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SPRESIANO (TREVISO) – «È opera fondamentale: puntiamo a far ripartire i lavori per fine anno, massimo inizio del 2026. Si sta già discutendo con alcuni operatori internazionali per sostenere gli impatti gestionali. Lavoreremo tutti per offrire quello che è stato sognato e promesso. Ora deve essere realizzato». Quello del ministro dello sport, Andrea Abodi, è un impegno solenne. Ieri ha visitato i cantieri del velodromo di Spresiano, fermi dall’estate del 2019, assieme al sindaco Marco Della Pietra, Remo Mosole e monsignor Liberio Andreatta. Dopo le revisioni studiate per ripartire, il quadro economico è stato chiuso. L’investimento alla fine vale 45 milioni. Sette sono già stati impegnati. Su questi si inserirà l’accordo tra municipio, ministero dello sport, Federazione ciclistica e Regione da 35 milioni per completare l’opera: oltre ai 20 ancora a disposizione, il governo ne metterà 8, il Comune 4 e la Regione 3. A chiudere, ci sono altri 2 milioni per assicurazioni e imprevisti. Per la gestione Mosole parla già di un operatore con base negli Usa: «Immagina l’asse New York, Venezia, Bandie. Sarebbe splendido»
L’iter
Ora si attende il progetto definitivo timbrato da Sport e Salute Spa, società del ministero dell’economia. Il velodromo avrà 3mila posti e sarà polifunzionale, per ospitare non solo il ciclismo, ma anche altri sport e pure concerti. La gara per la costruzione e la gestione sarà doppia. Andranno in parallelo: entrambe dovranno avere esito positivo. Per l’omologazione, poi, potrebbero servire altri due anni. L’orizzonte è avere l’infrastruttura pronta per il 2028. «Abbiamo riattivato l’iter. Contiamo di chiudere la parte burocratica nel giro di 11 mesi – spiega il ministro – ho visto nascere il cantiere. Ma c’è chi l’ha fatto nascere, che è più importante: il cavalier Mosole ha fatto questo e tanto altro. Gli dobbiamo questa opera. Come la dobbiamo alla comunità e al mondo del ciclismo, che l’aspetta con impazienza anche in previsione di futuri appuntamenti mondiali». Il riferimento è al Mondiale di ciclismo su strada e pista in Trentino e Alto Adige del 2031, che potrebbe vedere le gare indoor proprio nel nuovo velodromo di Spresiano. «Ma non dobbiamo dimenticare la pratica quotidiana – aggiunge Abodi – sarà una bellissima infrastruttura, moderna, accessibile, dove ci saranno tanti ragazzi che amano il ciclismo». Come i giovani della squadra di ciclismo di Mosole che ieri hanno accolto il ministro davanti al Thai Si con un cartello: «Benvenuto alle Bandie, dove sorgerà la capitale del ciclismo».
L’obiettivo
Mosole, 91 anni, è già pronto all’inaugurazione: «Farò un discorso a braccio, di cuore». Per mettere la propria parte, il Comune ha acceso un mutuo di 15 anni a tasso zero. La federazione manterrà il diritto di superficie sull’area. Il municipio avrà di fatto la nuda proprietà: tra 60 anni, poi, entrerà in possesso della struttura: l’11 luglio 2088. Ma intanto potrà contare sull’uso esclusivo di una palestra da 400 metri quadrati nel velodromo (in modo completamente gratuito, bollette comprese), la possibilità di usare l’intero impianto per 3 fine settimana all’anno. E in ballo c’è l’idea di una nuova bretella per ridurre il traffico su Lovadina. Senza parlare del volano turistico. Il sindaco Della Pietra l’ha sottolineato anche ieri. «Il volano potrebbe essere davvero internazionale – dice – la posizione è strategica: a una 50ina di chilometri c’è Venezia. Con la rete ciclopedonale ci si può arrivare in bici». Le premesse ci sono. «Ci auguriamo di essere arrivati all’ultimo sforzo per il velodromo – tira le fila Della Pietra – il Comune ci ha messo del suo, sì. Ma non è ancora il momento di spiegare tutti i giovamenti che porterà. Vero che mettiamo 4 milioni, ma è anche vero che portiamo a Spresiano un’opera da 45 milioni di euro. Credo che già questo basti e avanzi».
Imoco
Il ministro Abodi, infine, non dimentica di celebrare il filotto di trofei firmato Prosecco Doc Imoco. «Conegliano rappresenta l’eccellenza assoluta. Merito della società, della squadra, dello staff e dei partner – scandisce – una formula vincente, una formula italiana, una formula veneta». E l’asso pigliatutto non spaventa, anzi, è uno stimolo per la crescita generale. «Sono convinto – conclude Abodi – che dovrà misurarsi con concorrenze sempre più agguerrite».
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