Non è il freddo a far tremare gli americani: è Trump

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Il gelo

Prometteva di essere una settimana freddissima, a New York City, e le previsioni non sono state smentite: temperature ben al di sotto dello zero, pioggia, vento, neve. E Donald Trump.
Sì, perché se non fosse bastato il clima a far tremare gli americani, le ultime esternazioni del loro presidente sono state capaci di gelare quasi tutti. 

In realtà non ci dovremmo sorprendere: Donald aveva preannunciato che la sua sarebbe stata una presidenza da ricordare e che, finalmente, avrebbe fatto tornare grande l’America. In realtà, gli Usa non sembravano rimpiccioliti, anzi, ma a Donald piace fare le cose in grande ed ha un senso tutto suo delle misure.

Il suo attico nella Trump Tower, ad esempio, occupa una superficie di circa 1.000 metri quadri, secondo i registri immobiliari di NYC; dai 50 metri quadri del mio appartamento a Manhattan, faccio fatica ad immaginare una metratura così. A Donald, però, doveva sembrare poca cosa se alla rivista Forbes ha dichiarato che quell’attico è grande 3.300 metri quadri. Ma, si sa, ci sono uomini che compensano, con le dimensioni delle auto o delle case, insicurezze intime; non bisogna giudicarli male per questo. Gli americani, forse inteneriti dal dramma personale di un uomo che cerca di colmare, con la grandezza di appartamenti e palazzi, la dimensione di una privata sofferenza, lo hanno rieletto Presidente degli Stati Uniti d’America. Cosa vuoi di più per superare eventuali, segrete minorazioni, che diventare l’uomo più potente del mondo?

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Ma per Donald, lo dicevamo, non ci sono limiti ed ha iniziato il suo nuovo mandato alla grandissima. Ad oggi, nell’ottica di rendere l’America grande di nuovo, ha già emanato circa 80 ordini esecutivi tra i quali se ne annoverano alcuni di particolare interesse.

Anzi tutto, eradicare i pregiudizi anti-cristiani diffusisi nel paese. Pare, infatti, che alcuni ferventi cristiani siano stati condannati solo per aver manifestato contro l’aborto. Ora, impedire l’accesso ad una clinica ed interromperne le attività (lecite, per quanto non a tutti gradite) è considerato un reato per il quale, appunto, i ferventi religiosi erano stati condannati. Ma quando si tratta di salvare vite, specie quelle dei nascituri, il cuore di Trump si intenerisce a tal punto da spingere il presidente a graziare tutti coloro che avevano, a suo dire, solo pacificamente manifestato.

Vedi che personaggio complesso, questo Trump? Chi lo avrebbe mai detto che fosse così legato al senso cristiano della vita?

Questo orgoglioso anti abortista ha poi reintrodotto la pena di morte. Non che fosse stata abolita, ma l’amministrazione Biden ha cercato in ogni modo di limitarne l’utilizzo, si legge nell’ordine esecutivo emesso il 20 gennaio, e bisogna urgentemente invertire la rotta. Proteggere i concepiti ed i nascituri, quindi, ma con i delinquenti incalliti non si deve avere pietà alcuna. Viene il dubbio che Trump abbia frainteso qualcosa nella lettura dei Vangeli.

Bisogna, inoltre, salvaguardare gli americani dalle invasioni: la precedente amministrazione ha regolarizzato migliaia di clandestini ma, scrive Trump nel suo ordine, molti sono pericolosi e costituiscono una minaccia per il paese. Devono essere rimpatriati. 

D’altra parte, si sa, Trump ha sempre tenuto molto ai confini nazionali, per lui quelli del suo Paese sono sacri. È in politica estera che sfoggia tutt’altra elasticità: ha esordito dichiarando che intende annettere la Groenlandia, il canale di Panama e, ovviamente, il Canada, che sta lì attaccato e andrebbe già considerato il 51esimo stato americano.

Si è anche dichiarato disponibile a comprare la Striscia di Gaza: ormai Israele la ha rasa al suolo, cosa ci tornano a fare, a casa loro, i palestinesi? La ricostruzione costerebbe troppo, tanto vale che se la compri l’America cosi ci fa la riviera d’Oriente. Quanto ai palestinesi, vadano in Egitto o in Siria, basta che non vengano negli Stati Uniti.

E poi c’è l’Ucraina, questo paese gestito da un feroce dittatore che ha iniziato la  guerra con la Russia, costringendo Putin a difendere il suo paese invadendo l’aggressivo confinante. Ricostruzione storica che ha fatto vacillare gli stessi senatori Repubblicani intervistati, “sarà una strategia diplomatica” ha risposto uno di loro, non sapendo come uscirne senza offendere il presidente.

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Trump ha inviato a Ryad il Segretario di Stato, Marco Rubio, per discutere di questa situazione disastrosa con la vittima della tragedia, la Russia.

Zelensky, ovviamente, non è stato invitato: non solo ha avuto tre anni di tempo per concludere una pace con la Russia e non fatto nulla, ma in più non ha alcuna legittimazione a rappresentare l’Ucraina, ha detto Trump, perché il suo mandato è scaduto e lui, con ‘sta scusa della guerra, non vuole indire nuove elezioni.

Zelensky è un comico mediocre, ha rincarato il presidente americano, e con gente così non c’è da discutere; nel mentre, però, Donald pensa ad organizzare un incontro con Vladimir Putin, che governa la Russia da poco meno di venticinque anni: tanto è amato in patria che nessuno riesce a batterlo alle elezioni, muoiono tutti prima di riuscire a candidarsi.

Insieme, Donald Trump e Vladimir Putin, i due difensori dei popoli oppressi, si diranno sgomenti della condotta di Zelensky, che non vuole proprio arrendersi (letteralmente), e discuteranno dell’assurda pretesa dell’Ucraina di voler indietro i territori che si è fatta occupare. Roba da matti, diranno i due presidenti.

Sì, a NYC fa freddo ma mai quanto il gelo portato dalle dichiarazioni di Trump.

Image by M. H. from Pixabay





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