I piani di Byd sulle nuove batterie (e gli ammiccamenti all’Italia)

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Byd ha annunciato che tra il 2027 e il 2030 darà inizio alla produzione di batterie allo stato solido, una tecnologia superiore a quella attuale. Intanto, il consigliere speciale per l’Europa Alfredo Altavilla loda la filiera della componentistica italiana.

Byd, il più grande produttore cinese di veicoli elettrici nonché principale concorrente di Tesla, ha annunciato che nel 2027 avvierà la produzione dimostrativa di batterie allo stato solido, per passare poi alla manifattura su larga scala intorno al 2030.

Sun Huajun, direttore tecnico di Byd Lithium Battery, ha spiegato che l’azienda – che oltre a costruire veicoli elettrici è anche una delle maggiori produttrici al mondo di batterie – sta conducendo degli studi di fattibilità sull’industrializzazione di questi accumulatori, concentrandosi in particolare sui materiali, sullo sviluppo delle celle e sulla costruzione di linee di produzione.

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COSA SONO LE BATTERIE ALLO STATO SOLIDO

L’annuncio è rilevante perché le batterie allo stato solido rappresentano una tecnologia superiore – sono più potenti, piccole e sicure – a quella dominante oggi, agli ioni di litio. Come da nome, le batterie allo stato solido contengono un elettrolita solido, anziché liquido, che fornisce diverse vantaggi: innanzitutto sicurezza dagli incendi, perché non contiene solventi infiammabili; ma anche una maggiore densità energetica, cioè la capacità di concentrare più energia in meno spazio.

Il problema di queste batterie sta nella manifattura, che è costosa e complicata: è difficile ad esempio assicurare un contatto costante tra l’elettrolita solido e i due elettrodi (anodo e catodo, cioè le “metà” negativa e positiva della batteria).

L’ANNUNCIO DI BYD E LA SITUAZIONE IN CINA

L’anno scorso Byd ha presentato una batteria allo stato solido da 60 ampere.

Si stima che in Cina, il paese nettamente dominante nel settore delle batterie a livello internazionale, siano previsti oltre 100 gigawattora di capacità di batterie allo stato solido. Due cose, però, non sono chiare: se tutta la capacità annunciata raggiungerà davvero la fase produttiva; e quanta parte di questa capacità si riferisca alle batterie ibride allo stato solido-liquido (o semi-solido), una tecnologia diversa da quella full solid-state che non garantisce le stesse prestazioni e la stessa autonomia di guida.

L’anno scorso la Cina ha stanziato 6 miliardi di yuan (circa 830 milioni di dollari) per stimolare lo sviluppo delle batterie allo stato solido. Quello cinese è il mercato automobilistico più vasto al mondo, anche per i cosiddetti “veicoli a nuove energie”, un termine ombrello che racchiude i modelli elettrici puri, gli ibridi plug-in e quelli a celle a combustibile.

Nel 2024 Byd ha venduto 4,2 milioni di veicoli a nuove energie; nello stesso anno, la sua capacità manifatturiera di batterie ammontava a quasi 154 gigawattora.

LE PAROLE DI BYD ALL’ITALIA, TRAMITE ALTAVILLA

Alfredo Altavilla, consigliere speciale per l’Europa di Byd, ha detto che le batterie allo stato solido “stanno a quelle al litio come le tv a colori rispetto a quelle in bianco e nero” e ha invitato l’Europa a “superare questa sindrome del perdente […], è il momento di trovare il coraggio di investire in nuove tecnologie”. Le case automobilistiche europee si stiano concentrando sulle batterie al litio-ferro-fosfato, una variante economica della chimica tradizionale al nichel-manganese-cobalto e più adatta ai modelli elettrici low cost. È probabile che le batterie allo stato solido, quando saranno disponibili, saranno destinate a modelli di fascia alta.

La prima fabbrica di Byd in Europa sarà in Ungheria: la produzione dovrebbe iniziare verso la fine del 2025, con un volume previsto di trecentomila unità all’anno. “Non abbiamo ancora comunicato quali modelli produrremo, ma ci orienteremo su quelli che già si stanno rivelando importanti per il mercato europeo”, ha dichiarato Altavilla, come riportato dal Sole 24 Ore.

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Il manager – già direttore operativo di Fiat Chrysler Automobiles e presidente di Ita – ha anche lodato la filiera italiana della componentistica per auto: “ritengo che la componentistica italiana abbia un valore in termini di competenze, know-how e capacità di adattare se stessa che le altre filiere vantano in maniera decisamente minore”.

Non è chiaro, però, quale possa essere il contributo della filiera nazionale della componentistica a un ipotetico stabilimento di Byd in Italia, visto che le auto elettriche contengono molte meno parti mobili di quelle endotermiche e visto che Byd produce internamente la maggior parte dei componenti, inclusa la batteria, che rappresenta il 30-40 per cento del valore totale della vettura.

– Leggi anche: Meloni seduce i cinesi di Byd per tamponare Stellantis?.



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