In via Filzi non c’è più un cantiere per la caserma, interrotto il contratto anche con la banca. Tutti gli scenari

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Si allontana sempre di più quel barlume in fondo al tunnel del cantiere di via Filzi per la costruzione della nuova caserma della polizia municipale. È di oggi la notizia che l’amministrazione comunale ha interrotto definitivamente il contratto di leasing in costruendo anche con l’istituto di credito, la banca Iccrea, che era la capofila del raggruppamento temporaneo di imprese che a suo tempo acquisì la proprietà dell’ex asilo Sant’Antonio dalla Diocesi. Il Comune pose lì la destinazione d’uso a interesse pubblico e definì quel progetto con un’opera strategica, uno dei fulcri del mandato elettorale della seconda giunta Ghinelli. Ebbene dopo le interruzioni dei lavori, dopo la procedura fallimentare in capo alla ditta esecutrice e la mancata sostituzione di chi poteva portare avanti il cantiere si è arrivati a un punto che sembra di non ritorno.

L’istituto di credito infatti nel corso del 2024 aveva proposto all’amministrazione comunale un nuovo soggetto costruttore per terminare i lavori, ma insieme a questo ha anche chiesto un adeguamento economico, un aggiornamento, in base all’aumento dei costi delle materie prime, spiegandola in maniera semplice. Questo, ha spiegato l’assessore Marco Sacchetti, non era accettabile perché proprio la proprietà dell’immobile è privata, e lo stesso meccanismo del leasing prevede che il rischio d’impresa non sia in capo all’amministrazione comunale che avrebbe avuto l’uso della caserma e iniziato a pagare il canone del particolare leasing solo nel momento in cui avesse avuto il le chiavi in mano.

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L’interrogazione 

Sacchetti ha raccontato i vari passaggi in aula per rispondere all’interrogazione che il consigliere comunale del Pd Alessandro Caneschi ha presentato in aula per manifestare le preoccupazioni circa lo stato di abbandono dell’area di via Filzi, dei problemi per i residenti chiedendo spiegazioni sul futuro del progetto e sulle volontà dell’amministrazione. Caneschi ha anche chiesto se sarà preso in considerazione il meccanismo del classico appalto pubblico e se sarà presa in considerazione l’area già di proprietà comunale in via Tagliamento. 

“Arrivati a questo punto e di fronte al fallimento del progetto del Comune basato su una forma contrattuale che si è rivelata non congrua, se è stata valutata la possibilità di comprare il bene immobile dove s’intendeva realizzare la nuova caserma della PM, se così non fosse a quale fine andrà incontro il fabbricato, se c’è una stima sul suo valore, se ci sono richieste di chiarimenti dalla corte dei conti, se non sia intenzione emettere un’ordinanza per la messa in sicurezza della zona”.

Gli scenari possibili

Sacchetti ha risposto che adesso quello di via Filzi non è più un cantiere, ma è solo una proprietà privata, rimasta come sofferenza all’istituto di credito. Gli scenari futuri da prendere in considerazione da parte dell’amministrazione possono essere almeno due: quello di fare la valutazione dell’immobile attraverso una perizia e capire se è possibile mettere in piedi il cosiddetto piano B, cioè quello di acquisire la proprietà e costruire la caserma con un classico bando pubblico, oppure non riuscire a farlo e valutare una richiesta di danni subiti con il fallimento del contratto del leasing in costruendo che ha ostacolato la realizzazione di un progetto cardine della giunta Ghinelli. 

Nel frattempo Sacchetti non esclude che attraverso le valutazioni dei vigili urbani scattino delle ordinanze di messa in sicurezza dell’area e di ripristino dei luoghi, compreso anche il tombamento delle fondamenta della seconda palazzina che si sono trasformate in un acquitrino raccogliendo le acque di falda e quelle piovane.

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L’assessore Marco Sacchetti: “tengo a precisare in premessa che noi ce l’abbiamo messa tutta prima di giungere alla risoluzione del contratto e che quest’ultima fattispecie poteva verificarsi in qualsiasi altro luogo scelto per realizzare l’opera e con qualsiasi strumento contrattuale. Dopo di che: prima di mettere la parola fine al leasing in costruendo abbiamo richiesto un parere specifico che ci sostenesse giuridicamente nella decisione. Una volta ottenuto, abbiamo potuto prendere atto che i rischi nel leasing in costruendo sono tutti a carico del concessionario e che dunque l’eventuale sillogismo tra aumento delle materie prime-rincaro dei materiali-richiesta di riadeguamento del piano economico-finanziario non implica alcun onere per il soggetto concedente. Siamo dunque arrivati al punto di dover ragionare su un piano B e per questo ci siamo già messi in moto, ovvero acquisire l’immobile da parte dell’amministrazione comunale e bandire un appalto per realizzare un progetto in quel contesto. A monte di tutto ciò serve una perizia che ne acclari il valore. Nel frattempo bisognerà dare corso a ordinanze per rimettere in sicurezza quell’area e che dunque dispongano il tombamento dello scavo, per evitare il formarsi di un acquitrino, pericoloso anche da un punto di vista igienico in vista dell’estate, e la chiusura permanente di ogni varco per evitare intrusioni”.



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