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«Massimo rigore. E trasparenza assoluta». Sono le uniche parole che filtrano dalla Cgil dopo il commissariamento della Slc, la confederazione che segue i lavoratori del comparto comunicazione e spettacolo. E tra oggi e domani si insedierà la commissione nazionale di garanzia del sindacato per aprire un’inchiesta interna, entrare nei dettagli e valutare il da farsi.

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cominciare dall’ipotesi di potersi rivalere giudiziariamente sugli ex vertici della categoria, che si sono dimessi appena sette giorni prima del decreto di commissariamento. Mentre non si esclude che la procura di Napoli possa interessarsi alla vicenda e valutare eventuali ipotesi di reato.

La Slc-Cgil torna ad essere il primo sindacato alla Seda

Le organizzazioni sindacali, infatti, sono sì soggetti di diritto privato ma in quanto destinatari di contributi, da parte di privati ed aziende, si potrebbero profilare eventuali illeciti di natura penale. La decisione di commissariare viene votata il 27 gennaio dopo un’ispezione interna prima di Natale voluta da Roma. E gli ispettori si sono resi conto di una serie di irregolarità, oltre a fare presente come non ci sia stata assoluta collaborazione, «ai limiti dell’ostruzionismo – viene messo a verbale – e omissiva tant’è che non è stata consegnata tutta la documentazione richiesta».

Nonostante tutto gli ispettori rilevano una serie di cose che non tornano. A cominciare da oltre 5284 iscritti in realtà inesistenti e una serie di irregolarità contabili. Ovvero «prelievi frequenti per soddisfare esigenze di liquidità», «ricorso eccessivo ai pagamenti in contanti» e «procedure su trasferte e rimborsi prive delle autorizzazioni preventive». Oltre percentuali di quote degli iscritti mai versate nelle casse nazionali, come da regolamento. Non si troverebbero, o comunque non ci sarebbero i giustificativi necessari, per circa 200mila euro.

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Lo sta appurando in questi giorni nella sede del sindacato al Centro direzionale il commissario Carlo Podda a cui è saltato subito all’occhio anche l’auto di servizio in uso alla Confederazione: una fiammante jeep Grand Cherokee fiammante con i vetri oscurati per cui veniva pagato un noleggio di circa 700 euro mensili. Un dettaglio non da poco se i regolamenti interni della Cgil prevedono per i segretari il solo uso di mezzi pubblici per gli spostamenti (bus e treni) e solo in casi eccezionali l’uso del taxi. O, ovviamente, auto personali che però non danno diritto a rimborsi. Nel mirino tutti i vertici che si sono susseguiti nella segreteria Slc-Cgil negli ultimi anni. A cominciare dall’ultimo segretario Gianluca Daniele, il suo vice Osvaldo Barba, la ex Alessandra Tommasini (che ha retto il sindacato al posto di Daniele quando era consigliere regionale del Pd nella legislatura 2015-2020) e Nicoletta Di Virgilio.

I controlli

La linea dura è stata pretesa direttamente dal leader nazionale Cgil Maurizio Landini e dal segretario nazionale della categoria Slc, Riccardo Saccone, oltre naturalmente che dal numero uno regionale Nicola Ricci. Anzitutto hanno chiesto perché non si siano accesi prima i fari del sindacato sulla vicenda. E sopratutto se qualcuno abbia insabbiato un’analoga ispezione, sempre nei confronti della Slc napoletana, di quattro anni fa.

Si cercano in queste ore i verbali di quel controllo degli ispettori interni del sindacato per capire perché dopo non sia accaduto nulla. Né un provvedimento, né almeno una generica informativa sulla situazione di quello che stava accadendo. Poi verrà stilato un report definitivo, anche utile per capire il da farsi, che arriverà sulle scrivanie di Landini e Saccone. Nel frattempo, Gianluca Daniele, l’ex segretario Slc si difende sui social. «Purtroppo, negli ultimi mesi, in seguito a un’opera di acquisizione da parte della FistelCisl, alcuni dirigenti, tra cui alcuni segretari della Slc Napoli e Campania, sono trasmigrati nella Cisl: episodio che ci ha visto in forte contrasto di opinione con la nostra segreteria nazionale. Anche per questi motivi, – scrive Daniele – dopo aver più volte offerto le dimissioni, le ho comunicate in modo irrevocabile in data 20 gennaio».

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