Mangiare fuori è il nuovo status symbol? Cifre da capogiro per l’out of home

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Negli ultimi anni, il modo in cui gli italiani vivono il consumo fuori casa è cambiato radicalmente. Non si tratta più solo di una semplice necessità o di un momento di svago, ma di un’abitudine che riflette nuove priorità, stili di vita e, in parte, anche uno status sociale. In un periodo di rincari generalizzati e incertezze economiche, il dato che sorprende è che sempre più persone scelgono di destinare una parte consistente del proprio budget alla ristorazione.

Ma cosa significa veramente questa tendenza? Il cibo consumato fuori casa è ancora un piacere da concedersi di tanto in tanto o sta diventando un bisogno quasi imprescindibile per mantenere una vita sociale attiva?

Cifre da capogiro: oltre 70 miliardi di euro spesi

Secondo i dati Circana di gennaio 2025, la spesa per consumi fuori casa ha raggiunto i 70,9 miliardi di euro, registrando un incremento del 10,9% rispetto al periodo pre-Covid. Una crescita che non è stata guidata solo dalla frequenza delle visite, ma soprattutto dall’aumento del prezzo medio per singolo acquisto, che segna un +15% rispetto al 2019.

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Il fenomeno è stato analizzato all’interno del Beer&Food Attraction, l’evento organizzato da Italian Exhibition Group alla Fiera di Rimini. Qui è emerso un dato interessante: il 47% dei consumatori italiani rientra nella fascia “media”, ovvero coloro che consumano fuori casa almeno una volta a settimana, contribuendo al 25% del totale della spesa.

Inflazione e cambi di abitudini: mangiare fuori o mangiare a casa?

L’inflazione continua a giocare un ruolo importante. Dopo il picco del 6,2% nel 2023, i prezzi del settore ristorazione e ospitalità hanno visto una riduzione della crescita, arrivando al 3,6% a dicembre 2024. Tuttavia, nonostante un leggero rallentamento, il costo della vita rimane alto e la ristorazione fuori casa continua a rappresentare una voce di spesa significativa per molte famiglie e giovani lavoratori.

Le reazioni dei consumatori sono varie:

  • Il 40% manterrà le proprie abitudini di spesa senza variazioni significative.
  • Il 23% è disposto a ridurre altre spese (viaggi, shopping, cultura) pur di permettersi di uscire a cena o concedersi un aperitivo.

Questo suggerisce che il consumo fuori casa non è percepito semplicemente come una scelta economica, ma come un vero e proprio investimento nella qualità della vita e nella socialità.

La ristorazione come fulcro della vita sociale

Non è un caso che, in un’epoca sempre più digitalizzata e dominata dalle interazioni virtuali, il settore della ristorazione continui a prosperare. I ristoranti, i bar e i locali non sono solo luoghi in cui si consuma cibo, ma veri e propri centri di aggregazione.

Mangiare fuori non significa solo nutrirsi, ma condividere momenti, rafforzare relazioni e costruire connessioni. Il tavolo di un ristorante diventa spesso il punto di incontro tra amici, famiglie e colleghi, un luogo in cui discutere di affari, celebrare ricorrenze o semplicemente staccare dalla routine quotidiana.

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Inoltre, per molti giovani professionisti e studenti, la ristorazione rappresenta uno spazio di networking e confronto, in cui la dimensione sociale è fondamentale. Non a caso, il food delivery cresce, ma non sostituisce l’esperienza di un pasto condiviso in un locale, segno che la dimensione umana resta centrale nel concetto di consumo fuori casa.

E per il futuro? I consumi cresceranno ancora e mangiare fuori sarà più complicato

Le stime per il 2025 indicano un ulteriore aumento del +3% nella spesa totale e un +1,6% nelle visite ai locali, che attualmente ammontano a circa 15 miliardi di ingressi annuali (incluso il food delivery).

Tra i principali fattori che guideranno questa crescita troviamo:

  • Il ricambio generazionale: i giovani tendono a considerare il consumo fuori casa come un’abitudine normale, spesso preferendo esperienze rapide e socializzanti a lunghe preparazioni domestiche.
  • L’aumento del costo della vita, che porta a una selezione più attenta di dove e come spendere i propri soldi, ma senza rinunciare completamente alle uscite.
  • L’effetto dell’inflazione residua, che continua a incidere sui prezzi della ristorazione, rendendo alcuni segmenti di mercato più esclusivi.

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Mangiare fuori è ancora un piacere o sta diventando un obbligo sociale?

Questi dati ci portano a una riflessione: il cibo consumato fuori casa è ancora un momento di relax e convivialità o sta diventando una necessità imposta da ritmi frenetici e dinamiche sociali? Se da un lato il piacere della tavola e della condivisione rimane intatto, dall’altro sempre più persone si sentono quasi “costrette” a uscire per mantenere una vita sociale attiva e integrata.

Il valore della ristorazione, dunque, va ben oltre il semplice atto di consumare un pasto: è una parte fondamentale della cultura, della socialità e persino dell’identità individuale.





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