La Germania alle urne tra crisi globali e turbolenze interne

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di Lorenzo Rossi

La campagna elettorale tedesca si svolge in un clima di grande tensione, dove le sfide internazionali e le minacce alla sicurezza interna hanno preso il sopravvento su ogni altra agenda politica. Il cancelliere uscente Olaf Scholz, leader della SPD e l’aspirante cancelliere Friedrich Merz, a capo della CDU, si trovano a fronteggiare non solo una dura competizione elettorale, ma anche una serie di crisi che minacciano l’asse euro-atlantico e la stabilità del Paese.

I conflitti internazionali e il caso Ucraina

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Nel contesto della guerra in Ucraina, Scholz ha sottolineato sin dalle prime ore della giornata l’impossibilità di una tregua: “Siamo lontani da una tregua in Ucraina”, ha affermato, lasciando poco spazio a ipotesi di un imminente dispiegamento di truppe. Nel pomeriggio, il cancelliere ha contattato telefonicamente il presidente ucraino Zelensky, evidenziando l’urgenza di una strategia comune da parte degli europei. Anche Friedrich Merz ha espresso il suo sconcerto, criticando il presidente degli Stati Uniti per aver adottato la “narrativa” russa. In un comizio serale a Oberhausen, Merz ha rimarcato l’importanza di rafforzare la posizione europea, invitando i partiti moderati a parlare con una sola voce. “Mendicare di sedersi al tavolo delle trattative sull’Ucraina non è la cosa giusta da fare”, ha dichiarato, sottolineando la necessità che l’Europa acquisisca peso a partire dalle proprie risorse.

Le crisi di sicurezza interna

Parallelamente alle tensioni sul fronte internazionale, la sicurezza interna in Germania è diventata un tema centrale. La giornata ha visto episodi allarmanti: un uomo è stato accoltellato nei pressi del Memoriale della Shoah, mentre le autorità hanno arrestato un diciottenne ceceno, fermato all’aeroporto mentre stava per partire per unirsi all’Isis. Il sospettato era infatti al centro di un’indagine per aver pianificato un attentato all’ambasciata d’Israele a Berlino. Il clima di instabilità è ulteriormente alimentato dalle recenti azioni del gruppo estremista che ha incanalato la propria propaganda, invitando i seguaci a compiere atti violenti ispirati a quanto accaduto a Monaco, dove un attentatore ha travolto con un’auto una manifestazione, provocando la morte di una bambina di due anni e della madre.

Il paesaggio politico e le prospettive elettorali

Sul fronte politico interno, i sondaggi mostrano un quadro articolato: secondo l’ultimo rilevamento Forsa, l’Unione CDU-CSU si attesta intorno al 28-29%, seguita dallo SPD (15%), dai Verdi (13%) e dalla Linke (8%). I liberali sarebbero al 5%, mentre l’AfD contende un sorprendente 21% dei consensi. In questo scenario, si parla spesso della possibilità di una coalizione a tre, definita da alcuni come “Kenya” (nero-rosso-verde). Il dibattito si fa ancor più acceso quando si passa alle posizioni estreme. Alice Weidel, leader dell’AfD, ha recentemente dichiarato in un’intervista al Morgenmagazine che l’euro “andrà comunque dismesso”, attaccando aspramente le politiche di salvataggio economico degli ultimi dieci anni, che ha definito “insensate”. Tali dichiarazioni non fanno che aumentare le tensioni in un clima elettorale già fortemente polarizzato, specialmente se si considera l’influenza dei recenti endorsement di figure come JD Vance.

L’ultima giornata di campagna elettorale

Con l’ultima giornata di campagna alle porte, la scena politica tedesca si prepara a un finale di grande intensità. Mentre Merz chiuderà il suo comizio a Monaco, Scholz si esibirà a Potsdam, offrendo agli elettori l’ultima opportunità di ascoltare le rispettive visioni per il futuro del Paese. In questo periodo di forti divisioni e crisi di vario genere, la stabilità della Germania resta comunque un elemento rassicurante, nonostante la presenza di forze politiche radicali e la continua pressione delle crisi internazionali. L’evolversi della situazione, sia sul fronte nazionale che internazionale, suggerisce che il nuovo governo tedesco dovrà affrontare sfide complesse, cercando di coniugare un rafforzamento dell’unità europea con la gestione di crisi di sicurezza e tensioni politiche interne. Solo il tempo potrà dire se questa rottura dell’asse euro-atlantico e l’intensa polarizzazione politica condurranno a un cambiamento strutturale nella governance tedesca e, di conseguenza, nell’assetto strategico dell’Europa.

 

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