Fs, Donnarumma: “Nei prossimi 10 anni previsti 100 miliardi di investimenti”

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“Le reti ferroviarie italiane sono congestionate, è vero”. Dopo mesi di disordini, Stefano Donnarumma fa il punto con la stampa. Ma nelle parole dell’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane non c’è rassegnazione. Il Gruppo sta rimodernando completamente una rete mastodontica, fatta da 17mila chilometri di linee con oltre 1.600 gallerie, 23mila ponti, viadotti, 2.200 stazioni: ha un piano strategico e un programma di investimenti senza precedenti.

Per i prossimi 10 anni, alla sola infrastruttura andranno 100 miliardi. Donnarumma tiene a sottolineare l’impatto degli investimenti dell’intero Gruppo Fs “vale almeno 2,3 volte sul Pil italiano”: “Siamo la più grande stazione appaltante del Paese, ma generiamo anche tantissima ricchezza”, chiarisce. Il progetto è quello di decongestionare le grandi stazioni-nodo, spostando una parte dei treni, pianificando i cantieri, irrobustendo complessivamente il sistema. “Lo abbiamo fatto da gennaio e i numeri dimostrano che da dicembre a gennaio la puntualità è aumentata”, rivendica, precisando: “Noi non riduciamo, ma razionalizziamo. Non vogliamo togliere treni, semmai li accorpiamo”. Quanto al tema delle nomine, c’è il nulla osta per il passaggio di Gianpiero Strisciuglio da Rfi a Trenitalia. “Abbiamo chiuso gli aspetti informali e abbiamo convocato le assemblee per procedere con le nostre decisioni”, afferma l’ad.

Dal 2009, anno del lancio del servizio Alta Velocità, il numero di treni che percorrono la rete ogni giorno è significativamente incrementato, passando dai 188 al giorno del 2009 ai 400 del 2024. L’asse Milano-Roma, in particolare, è una delle tratte ad alta velocità più trafficate a livello europeo, con oltre 150 collegamenti giornalieri. L’intero servizio AV ha due complessità: da una parte la pressione sulla rete ferroviaria e sulle stazioni, dall’altra l’interconnessione tra rete ad alta velocità e rete convenzionale. La rete è congestionata e percorsa nelle stesse tratte da treni ad alta velocità, Intercity e regionali. Sulla Direttissima Firenze-Roma, ad esempio, circolano circa 340 treni al giorno, di cui almeno 260 AV, 35 IC e 45 del Regionale e, nel solo nodo di Roma, ne transitano quotidianamente più di 1.500. La rete AV si interseca in diversi punti con quella convenzionale, in particolare in corrispondenza delle stazioni, favorendo l’interscambio, ma aumentando la probabilità di mancato rispetto dei tempi di percorrenza. L’unica stazione in cui il flusso AV e quello convenzionale sono distinti è attualmente Bologna, dove la separazione tra trasporto regionale, Intercity e alta velocità permette la non interferenza e una gestione che il gruppo definisce “ottimale”. A Roma Termini, invece, la circolazione è più congestionata. Per alleggerire la pressione sull’hub è necessario ottimizzare i flussi anche utilizzando altre stazioni del nodo della città, come Tiburtina.

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Dopo il Covid c’è stata una ripresa della domanda da parte dei passeggeri, sempre più orientati a viaggiare con mezzi green. Allo stesso tempo, l’avvio dei lavori finanziati dal Pnrr comporta la necessità di intervenire sulla rete, con interruzioni programmate. Ecco perché è necessaria una rimodulazione dell’offerta. Rfi, in accordo con le imprese ferroviarie e con gli stakeholder, ha identificato una prima serie di provvedimenti di rimodulazione delle tracce su tutto il sistema nazionale a partire dalla rete AV. Il Gruppo Fs sta seguendo tre linee di azione: ridurre la congestione di stazioni e linee principali, distribuendo il flusso dei treni in maniera omogenea nelle diverse stazioni dei nodi; separare i flussi e ridurre le interferenze, massimizzando l’efficacia delle linee; revisionare gli slot ferroviari, con la limitazione dei picchi di traffico nelle fasce critiche.

L’obiettivo è utilizzare al meglio tutte le stazioni lungo la dorsale Milano-Roma-Napoli, come prevedeva in origine il sistema alta velocità. Opere come il sottoattraversamento di Firenze, interventi di raddoppio di linea e potenziamento tecnologico sono tutte “funzionali a migliorare la gestione della circolazione”, ricorda il gruppo. I cantieri aperti in contemporanea in questo momento sono circa 1.200. Quarantaquattro le opere strategiche, 26 finanziate con fondi Pnrr. Tra queste ci sono la Brescia-Verona-Padova, la Napoli-Bari (che permetterà di viaggiare da Bari a Napoli in 2 ore, a Roma in 3 ore, e collegare Lecce e Taranto alla Capitale in 4 ore), la Salerno-Reggio Calabria, a beneficio anche dei collegamenti da e per la Sicilia.

Paradossalmente, “ciò che crea maggiore disagio sono quelli della manutenzione, non quelli del Pnrr. Cioè i cantieri che garantiscono la sicurezza dei passeggeri”, avverte Donnarumma. Sui tempi per chiuderli non si sbilancia: “La manutenzione non si esaurirà nel 2025, assolutamente”, ammette. I cantieri saranno aperti “ancora per anni”. Ma, garantisce l’ad, “stiamo facendo un grande sforzo di pianificazione del lavoro, stiamo operando sulle tecnologie, per tenere i disagi a un livello di accettabilità”. Per far comprendere l’enorme sforzo messo in campo dal Gruppo, partirà una campagna di Rete Ferroviaria Italiana sui cantieri programmati per il 2025, per informare i passeggeri nelle stazioni, attraverso i media tradizionali e il sito di Rfi, raggiungere i cittadini e gli stakeholder in modo tempestivo e capillare.



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