La battaglia di studenti e studentesse contro il dimensionamento scolastico ha portato a un primo risultato: un incontro con l’assessore alla Scuola della Regione, Giuseppe Schiboni, il prossimo 26 febbraio.
“Siamo stati fermi sotto alla Regione finché non abbiamo ottenuto un tavolo” spiegano attiviste e attivisti della Rete degli studenti medi del Lazio che ha organizzato il presidio di oggi, 21 febbraio, in piazza Oderico da Pordenone.
La richiesta di un tavolo con la Regione
“Stamattina gli studenti di tutto il Lazio sono scesi in piazza contro la delibera approvata dalla regione Lazio che prevede l’accorpamento di 23 istituti – spiegano dalla Rete degli studenti medi -.
La manifestazione ha raccolto oltre 100 adesioni tra realtà e istituzioni e ha visto la partecipazione dei partiti all’opposizione. In piazza erano anche presenti gli studenti dei diversi istituti dimensionati”.
Obiettivo dei manifestanti era ottenere un incontro con il presidente della Regione, Francesco Rocca e con l’assessore Schiboni: “Abbiamo tentato di avanzare con il presidio sotto la Regione, ma la Digos ci ha fermati” spiega Flavia, attivista della Rete degli studenti medi.
Alla fine, dopo una lunga contrattazione i manifestanti hanno ottenuto un incontro con Schiboni per mercoledì 26 febbraio. “Questa delibera è un attacco al diritto allo studio – dicono gli studenti -. Si rischia la chiusura di autonomie scolastiche, meno rappresentanza e tagli sul personale. Tutto ciò è inaccettabile, Rocca deve fare un passo indietro”.
Il sostegno dei municipi
In piazza, insieme agli studenti, c’erano diversi consiglieri dei partiti di opposizione, come Pd, Avs, M5S, e i municipi. “La delibera della giunta regionale n. 1161 – spiegano la minisindaca del municipio IX, Titti Di Salvo e l’assessora alla Scuola, Paola Angelucci – è una falce che, tra l’anno in corso e il prossimo, ha messo a terra il taglio di 23 autonomie scolastiche tra istituti comprensivi e istituti superiori sul territorio regionale. Condividiamo le ragioni della protesta delle studentesse e degli studenti che chiedono investimenti sulla scuola pubblica”.
A fianco degli studenti si schiera anche l’assessora capitolina alla Scuola, Claudia Pratelli: “Sono vicina alle ragioni delle studentesse e degli studenti che stanno manifestando contro il piano di dimensionamento scolastico voluto dal governo e dalla Regione Lazio. L’appello che hanno lanciato nei giorni scorsi è un grido di allarme che condivido, perché con il piano di dimensionamento, realizzato nuovamente senza condivisione con i soggetti coinvolti, la Regione Lazio, ha perpetrato scelte sbagliate nel merito e nel metodo”.
Le scuole di Roma coinvolte nella delibera
Per quanto riguarda la Capitale, sono quattro gli accorpamenti decisi per il primo ciclo di istruzione, di cui due nel municipio IV, uno dei territori che più volte aveva ribadito la sua contrarietà a ogni tipo di taglio. Ma andiamo con ordine: nel municipio III saranno accorpati l’istituto Fidenae (via Don Giustino Russolillo) con il Carlo Levi (via Serrapetrona 121). La proposta, in questo caso, è arrivata dallo stesso municipio già nei mesi scorsi. Nel municipio IV il primo accorpamento è tra l’istituto Palombini (via Palombini) e il Perlasca (via Ramiro Fabiani), con sede legale presso il Palombini.
Il secondo coinvolgerà gli istituti Alberto Sordi (piazza Giuseppe Gola) e Giovanni Falcone (piazzale Hegel). Con sede legale al Falcone. Nel municipio XV, invece, saranno accorpati gli istituti Baccano (via Baccano) e Karol Wojtyla (via Concesio). Con sede legale in via Baccano. Anche in questo caso, dal territorio era arrivata la richiesta di non toccare l’attuale assetto scolastico.
E poi ci sono gli interventi che toccano il secondo ciclo di istruzione: nasceranno un nuovo istituto di istruzione superiore mediante aggregazione degli istituti F. De Pinedo e dell’istituto M. Colonna e un nuovo polo liceale, tramite l’accorpamento tra l’artistico Caravillani con il liceo classico Dante Alighieri.
La Regione tira dritto
Al momento, comunque, da parte della Regione, non sono emersi segnali della volontà di fare un passo indietro sulla delibera: “Nessuna scuola sarà chiusa – ha precisato nei giorni scorsi Schiboni – nessun servizio sarà sottratto a famiglie e studenti, si tratta di una misura finalizzata a garantire un dirigente in ogni scuola superando la precarietà delle reggenze. Come istituzioni abbiamo il dovere della chiarezza verso i cittadini, verso i ragazzi e questa continua disinformazione fa male solo a loro. La delibera? Come ha detto il presidente Rocca non sarà ritirata”.
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