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Fin dal XII secolo i canali sono stati un’importante risorsa e un’identità per la città di Bologna. Nel corso dei secoli, la loro funzione e il loro utilizzo sono cambiati, adattandosi alle diverse esigenze urbane. Tuttavia, solo negli ultimi decenni, dopo un periodo in cui i canali avevano perso la loro identità, è stato avviato un significativo processo di valorizzazione, che ha incluso importanti interventi come i più recenti relativi al risanamento del tratto coperto del Canale delle Moline.
Per approfondire questo percorso abbiamo intervistato Andrea Bolognesi, Direttore di Canali di Bologna e Milena Naldi, storica dell’arte, Canali di Bologna Cultura. Per trattare in modo approfondito i numerosi temi emersi, l’intervista è stata suddivisa in tre articoli dedicati a specifici argomenti. In questo ultimo articolo Andrea Bolognesi ci racconta la struttura dei Canali di Bologna e gli interventi di manutenzione straordinaria realizzati per il miglioramento delle acque e del piano di scorrimento del canale delle Moline. In questa occasione analizzeremo anche l’importanza che hanno avuto, durante la recente alluvione, gli interventi di manutenzione svolti negli ultimi anni dal Consorzio dei Canali.
L’intervista
Come sono strutturati i canali di Bologna oggi e quale ruolo ricoprono?
Come descritto da Milena Naldi nell’intervista dedicata alla storia dei canali di Bologna, il reticolo artificiale di canali presente nella nostra città è di origine antica (XII secolo circa). Esso si dirama dalle due chiuse di San Ruffillo e Casalecchio, intercetta il torrente Savena e il fiume Reno, e attraversa la città fino al sostegno della Bova, origine del canale Navile.
- La casa di Guardia presso la Chiusa di Casalecchio di Reno
- Uno dei 66 cartelli distribuiti in città della Mappa dei Canali di Bologna
Il canale di Reno è il più noto, perché visibile in più punti della città, come ad esempio dalla finestrella di via Piella, ad oggi uno dei luoghi più iconici e visitati di Bologna. Inoltre, se non ci fossero le acque del Reno derivate dalla chiusa di Casalecchio, il canale Navile, che è l’identità idraulica della parte settentrionale di Bologna, non esisterebbe. Questo implica che le acque del canale di Reno che entrano in città, e che tutti i turisti fotografano, non sono presenti per un fine puramente estetico, ma in primo luogo per la loro importanza irrigua soprattutto nel periodo che va da aprile a settembre. La finalità irrigua ha luogo sia per l’acqua che prosegue oltre il canale Navile, sia per una derivazione ad uso della bonifica renana che si trova tra via Capo di Lucca e via Alessandrini, dove è presente una griglia che convoglia le acque indirizzandole in una tubazione che viaggia verso nord, per poi sbucare nell’alveo del Savena abbandonato, all’altezza all’incirca del carcere della Dozza e della caserma centrale dei Vigili del fuoco. Quell’acqua va a servire sia parte del comparto irriguo gestito dal consorzio della bonifica renana, sia alimenta gli impianti di raffreddamento del termovalorizzatore di via del Frullo con un utilizzo di tipo industriale.
Canaletta Ghisiliera
Inoltre, lo sfruttamento irriguo del Reno avviene anche mediante la canaletta Ghisiliera, che esiste da secoli, e che viene derivata in via Sabotino, all’incirca all’altezza del civico 27. La canaletta viaggia in parallelo al torrente Ravone, e poi solca la zona Lame e Zanardi fino ad arrivare a Trebbo, dove si reimmette nel fiume Reno. Questa canaletta ha degli utenti diretti come gli agricoltori che prendono l’acqua dalle zone a nord della pianura bolognese, come ad esempio Lame e Zanardi.
Oltre all’uso irriguo e industriale, a cui abbiamo appena fatto riferimento, le acque del Reno vengono sfruttate anche per la produzione di energia idroelettrica.
Sono due le centrali idroelettriche interessate: la centrale della Canonica e la centrale del Cavaticcio. La centrale della Canonica è posta al confine tra i comuni di Casalecchio e di Bologna, all’incirca sul retro dell’Itis del liceo Leonardo da Vinci. È una centrale da circa 600 kilowatt di potenza massima che sfrutta un salto di poco più di 5 metri di dislivello.
