Incidente con un’auto parcheggiata male: chi ha torto?

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Se, per uscire da un parcheggio, un’auto urta contro un’altra parcheggiata male, chi dei due ha ragione? Si applica il concorso di colpa?

Ipotizziamo il caso di un automobilista che, dovendo uscire da un parcheggio e avendo poco spazio a disposizione a causa di un altro veicolo, lì vicino, lasciato di sbieco o in divieto di sosta, urti contro quest’ultimo, danneggiandolo. In una ipotesi del genere come si fa a stabilire chi dei due ha ragione? Chi avrà diritto al risarcimento? Oppure si applica il concorso di colpa? A stabilire chi ha torto per l’incidente con un’auto parcheggiata male è stata più volte la giurisprudenza. Cerchiamo di fare il punto della normativa che regola gli incidenti stradali in modo che la soluzione al problema appaia limpida e, a ben vedere, anche abbastanza ovvia.

Ci sono quattro principi da tenere a mente:

  • la responsabilità civile, applicabile anche in caso di sinistri con auto ferme, è cosa che va tenuta su un piano distinto e autonomo dalla responsabilità amministrativa relativa invece alle infrazioni stradali. Sebbene, il più delle volte, a chi viola le regole del codice viene applicato un concorso di colpa, questa conseguenza non è affatto automatica. È necessario, infatti, prima verificare quale incidenza ha avuto tale condotta sulla dinamica dello scontro;
  • chi guida deve fare di tutto per evitare lo scontro con altre auto, anche quando queste ultime violano il codice della strada, prevedendo ed evitando ogni possibile “contatto”, anche a costo di fermarsi;
  • il conducente di un veicolo è obbligato a risarcire ogni danno da lui prodotto salvo dimostri di aver fatto tutto il possibile per evitarlo;
  • solo se non vi sono prove certe sulla esclusiva responsabilità di uno dei due conducenti si applica il concorso di colpa.

Da ciò deriva che:

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  • chi esce da un parcheggio deve prestare molta attenzione alle auto vicine, evitando di urtarle, anche se queste sono state lasciate in modo scorretto o in divieto di sosta. Se così fosse, il suo dovere sarebbe quello di chiamare le autorità (ad esempio la polizia municipale) che, a loro volta, potrebbero richiedere l’intervento del carro attrezzi. In tal caso, la polizia multerà il proprietario del veicolo parcheggiato male, ma tale circostanza non autorizza gli altri conducenti a danneggiare l’altrui veicolo;
  • chi non riesce ad entrare o a uscire dal un parcheggio o da altro spazio privato non può farsi giustizia da solo. Egli, oltre a chiamare le forze dell’ordine (come visto sopra), potrà sporgere querela per violenza privata. La Cassazione ha più volte detto che impedire il passaggio a un veicolo (sia che ciò avvenga volontariamente sia per colpa) integra un reato, rappresentato appunto dalla costrizione a tollerare tale situazione;
  • nell’ambito del rapporto di causa-effetto, non vi è dubbio che l’incidente è determinato esclusivamente dalla condotta di chi esce dal parcheggio: dinanzi a un’auto ferma, infatti, l’unico dinamismo (da cui deriva il danno) è riconducibile alla condotta del primo e non del secondo. Pertanto è impossibile applicare il concorso di colpa, essendo esclusa qualsiasi incertezza in ordine alla responsabilità per l’incidente.

Questi tre ragionamenti portano a una sola conclusione: chi esce da un parcheggio ha torto se urta un’auto parcheggiata male. Anche se questa dovesse essere in divieto di sosta, sarebbe obbligo del conducente attendere l’arrivo del carro attrezzi per poter passare, evitando di creare danni che, in quel momento, potrebbero essere evitati con un comportamento prudente. Resta sempre possibile la querela penale per il reato di violenza privata.

Come chiarito anche dalla giurisprudenza (ad es. Trib. Napoli, sent. n. 635/2025), l’intera responsabilità per il danneggiamento è di chi tenta la manovra senza prima accertarsi di poterla eseguire in totale sicurezza.

Esiste tuttavia una sola ipotesi in cui all’auto parcheggiata in divieto di sosta può essere attribuita la responsabilità o il concorso di colpa: quando la sua presenza rappresenta una situazione di pericolo imprevedibile o comunque non visibile. Si pensi a un automobilista che, mentre guida, subito dopo una curva stretta, si trova davanti un altro veicolo parcheggiato male che non poteva essere scorto con sufficiente anticipo.



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