In caso di separazione legale, la moglie ha diritto a un assegno di mantenimento se sussistono determinate condizioni.
Il diritto al mantenimento è previsto con lo scopo di garantire al coniuge economicamente più debole un tenore di vita simile a quello goduto in costanza di matrimonio.
Condizioni per il diritto al mantenimento
- Non addebito della separazione
- Se la separazione è stata addebitata alla moglie per violazione dei doveri coniugali (ad es. tradimento), perde il diritto al mantenimento, ma può comunque avere gli alimenti in caso di necessità.
- Disparità economica tra i coniugi
- Se la moglie non ha un reddito proprio sufficiente a garantirle un tenore di vita simile a quello matrimoniale, può ottenere l’assegno.
- Sacrificio lavorativo per la famiglia
- Se la moglie non ha lavorato per dedicarsi alla cura della casa e dei figli, questa scelta può giustificare il diritto al mantenimento.
- Capacità lavorativa della moglie
- Se la moglie è in grado di lavorare e rendersi autonoma, il giudice potrebbe ridurre o escludere il mantenimento, soprattutto se è ancora in età da poter trovare un’occupazione.
Differenza tra mantenimento e alimenti
- Assegno di mantenimento: garantisce lo stesso tenore di vita matrimoniale, ma spetta solo se la separazione non è addebitata alla moglie.
- Assegno alimentare: spetta anche se la separazione è addebitata, ma serve solo a coprire il minimo indispensabile per vivere.
Cassazione e giurisprudenza recente
Negli ultimi anni, la Corte di Cassazione ha spesso ridimensionato il diritto al mantenimento, privilegiando il principio dell’autosufficienza economica. Se la moglie ha la possibilità di lavorare o ha altri mezzi di sostentamento, potrebbe non avere diritto all’assegno o riceverne uno ridotto.
Disparità economica tra i coniugi e diritto all’assegno
Uno degli elementi fondamentali per il riconoscimento dell’assegno di mantenimento in sede di separazione è la disparità economica tra i coniugi. Il principio generale stabilito dalla giurisprudenza italiana prevede che il coniuge economicamente più debole possa ricevere un assegno di mantenimento qualora non disponga di redditi propri sufficienti a garantirgli un tenore di vita analogo a quello goduto durante il matrimonio.
Il Giudice può disporre un assegno periodico a favore del coniuge privo di adeguati mezzi di sostentamento. La Cassazione ha più volte ribadito che il criterio determinante per la concessione del mantenimento non è solo la disparità reddituale tra i coniugi, ma la necessità di riequilibrare le condizioni economiche alla luce delle scelte di vita adottate durante il matrimonio.
La Corte di Cassazione ha ridefinito il concetto di assegno di mantenimento, affermando che questo non deve necessariamente garantire al coniuge beneficiario lo stesso tenore di vita matrimoniale, bensì deve essere valutato in base al principio di indipendenza economica. Tuttavia, in casi in cui uno dei coniugi non abbia avuto la possibilità di costruire una propria autonomia economica, il mantenimento può essere riconosciuto per riequilibrare gli effetti della disparità reddituale.
Il sacrificio lavorativo per la famiglia come elemento determinante
Un altro criterio determinante per la concessione dell’assegno di mantenimento è il sacrificio lavorativo del coniuge economicamente più debole. In molti casi, le scelte familiari e di coppia portano uno dei coniugi, spesso la moglie, a rinunciare alla propria carriera lavorativa per dedicarsi alla cura della casa e dei figli. La giurisprudenza ha riconosciuto che tale sacrificio può costituire un elemento essenziale per il riconoscimento del mantenimento.
La Cassazione ha ribadito che il coniuge che si è dedicato esclusivamente alla famiglia, sacrificando la propria indipendenza economica, ha diritto a un contributo economico in fase di separazione, proprio per compensare la mancata crescita professionale e la conseguente difficoltà di reinserimento nel mondo del lavoro.
Anche la Cassazione Civile ha sottolineato che la valutazione del diritto all’assegno deve tenere conto del ruolo svolto all’interno della famiglia, in particolare quando uno dei coniugi ha contribuito alla crescita economica dell’altro attraverso il proprio supporto domestico e familiare. In tal caso, il mantenimento può essere inteso come una forma di riequilibrio delle opportunità sacrificate durante la vita coniugale.
Conclusioni
Il diritto al mantenimento in caso di separazione dipende da una serie di fattori, tra cui la disparità economica tra i coniugi e il sacrificio lavorativo compiuto in favore della famiglia. La giurisprudenza più recente ha introdotto una maggiore attenzione al principio di autosufficienza economica, ma continua a riconoscere l’importanza del contributo domestico e familiare nella determinazione dell’assegno. Ogni caso viene valutato individualmente dai giudici, considerando non solo la situazione patrimoniale dei coniugi, ma anche le scelte di vita adottate durante il matrimonio.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link