Ospedale di Vibo, facciamo chiarezza (di Pino Tassi)



di Pino Tassi

L’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia non ce la fa più, ha bisogno di una profonda e urgente ristrutturazione. Su questo tutte le istituzioni, i partiti, le forze sociali e le associazioni sono d’accordo. Bisogna intervenire e intervenire subito. Grazie ai fondi del Pnrr sono stati stanziati dal governo 20 milioni di euro per la ristrutturazione. Grazie ai vincoli di spesa posti dall’Europa abbiamo anche la fortuna di sapere che se entro marzo 2026 i lavori di ristrutturazione dell’ospedale non saranno terminati, i fondi (10 milioni) verranno persi. Questo fatto e non si capisce il perché sta mandando di matto un po’ tutti.

Si dice: fare i lavori subito porterebbe a chiudere l’ospedale per mesi e mesi, oppure si dovrebbero spostare interi reparti ad iniziare dalla chirurgia. Il commissario Piscitelli, in una intervista rilasciata un mesetto fa, dimostrava di avere le idee chiare sul percorso da seguire, aveva rassicurato l’opinione pubblica dicendo che i lavori di ristrutturazione sarebbero stati fatti e sarebbero partiti entro febbraio perché la situazione precaria dell’ospedale lo richiedeva.

Invece l’intervento del presidente Roberto Occhiuto, commissario della sanità, ingarbuglia tutto tirando in ballo la realizzazione dell’ospedale nuovo e in più facendo appalesare la possibilità di allungare i tempi della ristrutturazione del vecchio ospedale con una specie di magia che porterebbe a trasformare i fondi Pnrr in altri tipi di fondi. Purtroppo da quello che si legge sui giornali di regime, nella Conferenza dei Sindaci vibonesi, il commissario Piscitelli sta valutando questa possibilità. Leggo sui giornali che avrebbe dichiarato: “Stavamo vagliando diverse ipotesi poi è arrivata la proposta del presidente Occhiuto di cambiare la natura del finanziamento da 25 milioni di euro del Pnrr, trasformandolo in Fsc. Una possibilità concreta che abbiamo discusso con lo stesso governatore e che ci permetterà di lavorare con maggiore serenità. Attendiamo da un momento all’altro la risposta da parte della Regione per partire con la polizza di fidejussione e la consegna dei lavori che partiranno tra il 4 e 5 marzo”.

E qui, io comune mortale, non ci capisco più nulla. Mi sembra, ma posso sbagliare, che il primo risultato di questa scelta infelice è che c’è il serio pericolo di perdere i 10 milioni di finanziamento del Pnrr. Non solo perdiamo i milioni del Pnrr ma anche la garanzia del termine certo degli stessi: marzo 2026. Invece di ringraziare che abbiamo un termine certo entro cui i lavori dovranno essere terminati e quindi non avremo gli eterni lavori rinviati di mesi in mesi, di anni in anni, ci si vuole arrischiare sulla strada pericolosa di come aggirare questo ostacolo.

La storia dell’ospedale nuovo, i cui lavori sono stati rinviati per decenni con pose di prime pietre a bizzeffe, dovrebbe insegnarci qualcosa. Il risultato di questa scelta potrebbe essere che ai primi di marzo si avviano i lavori che poi saranno allungati alle calende greche. E questa non è una congiuntura ma scaturisce sempre dalle dichiarazioni del commissario Piscitelli che sullo spostamento di alcuni reparti in altre strutture dichiara: “È il piano B, ma confido che entro il 2026 sarà pronto il nuovo ospedale in contrada Cocari, così non ci dovrebbero essere disagi. Ciò che è certo è che i lavori di adeguamento dello Jazzolino partiranno entro questo mese di marzo”.

Ricapitolando: i lavori di ristrutturazione partono adesso e si spera che entro il 2026 sarà pronto il nuovo ospedale per non dover spostare le sale operatorie. Quindi per evitare quattro/cinque mesi di spostamento delle sale operatorie in altra struttura si preferisce allungare pericolosamente i tempi dei lavori di ristrutturazioni. La domanda nasce spontanea: siamo sicuri che così i disagi per i cittadini saranno minori?

E infine, su dove si vorrebbero spostate le sale operatorie non si è ancora chiari. Non capiamo perché non si privilegiano gli altri due ospedali pubblici, quelli di Tropea e Serra San Bruno. Ospedali da poco ristrutturati e con ampi spazi. Spostare le sale operatorie in strutture private sarebbe inspiegabile per tanti motivi, tra cui quello della difesa della sanità pubblica è uno dei principali ma certamente non l’unico.

E i commissari dovrebbero conoscere le motivazioni del ministro Piantedosi che stanno alla base dello scioglimento dell’Asp di Vibo Valentia. Così come dovrebbero conoscerli tutti i partiti, i parlamentari, e le istituzioni regionali e comunali. Su questo aspetto francamente non si capisce il silenzio dei maggiori partiti progressisti, a partire dal Pd, continuando con il M5S e arrivando ad AVS. Se non li ricordassero potrebbero leggere il nostro ultimo articolo in proposito. Unici in tutto il panorama informativo a ricordarne il contenuto.

VIBO, L’INCHIESTA DELLA PROCURA E I RAPPORTI CON L’ASP (https://www.iacchite.blog/vibo-sale-operatorie-dellospedale-alla-clinica-villa-dei-gerani-molte-perplessita-linchiesta-della-procura-e-i-rapporti-con-lasp/)

Mi sarei aspettato da loro, così come dal mondo sindacale e dell’associazionismo una presa di posizione netta e chiara. Così come da parte dell’amministrazione comunale di Vibo Valentia. Abbiamo festeggiato la vittoria di Romeo come momento di rottura con il passato. Bisogna lasciare le timidezze e procedere con risoluzione su questa strada. L’opinione pubblica si aspetta che i lavori di ristrutturazione dell’ospedale Jazzolino siano rapidi e veloci, che si effettuino entro i tempi previsti dal Pnrr, e che lo spostamento delle sale operatorie e di chirurgia sia circoscritto a pochi mesi utilizzando gli ospedali di Serra e Tropea. Se si è chiari la gente capirà. Sono certo che i commissari, ringraziandoli per il lavoro che stanno facendo, rifletteranno su queste mie considerazioni da cittadino comune.



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