Camilla è una nostra volontaria che da qualche mese vive nella regione guatemalteca del Petén, dove segue e coordina le attività progettuali di AMKA. Insieme a Yudith, esperta di empowerment femminile, ha svolto una missione di formazione in Petatan, ed è rimasta una settimana con le donne coinvolte nel progetto “Doña Lucero”, che si avvale del fondamentale sostegno dei torrefattori di CSC – Caffè Speciali Certificati.
Questa è la testimonianza di Camilla e il racconto della sua esperienza a con le caficultrici di Petatan.
Sveglia alle quattro del mattino. Due ore di camminata in montagna per arrivare alla coltivazione di caffè. Dopo l’intera giornata di lavoro alle quattro del pomeriggio si ritorna verso casa percorrendo altre due ore di cammino per arrivare. Preparare la cena e fare le faccende domestiche. Coricarsi tardi, solo quando già tutti sono a letto. Le prime ad alzarsi e le ultime ad andare a dormire. In questo periodo dell’anno stanno raccogliendo i frutti del loro lavoro, e spesso rimangono a dormire in montagna con le loro famiglie per potersi dedicare tutto il giorno al caffè. Le donne del Petatan sono caficultrici. Vivono tra le montagne verdi e il cielo azzurro. I loro vestiti danno colore alla vita. Sono donne indigene, parlano il popti, custodiscono una grande conoscenza ed esperienza. I loro volti parlano delle loro storie come donne, come figlie e come madri. Queste sono le donne petateche, forti, resistenti e luchadoras.
Grazie al sostegno di AMKA e di CSC – Caffè Speciali Certificati, 80 donne si sono unite in primo luogo per proteggersi da un mercato ingiusto, che non attribuisce il giusto valore al grande sforzo che vi è dietro la produzione del caffe. Adesso stanno prendendo in mano il loro gruppo, formando la cooperativa Ix Axol, vanno avanti nonostante le difficoltà di un sistema che cerca di ostacolare le donne che puntano alla loro autonomia e autodeterminazione. La cooperativa è il mezzo per raggiungere i loro obiettivi, per far in modo che il loro sforzo e il loro lavoro sia riconosciuto. Ma prima di essere una cooperativa sono un gruppo di donne e come tali stanno rivendicando il loro diritto alla partecipazione, alla libertà di espressione, ma anche il diritto all’indipendenza. Fondare una cooperativa ha quindi un significato più profondo, basato sulla solidarietà e la collettività, valori minacciati in continuazione da un sistema sociale che tende all’individualismo. Mi trovo in Petatan insieme a Yudith, amica e esperta di sviluppo comunitario, per poter lavorare proprio sul potenziale del gruppo, sulla coesione, per poter formare non solo una cooperativa, ma un collettivo di donne leader.
Durante questa missione di formazione abbiamo lavorato con le donne del progetto di AMKA per definire la loro visione, i loro obiettivi, il cammino che vogliono intraprendere. Siamo venute a condividere conoscenze, ma prima di tutto ad ascoltare e creare uno spazio di discussione e condivisione per le socie. Non solo, quindi, abbiamo svolto formazione tecnica sul tema della cooperativa, ma soprattutto generato uno spazio sicuro in cui ogni donna possa esprimere la sua opinione. Abbiamo sognato insieme a queste donne per poi cominciare a compiere i primi passi per il progetto di quest’anno. “Se vale soñar pero se vale también accionar”, i sogni non devono rimanere nel cassetto, ma bisogna renderli realtà attraverso le azioni quotidiane, partendo da noi stessi e dalla nostra relazione con il mondo. Questo messaggio non ha luogo né tempo, vale in ogni parte del mondo e per qualsiasi persona.
Il legame che si è creato con le donne della cooperativa va oltre il semplice progetto, ci unisce in una visione di un mondo diverso, di un mondo più giusto. Un legame tra donne che stanno costruendo il loro futuro. Lascio il Petatan e ritorno in Peten con una nuova luce, con la voglia di veder crescere la cooperativa in formazione, con la voglia di poter tornare e poter imparare ancora di più da questa bella terra.
Ricordiamoci che il caffè che beviamo dall’altra parte del mondo viene da queste montagne, passa anche per le mani di queste donne, il cui sforzo va riconosciuto e ripagato, altrimenti ricadiamo nelle dinamiche colonialiste che sfruttano il duro lavoro di altri popoli. Dietro la produzione del caffè vi è la fatica di intere famiglie contadine che si sostentano unicamente di questo, pensiamo prima di comprare e sostenere una marca di caffè, guardiamo la filiera e promuoviamo un cambio anche dall’Italia per queste donne.
Camilla Cianfanelli – Volontaria di AMKA
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