proposito di tagli, da sindaco come giudica i primi passi dell’ex sindaco de Pascale, ora presidente della Regione?
«Lo stimo molto, avendolo visto all’opera a Ravenna. Se però la domanda è in riferimento all’aumento dell’Irpef, capisco che anche lui si sia trovato in una situazione simile alla nostra. Alla fine gli amministratori devono fare i conti della spesa, e ora tocca anche alla regione ed è bene che se deve farlo lo faccia subito, con una manovra peraltro giusta. Credo che Michele farà benissimo, ha già dimostrato di avere il coraggio delle decisioni e ha una bella squadra. Parma esprime l’assessore alla Sanità Fabi e questo per noi è un segno molto importante di attenzione».
Docente di cinema, ex assessore alla cultura e ora sindaco da indipendente di sinistra. In Emilia si vive bene da amministratori anche senza aderire al Pd, o si vive perfino meglio?
«Forse dipende dal luogo in cui vivi. Io credo che in una città come Parma presentarsi e agire da indipendenti abbia pagato e paghi, trattandosi di una città sensibile a figure di questo tipo. Ciò detto, io col PD ho un rapporto più che positivo, quotidiano e diretto e non ho mai fatto mistero di esserne da sempre un elettore».
L’ultima domanda è la più scontata e la più difficile: chi vince il derby?
«No, ho le mie scaramanzie, lo scrivo in una busta chiusa il risultato. Certo noi abbiamo molto bisogno di punti…».
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