Cina, prezzi case giù Giappone crescita dell’export

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I mercati asiatici si muovono su traiettorie divergenti: mentre il settore immobiliare cinese mostra timidi segnali di stabilizzazione, il Giappone registra un nuovo record nelle esportazioni, ma si prepara ad affrontare le incognite delle nuove tariffe americane.

Cina: il mercato immobiliare rallenta il crollo

Nel gennaio 2025, i prezzi delle nuove abitazioni in Cina hanno registrato una flessione annua del 5% nelle 70 principali città monitorate, un miglioramento rispetto al calo del 5,3% di dicembre 2024. Questo rappresenta la contrazione più contenuta da luglio 2024, suggerendo possibili segnali di stabilizzazione nel settore immobiliare cinese, secondo i dati dell’Ufficio nazionale di statistica.

Il governo di Pechino ha intensificato le misure di sostegno per arginare la crisi del mercato immobiliare. Tra gli interventi più significativi ci sono la riduzione dei tassi ipotecari, il taglio degli acconti minimi richiesti per l’acquisto di case e il coinvolgimento dei governi locali nell’acquisto di unità immobiliari invendute. Inoltre, sono stati emessi bond speciali per fornire ulteriore liquidità al settore.

Nonostante ciò, il calo dei prezzi prosegue in diverse metropoli. Pechino ha registrato una contrazione del 5,7% a gennaio, rispetto al -5,4% di dicembre. A Guangzhou, i prezzi sono diminuiti dell’8,4%, mentre Shenzhen ha segnato un -5,2%. Di contro, Shanghai continua a sfidare la tendenza negativa, con un incremento dei prezzi del 5,6%.

Secondo Nomura, “il prolungato calo dei prezzi nel 2025 supporta la nostra opinione che la crisi immobiliare in Cina non sia ancora terminata e che il sistema fiscale necessiti di una revisione”.

Giappone: esportazioni in crescita, ma si teme l’effetto dazi USA

Mentre la Cina cerca di arginare la crisi immobiliare, il Giappone continua a beneficiare della svalutazione dello yen, con esportazioni in aumento per il quarto mese consecutivo. Secondo i dati del Ministero delle Finanze, le esportazioni giapponesi sono cresciute del 7,2% a gennaio, raggiungendo i 7.860 miliardi di yen (circa 49,5 miliardi di euro). Questo dato segna un record per il primo mese dell’anno e riflette il forte traino del settore automobilistico e farmaceutico.

Le importazioni, tuttavia, sono aumentate del 16,7%, portando il disavanzo commerciale complessivo a 2.760 miliardi di yen (17,4 miliardi di euro). Con gli Stati Uniti, il Giappone ha registrato un surplus commerciale di 477 miliardi di yen, grazie a un incremento dell’export dell’8,1%, spinto dalle vendite di automobili.

Tuttavia, il settore automobilistico giapponese potrebbe presto affrontare nuove difficoltà. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato la scorsa settimana un piano per incrementare i dazi sulle importazioni di automobili, misura che potrebbe colpire duramente il Giappone. Il Ministero delle Finanze giapponese ha dichiarato che “monitorerà attentamente il potenziale impatto” senza fornire ulteriori dettagli.

Gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato di sbocco per le case automobilistiche giapponesi, con circa un terzo delle esportazioni totali dirette oltreoceano. Secondo la Japan Automobile Manufacturers Association, nel 2023 il Giappone ha esportato 1,44 milioni di autovetture negli USA.

Trump sostiene che l’aumento dei dazi servirà a rilanciare la produzione nazionale e a ridurre il deficit commerciale americano. La scorsa settimana, l’amministrazione statunitense ha già introdotto una tariffa del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio, misura che entrerà in vigore il 12 marzo 2025.

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Le incognite

Mentre la Cina cerca di rallentare il crollo del mercato immobiliare con misure di sostegno, il Giappone continua a beneficiare dell’indebolimento dello yen per trainare l’export. Tuttavia, l’incognita delle nuove tariffe statunitensi potrebbe rappresentare una minaccia significativa per l’economia giapponese, soprattutto per il settore automobilistico. Entrambi i paesi asiatici si trovano di fronte a sfide complesse, con dinamiche economiche sempre più interconnesse e condizionate dalle decisioni politiche globali.

(Nella foto il primo ministro del Giappone, Fumio Kishida)



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