CREMONA – In neanche due anni i cremonesi hanno versato 41.645 euro per un totale di 8.329 pasti erogati dalle Cucine benefiche presso la Casa dell’Accoglienza. È il risultato fin qui raggiunto dall’iniziativa del ‘Pasto sospeso’, avviata dai sette club del gruppo Terre Padane del Rotary in collaborazione con la società San Vincenzo de’ Paoli, festeggiato oggi pomeriggio nel Salone dei Quadri del Palazzo comunale con la consegna degli attestati di merito ‘Locale del cuore’ agli esercizi che si sono distinti nella diffusione e nella raccolta. Venti fra ristoranti, bar, negozi, aziende e farmacie, e anche l’oratorio dell’unità pastorale ‘don Primo Mazzolari’ (Sant’Ambrogio, Boschetto, Cambonino e Migliaro), sebbene non tutti rappresentati alla cerimonia.
L’incontro è stato introdotto da Claudio Bodini, presidente del Rotary Cremona nel 2023-24 e promotore del progetto, con la citazione di don Primo Mazzolari che lo ha ispirato: «Chi ha poca carità vede pochi poveri; chi ha molta carità vede molti poveri; chi non ha nessuna carità non vede nessuno». Il servizio intende venire incontro a persone nel bisogno il cui numero è purtroppo in aumento anche nella nostra città e provincia. E sta suscitando interesse e volontà di imitazione: recentemente è stato presentato da Bodini ai rotariani e al vescovo cremonese (Enrico Trevisi) di Trieste; contatti e richieste per attuarlo sono giunti da Casalmaggiore, Crema, Lodi, Mantova, Nardò (Lecce) e anche da Lugano, in Svizzera. Di valorizzazione della solidarietà diffusa e di ‘restituzione di un percorso importante’ ha parlato, nel suo intervento di saluto, il sindaco Andrea Virgilio, che ha evidenziato come avvilenti situazioni di povertà (in Italia un milione e mezzo in più secondo gli ultimi aggiornamenti) rimangano spesso sottotraccia e non sempre si riesca a farle emergere per portare aiuto.
Filippo Gussoni, attuale presidente del Rotary Cremona, ha definito quello del ‘Pasto sospeso’ un servizio di ampio respiro, studiato in una prospettiva pluriennale, i cui risultati («Un fiume in piena che continua a crescere») hanno diradato ogni iniziale scetticismo. Del «grande merito» dell’iniziativa lanciata da Bodini ha dato atto anche il presidente del Rotary Cremona Po Roberto Frosi. Qualche osservazione critica è venuta da Giovanni Gagliardi, vicepresidente dell’amministrazione provinciale. Non ha certo contestato che quella dei Rotary sia un’iniziativa benemerita, ma si è detto rattristato e sconcertato che in una città ricca come Cremona e in una Regione fra le più evolute come la Lombardia ci sia ancora chi non è in grado di poter mangiare almeno una volta al giorno.
«Il Pasto sospeso – a giudizio di Gagliardi – è un minimo etico, ma così non ci puliamo l’anima, bisogna fare di più: i cremonesi che possono pensino a un bonifico mensile alla San Vincenzo» ha suggerito. Rilievi solo in parte condivisi dal presidente della San Vincenzo Massimo Fertonani, che intanto si è detto «contento perché quanto stiamo facendo insieme ci rende orgogliosi, mi pare che la comunità cresca se ognuno in coscienza fa la sua parte e fa quello che può, senza cercare un tornaconto» e il ‘Pasto sospeso’ ha dato «risultati concreti e inaspettati».
Fertonani ha ringraziato i volontari e i Rotary, la diocesi, il Comune e i benefattori, e ha ricordato che le Cucine benefiche sono attive a Cremona fin dal 1916 (Prima guerra mondiale) per volontà dell’allora vescovo Giovanni Cazzani. Certo i dati sulla povertà sono allarmanti: nel 2023 erano 40-45 le persone che si rivolgevano alla mensa di viale Trento e Trieste, mentre «nelle ultime settimane siamo arrivati anche a 65 al giorno». Inoltre, almeno 400 famiglie bisognose ricevono settimanalmente un pacco alimentare. Sono, per la San Vincenzo e i volontari, anche occasioni di incontro e di ascolto che consentono di intercettare i bisogni e creare in diversi casi relazioni di fiducia, avviando percorsi di accompagnamento che qualche volta consentono anche l’uscita dalla condizione di povertà.
La cerimonia si è conclusa con le premiazioni dei locali che hanno superato i cento pasti offerti alla San Vincenzo, esponendo ai propri clienti le tessere per la donazione di 2 o 5 euro (senza ovviamente escludere versamenti superiori). Al primo posto si è classificata l’Hosteria 700: l’attestato è stato ritirato da Luca e Lorenzo Lazzarinetti a nome della loro mamma Marina Morelli, titolare del ristorante di piazza Gallina. C’è anche qualche affezionato cliente – hanno riferito – che non lascia mai il locale senza donare un pasto.
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