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Un incubatore su ruote porta la speranza nei quartieri più poveri della capitale afghana, offrendo alle donne una possibilità di emancipazione in un Paese che continua a negare loro diritti fondamentali.

Afghanistan: un bus per l’indipendenza economica delle donne

Mentre l’Afghanistan affronta una delle crisi economiche e sociali più drammatiche della sua storia recente, con le donne sempre più escluse dalla vita pubblica e costrette a un ruolo marginale imposto dal regime talebano, un’iniziativa innovativa prova a scardinare questa realtà. Si chiama Brave Business in a Bus (BBB) ed è il primo incubatore mobile di imprenditoria femminile del Paese.

Il progetto, promosso da Otb Foundation – l’organizzazione legata al gruppo Otb (Diesel) – e ideato da Selene Biffi, fondatrice di She Works for Peace (Swfp), nasce con un obiettivo chiaro e ambizioso: raggiungere le donne afghane nei quartieri più poveri di Kabul e fornire loro strumenti pratici per costruire micro-imprese, attraverso consulenze gratuite in ambito imprenditoriale e manageriale.

Un’idea semplice, ma rivoluzionaria

In Afghanistan, oltre il 90% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Le donne, in particolare, sono tra le categorie più colpite: dopo la presa di potere dei talebani nell’agosto del 2021, sono state escluse da gran parte dei settori lavorativi, private dell’istruzione superiore e costrette a condizioni di vita sempre più restrittive. In questo contesto, BBB rappresenta un’opportunità senza precedenti. Non solo offre alle donne la possibilità di apprendere competenze fondamentali per avviare un’attività indipendente, ma lo fa superando gli ostacoli imposti dalla legge, portando il supporto direttamente a loro, nei loro quartieri, nelle loro case, dove spesso sono confinate.

Un bus attrezzato diventa così molto più di un semplice veicolo: è una scuola, un ufficio, un luogo di confronto e, soprattutto, una finestra aperta sul mondo. Al suo interno, le partecipanti ricevono formazione su come gestire un’impresa, elaborare un piano finanziario, commercializzare i propri prodotti e affrontare le sfide del mercato. Un’azione concreta per restituire alle donne un ruolo economico e sociale in un Paese che le vuole invisibili.



“Crediamo che Selene Biffi e il suo team abbiano una visione chiara e determinata per aiutare le donne afghane a costruire un futuro migliore”,
afferma Arianna Alessi, vicepresidente di Otb Foundation. “Brave Business in a Bus non è solo un’iniziativa che promuove l’imprenditoria femminile, ma una vera e propria opportunità di emancipazione in un contesto dove l’accesso alle risorse è estremamente limitato”.

Come funziona il bus dell’emancipazione

L’iniziativa è organizzata in un formato itinerante, con il bus che attraversa le zone più vulnerabili della capitale, fermandosi in punti strategici per offrire formazione e supporto alle donne che vogliono avviare un’attività. Le sessioni di consulenza spaziano dall’educazione finanziaria alla gestione d’impresa, dal marketing alle strategie di vendita, con l’obiettivo di fornire alle partecipanti tutti gli strumenti necessari per diventare economicamente indipendenti.

Oltre alla formazione, BBB offre anche un aiuto pratico per l’avvio delle micro-imprese: le donne ricevono supporto per l’accesso a piccoli finanziamenti, assistenza nella costruzione di reti di vendita e mentoring per sviluppare i loro progetti imprenditoriali. Alcune delle idee già in fase di realizzazione riguardano la produzione artigianale, la sartoria, la cosmetica naturale e la ristorazione casalinga, settori in cui le donne possono operare con minimi investimenti iniziali e senza dover uscire di casa, riducendo così il rischio di ritorsioni.

“In un Paese devastato da conflitti e restrizioni, queste donne sono la chiave per la rinascita sociale ed economica dell’Afghanistan”, sottolinea ancora Alessi. L’economia di un Paese non può prosperare senza il contributo di metà della sua popolazione, e garantire alle donne strumenti per l’indipendenza economica non è solo una questione di equità, ma anche una strategia di sviluppo cruciale per l’intera nazione.

Un segnale di speranza in un contesto ostile

BBB rappresenta una sfida aperta alle limitazioni imposte dal regime talebano, ma è anche un atto di speranza. In un Paese in cui l’accesso all’istruzione e al lavoro è diventato un privilegio riservato agli uomini, un progetto come questo assume un valore simbolico straordinario. Dimostra che, nonostante la repressione, le donne afghane non hanno rinunciato alla voglia di costruire un futuro migliore per sé e per le loro famiglie.

I dati mostrano che le economie più resilienti sono quelle che garantiscono l’accesso delle donne al mercato del lavoro. Un recente rapporto della Banca Mondiale sottolinea che la crescita economica in Afghanistan è crollata proprio a causa dell’esclusione delle donne dall’economia formale. In questo scenario, iniziative come BBB rappresentano un piccolo ma fondamentale tassello per invertire la rotta.

Non è solo una questione di lavoro: è un’opportunità di riscatto, una battaglia per la dignità e l’autonomia. Brave Business in a Bus sta dimostrando che, anche nelle condizioni più difficili, il cambiamento è possibile. Un autobus che attraversa Kabul, portando formazione e opportunità, può sembrare una goccia nell’oceano, ma per molte donne rappresenta l’unico spiraglio di luce in un futuro che sembra chiuso a ogni possibilità.

Conflitti, povertà e repressione non hanno cancellato la voglia di futuro. E in Afghanistan, oggi più che mai, anche un bus può fare la differenza.



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