La centrale del Cavaticcio invece si serve del salto naturale di circa 15 metri che il canale di Reno compie in prossimità dell’incrocio tra via Marconi e via Riva di Reno, più precisamente presso Largo Caduti del Lavoro, trasformandosi nel canale Cavaticcio. Dopo un intervento di revamping, un vero e proprio restauro, la turbina nella giornata di giovedì 24 ottobre 2024 è tornata in centro città. Estratta a marzo 2023 e revisionata in officine specializzate, sarà operativa nel 2025, e consentirà di generare 1 MW di potenza massima e di produrre circa 2.500 MWh di energia pulita all’anno, sufficiente per 1.200 famiglie. Il secondo articolo dedicato ai Canali di Bologna ha approfondito nello specifico le caratteristiche e il funzionamento di questa importante centrale idroelettrica.
- Centrale della Canonica
- Centrale del Cavaticcio
Quali sono state le azioni messe in campo per le acque del canale delle Moline? Quali benefici sono stati prodotti?
Retro delle case in via Capo di Lucca. Foto: Enrico Pasquali, 14 aprile 1973
Come raccontato nella prima intervista a Milena Naldi, a partire da metà Ottocento i canali di Bologna perdendo progressivamente la loro importanza, non essendo più funzionali al nuovo tipo di produzione industriale e anche per l’arrivo di nuove fonti energetiche, una per tutte l’elettricità, i canali iniziano ad assumere una vocazione negativa in quanto ricettacolo dei rifiuti e degli scarichi delle abitazioni e per questo motivo viene deciso di coprirli e di nasconderli in gran parte alla cittadinanza, costruendovi sopra strade, parcheggi e palazzi, mentre l’acqua però continuava a scorrere sotto. Analizzando la documentazione delle richieste per la copertura dei canali che giungono ai Consorzi negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, emerge in modo evidente lo stato di degrado in cui si trovavano i canali di Bologna. In questi documenti viene descritta la presenza di carcasse di animali, spazzatura, detriti in più luoghi della città, anche in pieno centro, ad esempio tra via Alessandrini e Capo di Lucca. Con la finalità di ridurre il livello di degrado, i canali vengono tombati ma il problema non viene risolto, viene solo coperto. La sporcizia e i liquami infatti continuano a viaggiare nelle acque dei canali coperti verso il sostegno della Bova e poi nel canale Navile. Il problema viene in questo modo trasferito altrove, in zone meno popolate della città.
Qualche decennio dopo, il Comune di Bologna inizia a metà degli anni Ottanta un risanamento dal punto di vista ambientale, con la finalità di costruire una fognatura sotto la parte del canale delle Moline visibile dalla finestrella di via Piella. Questo processo di risanamento poi porta negli anni Novanta anche alla bonifica dell’Aposa, ed alla creazione degli accessi in piazza Minghetti e in piazza San Martino che lo rendono visitabile. Tuttavia non viene incluso in questa bonifica il tratto di canale coperto all’incirca negli anni Cinquanta, che parte dall’incrocio tra via Alessandrini e Capo di Lucca e che, passando sotto via Irnerio e Porta Galliera, si immette poi nel canale Navile. Questo pezzo di canale resta nascosto e dimenticato fino a quando, nel 2021, è stato deciso che era necessario intraprendere un percorso di bonifica definitiva e di valorizzazione. In tal senso, la società di Gestione Acque Canali Reno e Savena (GACRES) di Canali di Bologna ha dato vita a questo progetto di risanamento in collaborazione con il Comune di Bologna, Hera, e l’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti (ATERSIR).
Planimetria dei lavori di risanamento del Canale delle Moline.
Nel mese di agosto 2024, è stato completato il primo lotto dei lavori di risanamento, che hanno coinvolto il tratto tombato del canale, situato a circa 8-9 metri di profondità tra via Capo di Lucca e viale Masini. In tal senso è stata costruita una fognatura pubblica con nuove tubazioni, pozzetti e stazioni di pompaggio, grazie a un investimento di 480.000 euro. Avviato nel novembre 2023, l’intervento fa parte di un piano più ampio, strutturato in tre lotti per un totale di 1,4 km, metà dei quali già completati.
L’obiettivo finale è garantire un sistema idraulico efficiente e ridurre l’inquinamento, convogliando gli scarichi reflui verso la rete fognaria pubblica e migliorando la qualità delle acque del Canale Navile. Il progetto, con conclusione prevista nel 2026 e con un investimento totale di 2 milioni di euro, mira a potenziare l’infrastruttura idrica bolognese attraverso un approccio integrato, riducendo sia i tempi di realizzazione sia i costi. Oltre a migliorare l’efficienza idraulica, l’intervento contribuisce alla tutela ambientale e alla qualità della vita cittadina. Nello specifico, gli scarichi convogliati nella rete fognaria e depurati dall’impianto IDAR, permetteranno di restituire al canale Navile acqua pulita, favorendo un ciclo sostenibile di riuso delle acque reflue per scopi ambientali e irrigui.
