Grande affluenza ieri mattina presso la Camera di Commercio dell’Umbria per la presentazione del report annuale sull’andamento dell’economia regionale, con un confronto dettagliato rispetto a Marche, Toscana e media nazionale. L’evento, intitolato “L’economia umbra e i bilanci delle imprese”, ha visto la partecipazione di figure di spicco del mondo economico e istituzionale, tra cui:
- Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria
- Francesco De Rebotti, assessore regionale allo Sviluppo economico, lavoro, trasporti e infrastrutture
- Federico Sisti, segretario generale della Camera di Commercio dell’Umbria
- Luca Ferrucci, Professore ordinario presso il Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Perugia
- Paolo Guaitini, membro del Nucleo per la ricerca economica della Banca d’Italia di Perugia
- Michele Michelini, dirigente della Direzione attività produttive, lavoro, formazione e istruzione della Regione Umbria
Durante l’incontro sono stati analizzati dati e tendenze dell’ultimo quinquennio, mettendo in evidenza le opportunità di crescita e le criticità che caratterizzano il tessuto economico regionale.
L’Umbria cresce, ma resta indietro su produttività e demografia
Negli ultimi cinque anni, l’economia umbra ha registrato un incremento significativo degli investimenti aziendali, ponendosi in alcuni settori al di sopra delle medie nazionali e delle regioni limitrofe. Tuttavia, permangono criticità legate alla produttività e al declino demografico, due fattori che potrebbero influenzare negativamente la crescita a lungo termine.
Investimenti aziendali in forte espansione
Tra il 2019 e il 2023, l’Umbria ha registrato un aumento degli investimenti del 37,4%, un valore nettamente superiore alla media nazionale (+27,6%) e ai dati di Marche (+26%) e Toscana (+29,6%). Le imprese umbre hanno destinato ingenti risorse a infrastrutture, macchinari e innovazione, mostrando una capacità di reazione superiore rispetto ad altre aree del Centro Italia.
Settori in crescita: edilizia e manifatturiero trainano l’economia
L’analisi settoriale evidenzia performance positive in alcuni comparti strategici:
- Costruzioni: crescita degli investimenti e +2,4% nell’occupazione nel 2024
- Industria alimentare e meccanica strumentale: espansione costante
- Manifatturiero: crescita trainata dai comparti a media tecnologia (meccanica e lavorazione dei metalli), anche se con investimenti inferiori rispetto alle regioni concorrenti
Il nodo del manifatturiero: investimenti sotto la media
Nonostante la crescita del 26,9% degli investimenti nel settore manifatturiero umbro, il dato risulta inferiore rispetto a Marche (+28,8%) e Toscana (+30,1%). Questa minore spinta agli investimenti potrebbe incidere negativamente sulla competitività del comparto nel medio-lungo periodo.
Produttività: l’Umbria ancora sotto la media nazionale
Uno degli aspetti critici evidenziati dal report riguarda la produttività per addetto, che resta inferiore rispetto ad altre regioni italiane.
- Valore aggiunto per addetto nel 2023: 59.505 euro, ancora distante dai livelli della Toscana (65.883 euro) e sotto la media nazionale
- Crescita del valore aggiunto per impresa: +33,4% tra il 2019 e il 2023, un dato inferiore alla media nazionale (+35,3%), ma superiore alla Toscana (+31,8%)
Le cause di questo divario possono essere attribuite a una minore specializzazione tecnologica, una struttura imprenditoriale frammentata e una forza lavoro meno qualificata rispetto ad altre regioni più avanzate.
Redditività e solidità finanziaria: segnali positivi per le imprese umbre
Dal punto di vista della redditività, le imprese umbre mostrano una buona performance:
- ROI (Return on Investment) nel 2023: 4,0%
- ROE (Return on Equity) nel 2023: 6,6%
- Grado di capitalizzazione: 39,9% nei bilanci 2023, segnale di una maggiore solidità finanziaria
Tuttavia, il costo del lavoro rappresenta ancora un ostacolo alla competitività, con un incremento medio del 21% dal 2019.
Crisi demografica: il vero freno alla crescita economica
Uno dei problemi più gravi emersi dal report riguarda il declino demografico:
- Saldo naturale negativo nel 2024: -6.044 unità (più decessi che nascite)
- Indice di vecchiaia: 366 anziani ogni 100 giovani, tra i più alti d’Italia
- Previsioni al 2042: perdita di oltre 65.000 abitanti rispetto al 2024
Questi numeri evidenziano la necessità di politiche mirate per attrarre giovani lavoratori e contrastare lo spopolamento.
Credito alle imprese: luci e ombre
L’accesso al credito per le aziende umbre ha mostrato segnali contrastanti:
- Contrazione del credito bancario nel 2023, più marcata rispetto alla media nazionale
- Deterioramento della qualità del credito, soprattutto per il settore manifatturiero
- Stabilizzazione dei tassi di interesse nel 2024, che potrebbe favorire una ripresa dei finanziamenti nei prossimi mesi
Confronto con Marche e Toscana: l’Umbria tiene il passo
Nonostante le difficoltà, l’Umbria mostra performance competitive rispetto alle regioni limitrofe:
- Valore aggiunto per impresa: +33,4% dal 2019, superiore alla Toscana (+31,8%)
- Produttività per addetto: 59.505 euro nel 2023, superiore alle Marche (56.851 euro)
- Occupazione: aumento a 12,2 addetti per impresa nel 2023, contro i 10,7 delle Marche e i 10 della Toscana
Costo del lavoro ed energia: un peso sui bilanci aziendali
I due fattori che maggiormente incidono sulla competitività delle imprese umbre sono:
- Costo del lavoro: es. AST (Acciai Speciali Terni) spende 121,4 milioni di euro (5,3% dei costi totali)
- Costo dell’energia: es. Colacem S.p.A. con 54,4 milioni di euro di spesa (15,1% dei costi di produzione)
Quale futuro per l’economia umbra?
I dati mostrano un’economia regionale in evoluzione, con una spiccata propensione agli investimenti e segnali positivi sulla redditività. Tuttavia, le sfide legate alla produttività, alla demografia e all’accesso al credito rimangono centrali per il futuro.
Se l’Umbria saprà adottare strategie efficaci per colmare il divario con la media nazionale, potrà consolidare il proprio ruolo economico nel Centro Italia, trasformando le attuali criticità in opportunità di crescita sostenibile.
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