Mobilità in Toscana: investimenti e sfide per un futuro sostenibile

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La Toscana centrale si trova di fronte a una sfida cruciale: modernizzare la rete di trasporto per rispondere a una domanda di mobilità in costante crescita. L’area metropolitana Firenze-Prato, cuore pulsante dell’economia regionale, è uno dei principali poli attrattori, con un elevato numero di spostamenti giornalieri per lavoro e studio. Tuttavia, la predominanza dell’auto privata rispetto ai mezzi pubblici continua a rappresentare un problema sia in termini di sostenibilità ambientale che di congestionamento del traffico.

Accessibilità e investimenti: una rete da potenziare

Secondo i dati presentati dall’IRPET, presentati all’evento Prospettiva Fi-Po che si è svolto lo scorso 17 febbraio a Firenze, l’accessibilità infrastrutturale della Toscana centrale è buona, ma inferiore rispetto ad altre aree del Centro-Nord Italia ed europee. La pressione della domanda di mobilità è particolarmente alta e si scontra con una rete che ha sofferto di un lungo periodo di mancati investimenti.

Ora, per recuperare il ritardo accumulato, sono stati programmati progetti per oltre 6,4 miliardi di euro, con un impatto stimato sull’economia regionale pari a un aumento del PIL dello 0,77% annuo e la creazione di 21mila posti di lavoro. Gli interventi riguardano soprattutto il potenziamento del trasporto pubblico, con un focus su ferrovia e tramvia, e il miglioramento della viabilità stradale.

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Lo squilibrio modale: troppo auto, pochi mezzi pubblici

L’area Firenze-Prato presenta un tasso di motorizzazione elevato (499 auto ogni 1.000 abitanti), inferiore alla media toscana di 579 auto ogni 1.000 abitanti. Nonostante l’aumento delle immatricolazioni di auto a basso impatto ambientale (42% delle nuove auto sono “green”), il trasporto privato resta la modalità predominante. Gli spostamenti sistematici tra Firenze e Sesto Fiorentino avvengono per il 71,6% in auto o moto, mentre il treno si ferma al 15,2% e il trasporto pubblico su gomma all’11,7%.

Questo squilibrio modale genera alti costi esterni in termini di incidenti, inquinamento e congestione. Secondo le stime dell’IRPET, a livello regionale si registrano 15.111 incidenti all’anno, con un impatto economico di 1,8 miliardi di euro. Le emissioni di CO2 ammontano a 7,4 milioni di tonnellate annue, mentre l’inquinamento acustico coinvolge oltre 714.000 persone esposte a livelli superiori ai 55 decibel.

La tramvia: un progetto chiave per il riequilibrio della mobilità

Nel quadro di una mobilità più sostenibile, l’estensione della rete tranviaria di Firenze rappresenta un passo fondamentale. Il sistema sta evolvendo da una rete urbana a una rete metropolitana, con nuove linee che miglioreranno il collegamento tra i poli strategici dell’area.

L’integrazione tra tramvia, ferrovia e autobus è essenziale per ridurre la dipendenza dall’auto privata e migliorare l’accessibilità ai servizi. L’esperienza delle linee T1 e T2 ha già dimostrato l’impatto positivo della tramvia, con un aumento dell’uso del trasporto pubblico e una crescita dei valori immobiliari nelle zone servite. Le future espansioni mirano a collegare meglio l’aeroporto, il Polo Scientifico di Sesto Fiorentino e altre aree strategiche.

Secondo un’indagine sull’utilizzo dei mezzi di trasporto, sempre da parte di IRPET, il 62% di chi ha accesso alla tramvia la utilizza, indicando un buon livello di adozione del servizio. Inoltre, l’81% dei cittadini si è espresso favorevolmente all’estensione della rete tranviaria, a dimostrazione dell’importanza attribuita a questo mezzo di trasporto per la mobilità urbana. Tuttavia, solo il 36% sarebbe disposto a contribuire economicamente con una tassa di scopo per il finanziamento dell’ampliamento. Questi dati mostrano un forte interesse per il miglioramento del trasporto pubblico, ma anche la necessità di finanziamenti pubblici per la sua realizzazione.

Cosa aspettarsi nei prossimi anni

Gli investimenti in infrastrutture e mobilità sostenibile sono destinati a ridisegnare la Toscana centrale. Il potenziamento della rete ferroviaria e tranviaria, unito a politiche per la riduzione della dipendenza dall’auto privata, può portare a una mobilità più efficiente e meno impattante per l’ambiente. Tuttavia, resta fondamentale garantire una governance efficace per evitare ritardi e garantire che le risorse disponibili vengano utilizzate in modo ottimale.

Qui la ricerca “Infrastrutture e condizioni di contesto per la Toscana centrale” di Patrizia Lattarulo (dirigente Economia Pubblica, IRPET)

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