Ponte in mattoni costruito agli inizi del Novecento per permettere alla nuova via Irnerio di passare il Canale delle Moline
In che modo il sistema idraulico dei Canali di Bologna è stato fortemente sollecitato durante l’alluvione del 19 ottobre scorso e che importanza hanno avuto gli interventi di manutenzione svolti negli ultimi anni dal Consorzio dei Canali? Quali saranno le prossime azioni previste?
Nel mese di Ottobre 2024, il bacino idrografico ha registrato piogge eccezionali, con livelli di portata del fiume Reno e del torrente Savena superiori a quelli di maggio 2023 e settembre, generando una situazione di allerta fino all’alluvione di sabato 19 ottobre 2024.
Il Consorzio Canali di Bologna aveva già attuato, dal 7 ottobre, una pausa programmata dell’alimentazione dei canali per la manutenzione ordinaria del reticolo, come da prassi annuale.
Il giorno dell’alluvione, il canale Reno era già messo in secca per i motivi esposti, ma lo sarebbe stato anche in assenza di tali lavori, poiché, in accordo con la Protezione Civile, quando i livelli idrici del fiume Reno e del torrente Savena superano determinate soglie, viene attuata sempre una misura preventiva di secca temporanea del sistema idrico cittadino. Durante l’emergenza del 19 ottobre, il canale Reno vuoto purtroppo non è riuscito ad accogliere tutte le ingenti quantità d’acqua provenienti dai rii collinari, dal torrente Ravone e dagli scarichi fognari adiacenti. Gli eccessi d’acqua hanno superato la capienza massima del canale. La zona di Bologna in cui passa il canale di Reno, in via Riva di Reno e via Lame, è stata fortemente colpita. In quel punto, il canale era scoperto a causa dei lavori per il tram, e un volume d’acqua doppio rispetto a maggio 2023 si è riversato su un’area di cantiere a cielo aperto, non su un canale presidiato da opere finite. In altre aree, come in via della Grada, i muri di contenimento hanno evitato un’esondazione massiva, dimostrando l’importanza delle infrastrutture completate. Solo dopo oltre tre mesi di lavoro si sono portati a termine i lavori di ripristino del Canale di Reno, che è tornato a funzionare alla sua piena potenzialità grazie agli interventi di recupero che hanno rimosso oltre 3.000 tonnellate di fango e detriti, nonché consolidato le aree danneggiate dalle frane causate dall’alluvione del 19 ottobre 2024. Quindi dopo questi tre mesi di fermo, durante i quali il canale di Reno è rimasto in secca, l’acqua ha finalmente ripreso a fluire lungo tutto il suo corso. I lavori non terminano qui: dopo aver concentrato tutti gli sforzi sulla riattivazione del canale di Reno, le cui acque assolvono a strategiche esigenze ambientali ed utenze industriali, quali il termovalorizzatore del Frullo, il Consorzio deve affrontare ora il ripristino della canaletta Ghisiliera, gravemente danneggiata dall’esondazione del torrente Ravone la sera del 19 ottobre 2024. Diffusi interventi sono inoltre previsti lungo il Canale di Savena, dalla Chiusa di San Ruffillo, fino a porta Castiglione.
Nonostante la complessità del periodo, Canali di Bologna prosegue anche con le attività di sensibilizzazione e informazione riguardanti il sistema di canali cittadini gestito, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza dei cittadini sull’importanza e la gestione di queste infrastrutture per il territorio bolognese.
Per saperne di più
https://mappa.canalidibologna.it/https://www.canalidibologna.it/en/mappa-canali-di-bologna.php
https://www.canalidibologna.it/it/chiusa-di-casalecchio-di-reno.php
https://mappa.canalidibologna.it/canaletta-ghisiliera
https://www.canalidibologna.it/it/centrale-idroelettrica-del-cavaticcio.php
https://www.comune.bologna.it/notizie/bologna-missione-clima-centrale-cavaticcio
https://www.canalidibologna.it/it/centrale-idroelettrica-della-canonica.php
https://www.canalidibologna.it/it/news/Evento-Alluvionale-del-19-Ottobre-2024/672
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